È stato accertato che il Transatlantico si inabissò dopo lo scontro con un iceberg
Sono state tante nell’ultimo secolo le teorie e le ipotesi più disparate sulle cause del naufragio del “Gigante del mare” ma non hanno mai trovato conferma
Le cause del naufragio più famoso della storia sono ormai note a tutti: domenica 14 aprile 1912, nel giorno del suo viaggio inaugurale, il RMS Titanic della classe Olympic affondò nell’Atlantico dopo la collisione con un iceberg. Il transatlantico britannico della White Star Line, costruito a Belfast, era considerato inaffondabile per via dei suoi 16 compartimenti stagni con 15 paratie stagne trasversali e perché era una delle più grandi navi passeggeri mai costruite: era stato progettato per rimanere a galla con 4 compartimenti stagni allagati senza che fosse compromessa la sicurezza della nave. Lungo 269 metri, largo 28, del peso di 52, 400 t, il “Gigante del mare” investì l’iceberg ad oltre 500 km a Sud dell’isola di Newfoundland alla velocità di circa 23 nodi (oltre 40 km) e poco prima della mezzanotte (23:40 circa). Dopo l’impatto i compartimenti di prua si allagarono e la nave iniziò a sprofondare. Successivamente, subito dopo le 2 di notte, la pressione sulla chiglia fece spezzare in due la nave, quindi parte dello scafo si inabissò (compreso il ponte di comando). Poco dopo anche la poppa sprofonderà nell’Oceano. Nel naufragio persero la vita 1523 delle 2228 persone a bordo, compresi 685 degli 899 membri dell’equipaggio; solo 705 persone riuscirono a salvarsi (alcuni dei quali morirono subito dopo essere portati a bordo del Carpathia), 6 delle quali salvate fra la gente finita in acqua. Fu una tragedia che suscitò un’enorme impressione, ma il dato citato delle persone a bordo non è certo, poiché la lista ufficiale dei passeggeri e dell’equipaggio andò perduta: secondo quanto pubblicato dall’inchiesta ufficiale americana si parla di 2223 persone a bordo, 1517 vittime e 706 sopravvissute.
Sulla tragica vicenda del Titanic sono stati scritti 6mila testi, sono stati prodotti oltre 15 tra film e serie televisive, e ancora oggi la storia dell’affondamento del “Gigante del mare” ritorna all’attenzione del pubblico perché vengono riportate alla luce nuove teorie e ipotesi sul naufragio che comunque non hanno mai trovato conferma.
Il Titanic aveva investito l’iceberg poco prima della mezzanotte del 14 aprile, e circa 2:30 dopo si era inabissato nell’Atlantico: questo è da ritenersi un dato incontrovertibile. L’impatto fu la causa del naufragio: la falla causata dalla scontro con il ghiaccio provocò l’allagamento dei cinque compartimenti stagni di prua (il Titanic era progettato, come già detto sopra, a rimanere a galla anche con 4 compartimenti stagni allagati). Dopo il disastro del Titanic – uno dei primi grandi incidenti marittimi, anche perché fu il primo ad essere documentato dai media e quindi ad interessare grandi masse di persone – circa due anni dopo, esattamente il 20 gennaio 1914, venne approvata a Londra la prima “Convenzione internazionale per la salvaguardia della vita umana in mare” SOLAS (acronimo di Safety of life at sea). L’ accordo internazionale fu sottoscritto dall’Organizzazione Marittima Internazionale (IMO) riunitasi con la volontà di porre sotto regolamentazione ogni aspetto della vita di bordo che potesse comportare pericolo per la vita umana: non solo per i passeggeri, ma anche per l’equipaggio. Ciò detto, tutto il resto sono solo teorie e ipotesi tendenti a gettare ombre sulla tragedia che non hanno mai trovato conferma. Naturalmente è fuor di dubbio che un evento simile abbia potuto colpire la fervida immaginazione dei più e portato studiosi o presunti tali a seguire le teorie più misteriose, a raccontare le ipotesi più disparate, ma senza avere in mano prove oggettive, tutto insomma frutto del caso e talvolta della fantasia. Queste storie, ipotesi e/o teorie hanno una data d’inizio, il 1898, 14 anni prima dell’inabissamento del Titanic, quando lo scrittore Morgan Robertson diede alle stampe la novella “Futility“ che sembrò profetizzare il naufragio del transatlantico, perché le analogie tra la vicenda e il racconto fecero pensare che ci fosse chissà cosa sotto, ma fu solo un incredibili caso di inquietante somiglianza.
Nel racconto la nave si chiama Titan, ma come abbiamo detto sono tante le similitudini con il Titanic. Morgan Robertson era un appassionato e un esperto di marineria (tra le altre cose, si pensa sia stato lui ad inventare il periscopio), e non era difficile “immaginare” già allora la storia del naufragio di una grande nave. Inoltre nel 1912 Robertson ripubblicò il racconto modificandolo in alcune sue parti per avvicinare il suo Titan al Titanic. Dalle premonizioni per giungere ai complotti il passo fu breve, come pure ipotizzare altre cause del naufragio dello sciagurato transatlantico che non hanno nulla a che vedere con quel maledetto iceberg. Tra le tante teorie una delle più accreditate fu quella del complotto finanziario ordito dal miliardario J. P. Morgan – che pur avendo prenotato il viaggio inaugurale del Titanic alla fine decise di non partire – contro alcuni uomini ricchissimi che lo avrebbero ostacolato negli affari, poi morti nel naufragio. Un’altra ipotesi portata avanti per tanto tempo fu quella di un Titanic che non è mai affondato, bensì era stata fatta affondare un’altra nave gemella. C’è chi parlò di un incendio a bordo: le alte temperature avrebbero “indebolito” l’acciaio prima dello schianto con l’iceberg. Alcuni studiosi hanno detto, inoltre, che l’acciaio scelto per la carena non fosse resistente. Premonizioni, storie, ipotesi e leggende che da quel 14 aprile 1912 lungo tutto un secolo hanno sempre riacceso i riflettore sulla più famosa tragedia del mare della storia. In fondo è una vicenda tanto lontana da noi ma è entrata comunque nel nostro immaginario collettivo, perché non fu mai considerata soltanto un incidente di mare. Il Titanic era il simbolo dell’indistruttibilità, il grande prodotto della moderna tecnologia; il Titanic era il simbolo della spensierata Belle époque, e solo due anni dopo, nel 1914, l’Europa avrebbe conosciuto una ben più grande tragedia, precipitando nell’abisso della Prima guerra mondiale.