La regione affronta una crisi senza precedenti, ma manca un piano strutturale. Situazione critica in tutte le province
“La Calabria vive un’emergenza idrica estrema, con ridotte precipitazioni e temperature elevate che hanno prosciugato riserve. Danni ad agricoltura, industria e popolazione. Interventi urgenti richiesti: bacini, depurazione, desalinizzazione e modernizzazione reti”
Appello al consiglio Regionale
Antonio Piserà, già consigliere comunale di Tropea, sollecita un Consiglio regionale ad hoc: «Serve un impegno concreto, non si può più rimandare. La Calabria rischia il collasso». Le istituzioni sono chiamate a rispondere prima che l’emergenza diventi irreversibile.
“La Calabria è in ginocchio per una crisi idrica che minaccia il tessuto socio-economico. Le scarse piogge e temperature sopra la media hanno ridotto del 40-50% le riserve in dighe e sorgenti. Dal 2024, cinque province su cinque hanno dichiarato emergenze, con interruzioni idriche quotidiane e danni all’agricoltura”.
“Reggio Calabria (luglio 2024): la diga del Menta al 40%, stato di emergenza per la città metropolitana.
Crotone: “severità idrica alta” con razionamenti estesi.
Cosenza: 23 comuni in crisi, tra cui Cariati (-50% fornitura).
Catanzaro (novembre 2024): scuole chiuse per rottura acquedotto.
Vibo Valentia: calo del 40% alla sorgente Conture, interventi tampone insufficienti.
A Gimigliano (CZ), erogazione sospesa di notte per sei mesi. La Sorical ha ridotto le forniture negli acquedotti Savuto e Abatemarco, aggravando i disagi. Reti colabrodo e manutenzione carente hanno peggiorato la situazione”.
Un piano strategico chiede:
“Bacini di raccolta per acqua piovana in aree urbane e rurali.
Depurazione avanzata per riutilizzo acque reflue in agricoltura.
Desalinizzatori a energia rinnovabile per trasformare l’acqua marina.
Rete idrica moderna con riduzione perdite (attualmente al 45%).
Tavolo tecnico regionale permanente per gestire crisi e investimenti”.