L’arenile cancellato dalle mareggiate
Giuliano (Confindustria) lancia l’ennesimo allarme e sollecita la predisposizione di urgenti interventi. Lettera ai sindaci della fascia costiera per una maggiore sinergia sulle politiche turistiche
E’ bastata una mareggiata per annullare, completamente, tratti di spiaggia. I temporali dei giorni scorsi sono l’ennesima prova provata dell’emergenza erosione costiera lungo la Costa degli dei, che da Pizzo interessa l’intero litorale e raggiunge Nicotera. Interviene a chiare lettere Pino Giuliano, presidente della sezione Turismo di Confindustria, per lanciare l’ennesimo allarme alle Istituzioni politiche che devono agire, urgentemente, in modo mirato, per salvaguardare la principale risorsa intorno alla quale gira l’economia provinciale e regionale. Spiega che dopo ripetuti appelli, lanciati a più riprese, non ha visto alcuna misura, realmente, incisiva, adottata per arginare il fenomeno. E punta l’indice contro la mancanza di strategie e di obiettivi della politica regionale, e di conseguenza provinciale e comunale, che ha ignorato, totalmente, il problema. Dimenticando che senza spiagge non c’è imprenditore che possa continuare a lavorare e, soprattutto, non c’è turismo che regga. Senza voler fare polemica di alcuna sorte, Giuliano, lo scorso 16 dicembre, ha inviato una lettera ai sindaci della costa per esortarli, con una certa tempestività, ad una maggiore concertazione sulle politiche legate al turismo. “Abbiamo la sensazione, con dati alla mano, che i nostri politici non hanno la giusta percezione dell’emergenza generata dall’erosione delle coste e, quindi, non hanno, ancora, capito che il turismo è la principale fonte economica che trascina l’intero territorio regionale. E’ inutile – sbotta il dirigente di Confindustria – continuare a parlare di sviluppo turistico di qualità, che coinvolga l’entroterra, quando non ci si è accorti che senza le spiagge e il mare la gente non sceglie la Calabria, quale metà preferita per le proprie vacanze”. Il problema secondo Giuliano è, ampiamente, noto sin dal 1979, quando a Ricadi con tanto di delibera comunale, in seguito ad un temporale di fine dicembre, fu chiesto alla Regione un intervento specifico e urgente a salvaguardia delle coste. Ma, ovviamente, la richiesta è passata nel dimenticatoio. Senza pensare che questo comune vanta ben 17mila posti letto e tutto l’indotto economico che ne deriva. Nella missiva Pino Giuliano spiega che è necessaria un’azione sinergica che coinvolga tutte le istituzione a vario livello. “Del resto – aggiunge – a causa di una mancanza di concertazione politica, in questi anni, ognuno ha agito in ordine sparso. Le uniche azioni di contenimento del fenomeno erosione sono state messe in atto, singolarmente, dagli imprenditori o dai sindaci. E da soli non si può pensare di riuscire a contenere l’avanzare del mare. Il problema è di ampia portata. Deve essere affrontato sedendosi ad un tavolo con soluzioni tecniche reali da adottare con urgenza”. Così, in riferimento agli interventi specifici, recentemente annunciati dalla Provincia, per i comuni di Ricadi, Joppolo e Parghelia, spiega che giungono, comunque, in ritardo. Dato che erano stati previsti dalla Regione Calabria oltre sei anni fa. Quando oggi sono necessari molti altri finanziamenti per definire, globalmente, l’emergenza. Allo stesso tempo, tra le ipotesi, Giuliano pensa ai sedimenti marini del fondale del porto di Gioia Tauro, ricavati dal dragaggio, e da cui è possibile reperire la sabbia per il ripascimento delle coste di Capo Vaticano.