Inefficaci le “punture” in acciaio
La parte che ha subìto il cedimento era stata puntellata durante il primo intervento di riqualificazione
Ennesimo crollo della Rupe su cui poggia la città. Sabato mattina la sua massa arenaria ha, nuovamente, ceduto. Una consistente parte si è staccata dalla roccia e ha invaso la carreggiata senza però ostruire il passaggio stradale. Il punto, infatti, del cedimento è lo stesso dove, la scorsa estate, è stato eretto il contestato “muro del pianto” che, a quanto pare, ha, invece, svolto la sua funzione. Costruito ai piedi della Rupe, sul lungomare di Marina del Convento, è stato realizzato per delimitare l’arteria e circoscrivere eventuali cadute di massi, nel tratto che è risultato essere tra i più a rischio. A lanciare l’allarme del nuovo distacco i volontari del gruppo comunale della Protezione civile che continuano a monitorare il territorio. Del resto, nei giorni di emergenza frana, sono stati segnalati numerosi smottamenti che hanno interessato diversi tratti di Rupe. Dopo essersi inzuppata d’acqua, a causa delle forti piogge, essendo costituita da materiale arenario, asciugandosi si è staccata dalla parete rocciosa. Che la Rupe fosse malata, ovviamente, ormai è storia. Ma a destare sorpresa, invece, il dover constatare che le tecniche messe in atto per darle sostegno sono risultate inefficaci. Le cosiddette punture in acciaio, considerate ottimali per mantenerla salda, non sono servite a nulla. Dato che il cedimento si è verificato, proprio, nella parte puntellata dal primo intervento di riqualificazione dell’area. Ora, in bella vista, sono rimasti i cavi di ferro che escono dalla roccia scoperti dal crollo. Non sono serviti, quindi, da collante come invece si pensa dovrebbe essere. Nei giorni di emergenza frana, l’interesse sulla Rupe non è, decisamente, scemato. Al contrario, il sindaco Antonio Euticchio, a più riprese, ha sottolineato l’importanza di interventi sostanziali sul territorio che devono mirare, anche, a dare sicurezza alla roccia. Del resto, dopo il primo consistente crollo del 2007, che ha svegliato l’interesse e lo studio sulle condizioni della sua salute, diversi interventi sono stati pensati. Allo stato dei fatti, i tecnici della Autorità di bacino regionale stanno analizzano la zona interessata e continuano a monitorare l’area. “Attualmente – spiega il sindaco Antonio Euticchio – sono stati concretizzati tre progetti. L’obiettivo è quello di mettere in stabilità tutta la Rupe. E’ necessaria, quindi, un’azione complessa che la riqualifichi definitivamente”. Tra gli interventi, l’ultimo è stato finanziato, nel dicembre scorso, dal Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio. Inserito nel programma di misure urgenti per la riduzione del rischio idrogeologico della Calabria, ha un valore di 700mila euro. Si aggiunge a quelli già ottenuti e richiesti, con urgenza, dall’Amministrazione comunale. In sintesi, i lavori, volti a mettere in sicurezza l’intero corso arenario, sono stati indirizzati uno alla zona della Marina del Convento, per un valore di 900mila euro. Un secondo progetto, di altre 700mila euro, punta agli interventi ai piedi della piazzetta del Cannone, per i quali è prevista, a giorni, l’apertura del cantiere. E, infine, il più recente per il recupero del tratto posto ai margini della cosiddetta scala dei Carabinieri che, in seguito al monitoraggio effettuato dai tecnici comunali, è rientrato tra quelli di massima urgenza. La precarietà della Rupe è stata, altresì, oggetto di un disegno di legge presentato, di recente, dal senatore Francesco Bevilacqua in Parlamento.