Fede e dintorni

Correzione fraterna, senza prevaricare

Rubrica quotidiana a cura di P. Salvatore Brugnano

Storie belle… per vivere meglio

Correzione fraterna, senza prevaricare.

– Non è mai facile correggere il fratello che sbaglia. E possiamo farlo solo appellandoci alla vita di Cristo che è in noi e che ci fa parlare con la sua sapienza.
– Non è sufficiente invocare una qualsiasi legge esteriore: può correggere il fratello solo chi riconosce di poter errare lui stesso in ogni momento, come insegna Gesù.
– Con parole piuttosto decise, Gesù ci ricorda una delle componenti fondamentali della vita cristiana: essere discepoli. Perché chi vuole condurre da solo la propria vita è come un cieco che conduce un cieco. Infatti si è sempre cattivi giudici di se stessi se qualcuno non ci aiuta.
– Il nostro maestro è Gesù, e noi siamo i suoi discepoli, cioè coloro che si lasciano istruire da lui, che riconoscono la sua autorità sovrana e si fidano delle sue parole. – Ogni uomo deve, nel corso di tutta la sua vita, riconoscersi discepolo di Gesù: seguirlo, obbedirgli e quindi ascoltarlo, al fine di mettere in pratica il suo insegnamento che ci conduce alla vita. – I cattivi maestri li riconosciamo dai cattivi frutti: a noi è chiesto di agire con prudenza. – Così la crisi che ha fatto scoppiare la guerra in Ucraina ha avuto maestri non affidabili, o con interesse di parte. Fidiamoci sempre di Gesù, che ha offerto la sua vita per noi.

Dal Vangelo di questa domenica (Lc 6,39-45).
♦ In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli una parabola:
«Può forse un cieco guidare un altro cieco? Non cadranno tutti e due in un fosso?
Un discepolo non è più del maestro; ma ognuno, che sia ben preparato, sarà come il suo maestro.
Perché guardi la pagliuzza che è nell’occhio del tuo fratello e non ti accorgi della trave che è nel tuo occhio? Come puoi dire al tuo fratello: “Fratello, lascia che tolga la pagliuzza che è nel tuo occhio”, mentre tu stesso non vedi la trave che è nel tuo occhio?
Ipocrita! Togli prima la trave dal tuo occhio e allora ci vedrai bene per togliere la pagliuzza dall’occhio del tuo fratello.
♦ Non vi è albero buono che produca un frutto cattivo, né vi è d’altronde albero cattivo che produca un frutto buono. Ogni albero infatti si riconosce dal suo frutto: non si raccolgono fichi dagli spini, né si vendemmia uva da un rovo.
L’uomo buono dal buon tesoro del suo cuore trae fuori il bene; l’uomo cattivo dal suo cattivo tesoro trae fuori il male: la sua bocca infatti esprime ciò che dal cuore sovrabbonda».

La trave e la pagliuzza.
La cecità dalla quale Gesù mette i guardia i suoi discepoli è quella che impedisce di prendere giusta consapevolezza del proprio limite. Volgere attenzione sullo sbaglio altrui può essere una facile via di fuga per non lavorare seriamente su sé stessi.
♦  L’evangelista Luca, dopo aver esortato i credenti attraverso le parole del Maestro ad essere misericordiosi come il Padre, mostra come questa misericordia vada incarnata, avviando un processo di trasformazione e di vera conversione.
♦ Essere liberi dal giudizio e anche liberanti è la dinamica di scelta che ci fa eredi della croce, ristabiliti nella dignità di figli, resi giusti da un amore senza confini, elargito a noi per estendersi su altri.
Le pagliuzze altrui le lasceremo perdere, se trovate. Le nostre travi, una volta riconosciute,saranno per noi stimolo per dar gloria a Dio come quei legni che, accogliendo Cristo crocifisso, divennero simbolo di Vita.
È ciò che è avvenuto per l’apostolo Paolo, cambiato nella cecità del suo cuore dalla folgorante visione avuta sulla via di Damasco.
(don Vittorio Stesuri,ssp in la domenica.it).

Per la preghiera.
* Alla Chiesa di Dio il Signore doni guide sagge e sapienti ed effonda su tutti i suoi figli l’abbondanza della sua misericordia.
* Ai governanti delle nazioni il Signore doni il suo aiuto a promuovere il bene comune e la pace.
* Ai lavoratori della terra il Signore conceda tempo favorevole e che le loro fatiche si traducano in frutti abbondanti e in benessere per le loro famiglie.
* A noi e alle nostre comunità il Signore conceda che l’ascolto della Parola e la mensa dell’Eucaristia ci rendano disponibili all’accoglienza e al perdono.
Amen.

– La guerra scoppiata in Ucraina resterà per sempre una ammonizione per la politica mondiale, invitandola, purtroppo dolorosamente, al rispetto delle condizioni del vivere nella giustizia e nel dialogo le relazioni tra i popoli. La guerra si riveste pertanto, al di là dei morti e distruzioni, del ruolo di ambasciatrice per la pace da promuovere sempre e comunque.
– Correzione fraterna. L’ammonizione del fratello che pecca è una forma sublime di carità e ci fa simili a Cristo che, per salvarci, ha donato tutto sé stesso. – Bisogna perdonare sempre al proprio fratello. Ma questo perdono va dato nella carità, attraverso la correzione fraterna che ha come primo obiettivo non l’umiliazione del peccatore ma la sua riabilitazione. Perciò ognuno deve lasciarsi guidare dalla sensibilità a salvaguardare, con ogni cura, la dignità della persona del fratello che si intende ammonire o correggere. Quindi correzione fraterna, senza prevaricare.

Condividi l'articolo