Tra il 17 e il 19 settembre 1943 l’ultimo incontro tra il Duce e Ciano
La Polizia della RSI arrestò sei dei diciannove “traditori” del 25 luglio: De Bono, Cianetti, Ciano, Gottardi, Marinelli e Pareschi
Mussolini era da poco la guida della Repubblica Sociale italiana (RSI) o Repubblica di Salò e tra il 17 e il 19 dello stesso mese ci fu l’incontro tra il Duce e Ciano, l’ultimo incontro tra i due. Da quello che sappiamo Ciano era sinceramente pentito di aver appoggiato l’ordine del giorno Grandi, ma oramai Mussolini – lo sapeva bene – era la guida di uno Stato fantoccio dei nazisti. Il 17 ottobre Ciano venne trasferito dalla Germania in Italia, dove fu consegnato alla Polizia della RSI. Fu il primo a varcare la soglia delle carceri giudiziarie site nell’ex convento dei Carmelitani Scalzi a Verona. Ad Emilio De Bono il Duce concesse di trascorrere nella propria abitazione tutto il periodo della durata dell’istruttoria. Giovanni Marinelli, Carlo Pareschi e Luciano Gottardi furono tratti in arresto nelle proprie abitazioni e condotti nel carcere Regina Coeli di Roma; da lì furono trasferiti prima a Padova e solo il 4 novembre a Verona. Stessa sorte era toccata a Tullio Cianetti che, al momento dell’arrestato, aveva pensato si trattasse di un errore giudiziario e aveva spiegato ai poliziotti che il voto del 25 luglio lo aveva ritrattato il giorno dopo con una lettera scritta a Mussolini. Solo 6 dei 19 gerarchi che avevano votato l’ordine del giorno Grandi erano stati catturati. Il primo e ultimo Congresso del Partito Fascista Repubblicano si tenne sempre a Verona il 14 novembre del 1943, e tutti chiesero inferociti la condanna a morte dei traditori del Duce e del fascismo.