Rubrica quotidiana a cura di P. Salvatore Brugnano
Storie belle… per vivere meglio
Cosa possiamo dire a Dio?
– Iniziata la Quaresima, vissuto con ansia e tremore il mercoledì delle ceneri di quest’anno dedicato alla preghiera e al digiuno per ottenere dalla Misericordia di Dio la cessazione della guerra e il ritorno della pace in Ucraina, Russia e nel mondo intero, rivolgiamo lo sguardo al nostro Dio misericordioso per dirgli qualcosa.
– Cosa possiamo dire a Dio? Tante cose, ma non dimentichiamo quella essenziale. – Cosa possiamo dare a Lui? Tante cose, ma non dimentichiamo quella essenziale.
– Riflettiamo: cosa possiamo offrire a Dio che non sia già suo? Cosa potremo donare a Colui che ci ha creati? Spesso dimentichiamo l’essenziale. Eppure nel Catechismo di Pio X lo abbiamo imparato: Per qual fine Dio ci ha creati? Dio ci ha creati per conoscerlo, amarlo e servirlo in questa vita, e per goderlo poi nell’altra, in Paradiso”. Allora in questa vita – in mezzo alle tante preoccupazioni e persino in mezzo ad una guerra insensata, non ci resta altro che amarlo e servirlo come piace a Lui. – La tenera storiella di oggi dimostra quanto l’uomo è privilegiato rispetto alle altre creature. Può dichiarare a Dio tutto il suo amore!
La festa dopo la creazione.
♦ Il settimo giorno terminò la Creazione e Dio dichiarò che era la sua festa, la festa della Creazione.
Tutte le creature, nuove di zecca, si diedero da fare per regalare a Dio la cosa più bella che potessero trovare: gli scoiattoli portarono noci e nocciole; i conigli carote e radici dolci; le pecore lana soffice e calda; le mucche latte schiumoso e ricco di panna.
Miliardi di angeli si disposero in cerchio, cantando una serenata celestiale.
♦ L’uomo aspettava il suo turno, ed era preoccupato. “Che cosa posso donare io? I fiori hanno il profumo, le api il miele, perfino gli elefanti si sono offerti di fare la doccia a Dio con le loro proboscidi per rinfrescarlo”.
♦ L’uomo si era messo in fondo alla fila e continuava a scervellarsi.
Tutte le creature sfilavano davanti a Dio e depositavano i loro regali.
♦ Quando rimasero solo alcune creature davanti a lui, la chiocciola, la tartaruga e il bradipo poltrone, l’uomo fu preso dal panico.
Arrivò il suo turno.
♥ Allora l’uomo fece ciò che nessun animale aveva osato fare. Corse verso Dio e saltò sulle sue ginocchia, lo abbracciò e gli disse: “Ti voglio bene!”.
♥ Il volto di Dio si illuminò, tutta la creazione capì che l’uomo aveva fatto a Dio il dono più bello ed esplose in un alleluia cosmico.
Lascia che ti ami, mio Dio.
Che cosa ho in cielo,
che cosa ho in terra, all’infuori di te?
Tu, Dio del mio cuore
e mia parte nell’eternità,
lascia che mi aggrappi a te.
Sii sempre con me,
e se sarò tentato di lasciarti,
tu, mio Dio, non mi lasciare.
(Fonte: Bruno Ferrero, Solo il vento lo sa).