Curiosità dalla storia

Curiosità dalla storia: la nascita dell’egittologia

La sintesi di quegli studi è racchiusa nell’opera Description de l’Égypte pubblicata tra il 1809 e il 1828

Fu Napoleone con la spedizione in Egitto del 1798 a dare il primo serio contributo all’egittologia in quanto disciplina scientifica

«Soldati, considerate che dall’alto di queste piramidi quaranta secoli vi guardano» disse Napoleone Bonaparte nel suo discorso all’esercito datato 21 luglio 1798. Il 1° luglio dello stesso anno era sbarcato ad Alessandria d’Egitto con oltre 350 tra navi da guerra e mercantili e con circa 40mila soldati al seguito, inviato dal Direttorio per contrastare gli inglesi ed emulare, nei suoi sogni, Alessandro Magno, perché «[…] dobbiamo andare in Oriente. Tutte le glorie vengono da là». Sì, Bonaparte si vedeva il nuovo faraone, e aveva portato con sé anche letterati, incisori, chimici, archeologi, fisici, artisti, medici, scienziati con l’intento di modernizzarlo quel paese, ma la trasferta egiziana fu una disfatta. Però fu grazie a lui e al suo seguito di studiosi che nell’Ottocento l’Egitto divenne una meta di spedizioni scientifiche o presunte tali. Grazie a Napoleone si diffuse lo stile orientale nella moda e nell’arte in tutta Europa. L’antico Egitto aveva affascinato Greci e Romani ma solo con la “riscoperta” della terra dei faraoni ad opera di Napoleone nacque l’egittologia.
La data di nascita dell’egittologia moderna è il 1822, quando Jean-FranÇois Champillon riuscì a decifrare la scrittura geroglifica degli antichi Egizi. Si trattava di una lapide, la Stele di Rosetta, rinvenuta dai militari durante la spedizione napoleonica del 1798. La pietra riporta una iscrizione in tre differenti grafie: geroglifico, demotico e greco. Champillon riuscì ad attribuire un significato ai segni sconosciuti perché il greco era lingua nota.
Napoleone si era dunque portato dietro quel seguito di uomini di cultura proprio per incaricarli di inventariare, documentare e studiare tutto. La sintesi di quegli studi pionieristici è racchiusa nei 10 volumi dell’opera monumentale Description de l’Égypte pubblicata tra il 1809 e il 1828. Nel 1801 Napoleone fece ritorno in patria perché aveva ricevuto notizie sulle trame ordite contro di lui dal Direttorio. Lasciò l’Africa mentre le truppe francesi si arrendevano agli inglesi. Di quegli anni trascorsi nel continente straniero regalò ai posteri un’altra celebre frase, a dimostrazione che il mito di Alessandro Magno e dell’Oriente furono il suo sogno mai realizzato. Disse della spedizione in Egitto: «La gloria delle armi associata alla scoperta artistica». In realtà Bonaparte fu sconfitto ma lasciò a quella “Tana di talpe”, come chiamava lui L’Europa, e al mondo, il primo serio contributo all’egittologia in quanto disciplina scientifica.

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Redazione
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