Suggerimenti per una buona pesca
In un tuffo di emozioni marine …
Tra i luoghi più suggestivi del Tirreno, la Costa di Italo, oltre alle bellezze del territorio, è in grado di regalare agli appassionati di pesca sportiva momenti entusiasmanti di confronto con gli splendidi predatori mediterranei.
testo e foto di Domenico Craveli
Tropea - I fondali dell’area, ricchi di scogliere sommerse e secche, rappresentano un habitat ideale per specie stanziali come cernie e dentici, e il corridoio naturale, che con le isole Eolie e la Sicilia rappresenta un percorso obbligato verso lo Stretto di Messina, fa sì che queste acque siano anche ricche di specie pelagiche, come tonni, pesci spada e ricciole.
Oltre la Tecnica
Nonostante molti amatori si dedichino al bolentino, tentando la cattura del pesce pettine (surici), labride semisconosciuto in molte parti d’Italia che in cucina fritto non teme confronti, non c’è dubbio che è la traina con il vivo la tecnica che può regalare le maggiori soddisfazioni.
Gli imponenti dislivelli batimetrici, presenti già sottocosta, rendono gli hot spot migliori mai eccessivamente lontani, e facilmente raggiungibili anche da natanti di piccole dimensioni.
Gli incontri con pesci di mole sono una piacevole costante e di conseguenza la bontà delle attrezzature utilizzate è di basilare importanza ai fini del successo. Il dimensionamento ideale è il 30Lbs.
Gli inneschi da proporre per sedurre questi maestosi pesci dovranno tenere conto della biodiversità specifica della zona e, a volte, si discostano dai canoni classici ai quali siamo abituati in altre zone della penisola.
Fatali peccati di gola
Se ad esempio tentiamo i grossi dentici che scorrazzano indisturbati su fondali rocciosi tra i –30 e i –50 metri, non sarà l’aguglia l’esca regina, anche se comunque efficace, ma un bel grosso sugarello facilmente catturabile nelle stesse zone dove successivamente andremo ad insidiare i predatori. Le cernie invece sono meno schizzinose, ed ingoiano qualunque tipo di esca gli passi a tiro della spropositata bocca… anche se deve avere dimensioni XXL (anche oltre il chilo). Cefalopodi come totani e calamari, innescati morti ma freschissimi e trainati alle stesse profondità viste per i dentici, possono regalare prede da trofeo, con esemplari anche di 20 kg.
Le ricciole, specie se di grossa taglia, rappresentano il vero e proibito tabù: le limpide acque infatti, contribuiscono a rendere ancora più smaliziato un pesce che definire sospettoso è solo riduttivo, e se fino agli 8 chilogrammi la sua cattura è alla portata di tutti, sedurre gli esemplari giganti (anche 40kg di peso) è prerogativa di esperienza e tecnica: il calamaro vivo (facilmente pescabile prima dell’alba a ridosso delle numerose secche) è un’esca irrinunciabile…
Sicuramente adesso il discorso si complica, ma quando si cercano forti emozioni il prezzo da pagare non ha compromessi … insomma quando ci si confronta con le profondità marine può veramente accadere di tutto. Buon divertimento!!!
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