La leggenda narra che papa Silvestro II strinse un patto con il diavolo
La cattiva fama di mago era dovuta al fatto che era un uomo con una vastissima cultura
«Vidi poi un angelo che scendeva dal cielo con la chiave dell’Abisso e una gran catena in mano. Afferrò il dragone, il serpente antico – cioè il diavolo, satana – e lo incatenò per mille anni; lo gettò nell’Abisso, ve lo rinchiuse e ne sigillò la porta sopra di lui, perché non seducesse più le nazioni, fino al compimento dei mille anni. Dopo questi dovrà essere sciolto per un po’ di tempo» (Ap 20, 1-3).
L’Apocalisse di Giovanni accostava i mille anni alla fine del mondo. Si dice che la leggenda sia stata creata a posteriori nell’Ottocento. Si raccontava che l’attesa fosse spasmodica, che i fedeli preoccupatissimi si raccogliessero in preghiera e tutti facessero la fila per confessare i propri peccati. Nell’attesa, dunque, del giudizio universale, si aspettava la mezzanotte di quel fatidico 31 dicembre 999. Il papa avrebbe impartito l’estrema benedizione ai fedeli allo scoccare dell’ora fatale, prima che gli uomini sprofondassero negli abissi. Ma il pontefice Silvestro II rimase nelle sue stanze, l’Apocalisse non ci fu, Satana non lo vide nessuno e i fedeli tirarono un sospiro di sollievo. Il 31 dicembre dell’anno del Signore 999, secondo fonti del tempo, trascorse tranquillo e anonimo come tanti altri e senza quell’ansia e quell’ inquietudine che gli si voleva attribuire. Certo, col senno di poi tutto è bene quel che finisce bene, ma l’uomo comune medievale, a prescindere dal giorno, era pur sempre molto legato alla sfera religiosa se non solo a quella, e pensava bene nella sua breve vita terrena di prepararsi un posto dorato nell’aldilà. Bastava però un nonnulla perché il passaparola riportasse il disordine nella comunità. Bastava che una persona non si comportasse secondo le “regole” del tempo, e veniva subito considerata eretica o “portatrice sana di Satana” solo perché era più estroversa di altri o semplicemente perché il suo aspetto fisico la portava a vivere ai margini della società e essere etichettata alla stregua di stregoni e megere. Così, talvolta, il diavolo faceva la sua visita alla comunità per corrompere l’uomo sulla Terra. Tra guerre e carestie, pestilenze e calamità, intorno all’anno Mille si viveva comunque attribuendo la causa di questi eventi al ritorno di forze oscure che l’uomo direttamente o indirettamente riportava alla luce dagli abissi, perché era un inveterato peccatore. Che effetto avrebbe avuto allora sull’opinione pubblica la notizia che il primo difensore della fede, il vicario di Cristo, fosse un uomo sceso a patti col diavolo e praticasse la stregoneria? Sulla fine del mondo nell’anno Mille, come detto sopra, circolarono tante leggende, e ad alimentarle, manco a dirlo, fu anche il pontificato di papa Silvestro II, al secolo Gerbert d’Aurillac, di famiglia poverissima, 139° successore di Pietro e primo pontefice di nazionalità francese. Nell’anno 998 era diventato arcivescovo di Ravenna, e il 2 aprile 999 fu consacrato papa. Sebbene rimase sul soglio pontificio per soli 4 anni, morì nel maggio del 1003, ciò è bastato ad alimentare leggende sulla vita e anche sulla morte. Secondo una leggenda avrebbe inventato una maschera d’oro che rispondeva alle domande e prevedeva il futuro. All’interno della maschera era stato incatenato il diavolo, che il papa avrebbe costretto a rispondere alle domande. Un giorno la maschera gli disse che sarebbe morto mentre diceva messa a Gerusalemme. Allora si era promesso che non sarebbe mai stato in terra santa. Ma a Roma si sentì male proprio mentre officiava messa nella chiesa di Santa Croce in Gerusalemme o “chiesa di Gerusalemme”. Allora convocò il clero e confessò di essersi dedicato alla magia e alle arti proibite. Pregò i cardinali di distruggere tutte le sue invenzioni e si mostrò pentito di ciò che aveva fatto. Come ultima volontà chiese che le sue spoglie venissero messe su un carro trainato da buoi, che avrebbero scelto il luogo di sepoltura. Il carro si fermò davanti alla basilica di San Giovanni Laterano, segno che aveva ottenuto il perdono divino. Si dice che quando sta per morire un papa dalla sua tomba fuoriesca acqua, quando invece dovrebbe toccare a un cardinale la tomba si inumidisca. Nel 1648 papa Innocenzo X volle aprire la sua tomba, e il corpo di papa Silvestro II fu trovato intatto. Solo quando fu a contatto con l’aria si trasformò in polvere.
Molti giuravano di aver visto papa Silvestro II costruire oggetti magici e creare formule diaboliche. Altri dicevano che aveva venduto l’anima al diavolo in cambio dell’elezione papale.
Era un esperto di esoterismo e demonologia, perché probabilmente la sua sete di conoscenza lo aveva portato a studiare questi testi, in quanto pensava di dover conoscere tutto per esercitare meglio la sua missione. La sua cultura era talmente ampia che l’imperatore Ottone I lo volle come educatore dei figli.
La verità è infatti che fu un profondo conoscitore di grammatica, logica, retorica, matematica, musica, astronomia e geometria, e durante i suoi primi studi in Spagna entrò in contatto con il mondo arabo che a quel tempo eccelleva nel campo della matematica, della scienza, della fisica, dell’alchimia e della filosofia al punto che molti credettero che la sua vasta cultura derivasse dalla magia o da qualche altra diavoleria. In fin dei conti a quei tempi si poteva venire considerati “amici” di Satana per molto meno rispetto a quello che si raccontava sul conto del primo papa francese.