Rubrica quotidiana a cura di P. Salvatore Brugnano
Storie belle… per vivere meglio
Corpus Domini, il cielo sulla terra.
– Anche quest’anno 2021 la solennità del Corpus Domini viene celebrata con i limiti imposti dalle circostanze del coronavirus. Ma il mistero eucaristico resta sempre vivo: ieri come oggi.
– L’Eucaristia è il Signore Gesù che resta con noi, presente con il suo Corpo e il suo Sangue nel pane e nel vino consacrati. In questo dono prezioso, la Chiesa trova la forza per compiere la sua missione fino ai confini della terra, nell’attesa del suo ritorno alla fine dei tempi.
– Gesù, Parola fatta carne, si offre a noi come pane vivo. Egli è l’unico cibo capace di dare la vita eterna.
– Di questo Pane abbiamo tutti bisogno, perché lungo e faticoso è il cammino verso la libertà, la giustizia e la pace.
– Per esaltare questo mistero noi cantiamo, mentre portiamo in processione il Santissimo Sacramento; cantiamo e lodiamo Dio che si è rivelato nascondendosi nel segno del pane spezzato.
Dal Vangelo di questa domenica (Mc 14,12-16.22-26).
♦ Il primo giorno degli Àzzimi, quando si immolava la Pasqua, i discepoli dissero a Gesù: «Dove vuoi che andiamo a preparare, perché tu possa mangiare la Pasqua?».
♦ Allora mandò due dei suoi discepoli, dicendo loro: «Andate in città e vi verrà incontro un uomo con una brocca d’acqua; seguitelo. Là dove entrerà, dite al padrone di casa: “Il Maestro dice: Dov’è la mia stanza, in cui io possa mangiare la Pasqua con i miei discepoli?”. Egli vi mostrerà al piano superiore una grande sala, arredata e già pronta; lì preparate la cena per noi».
♦ I discepoli andarono e, entrati in città, trovarono come aveva detto loro e prepararono la Pasqua.
♥ Mentre mangiavano, prese il pane e recitò la benedizione, lo spezzò e lo diede loro, dicendo: «Prendete, questo è il mio corpo». Poi prese un calice e rese grazie, lo diede loro e ne bevvero tutti. E disse loro: «Questo è il mio sangue dell’alleanza, che è versato per molti. In verità io vi dico che non berrò mai più del frutto della vite fino al giorno in cui lo berrò nuovo, nel regno di Dio».
♦ Dopo aver cantato l’inno, uscirono verso il monte degli Ulivi.
L’Eucaristia, cielo sulla terra.
♦ Oggi festeggiamo il sacramento dell’Eucaristia che il Signore ci ha lasciato come segno della sua presenza, della sua realtà corporale, del suo sacrificio sulla croce e della vita eterna di cui ci ha reso partecipi.
♦ Gesù ce ne parla in termini di corpo e di cibo, di un corpo fatto di carne e sangue, che soffre e muore sulla croce. È questo corpo ferito che risorge e che Gesù dà da vedere e da toccare agli apostoli.
Ma Gesù non si ferma qui. Suo corpo è anche la Chiesa (Col 1,18), corpo mistico di cui Cristo è la testa.
♥ Ed è infine questo corpo sacramentale che nutre coloro che lo mangiano: “Prendete e mangiate: questo è il mio corpo!” (Mt 26,26). Gesù afferma: “Io sono il pane”. Egl è il solo nutrimento che possa dare la vita divina. Chi non mangia di questo pane non avrà la vita in lui (Gv 6,53).
♦ Comunicandoci il suo Corpo e il suo Sangue, Gesù non ci dona soltanto la vita, ma il suo stesso modo di vivere. Ci comunica una vita che non può rimanere prigioniera della morte, perché vince le logiche del peccato con quelle di un amore che non trattiene nulla per sé.
♥ Gesù ci dà davvero quanto promesso. Attraverso lui, siamo concretamente in comunione con il nostro Dio. L’Eucaristia è il nostro paradiso.
♥ Di fronte a una realtà tanto grande, la Venerabile Madre M. Caterina Lavizzari (+ 1931) esclamava convinta: «Gesù-Ostia, è nostro Paradiso in terra». Parole che sono espressione, più che della dottrina, di un un cuore innamorato di Dio, e che sintetizzano mirabilmente il legame inscindibile tra il mistero trinitario e quello eucaristico.
♥ Che cosa è il Paradiso se non la vita divina, ossia la vita trinitaria? Che bello se avessimo questa persuasione di fede ogni volta che ci accostiamo al banchetto eucaristico!
Papa Urbano IV e il miracolo eucaristico di Bolsena.
♦ L’estensione della solennità del Corpus Domini a tutta la Chiesa risale a papa Urbano IV, con la bolla Transiturus dell’11 agosto 1264.
♥ È dell’anno precedente invece il miracolo eucaristico di Bolsena, nel Viterbese. Qui un sacerdote boemo, in pellegrinaggio verso Roma, mentre celebrava Messa, allo spezzare l’Ostia consacrata, fu attraversato dal dubbio della presenza reale di Cristo. In risposta alle sue perplessità, dall’Ostia uscirono allora alcune gocce di sangue che macchiarono il bianco corporale di lino (conservato nel Duomo di Orvieto) e alcune pietre dell’altare ancora oggi custodite nella basilica di Santa Cristina. Fu fatta una processione di riparazione.
♥ Nell’estendere la solennità a tutta la Chiesa cattolica, Urbano IV scelse come collocazione il giovedì successivo alla prima domenica dopo Pentecoste (60 giorni dopo Pasqua).
L’inno scritto da san Tommaso d’Aquino.
♦ Papa Urbano IV incaricò il teologo domenicano Tommaso d’Aquino di comporre l’officio della solennità e della Messa del Corpus et Sanguis Domini.
♦ In quel tempo, era il 1264, san Tommaso risiedeva, come il Pontefice, sull’etrusca città rupestre di Orvieto nel convento di San Domenico. Il Doctor Angelicus insegnava teologia nello studium (l’università dell’epoca) orvietano e ancora oggi presso San Domenico si conserva ancora la cattedra dell’Aquinate e il Crocifisso ligneo che gli parlò.
♦ La tradizione vuole infatti che proprio per la profondità e completezza teologica dell’officio composto per il Corpus Domini, Gesù – attraverso quel Crocifisso – abbia detto al suo prediletto teologo: “Bene scripsisti de me, Thoma“. (Hai scritto bene di me, Tommaso!)
♥ L’inno principale del Corpus Domini, cantato nella processione e nei Vespri, è il “Pange lingua” pensato e scritto da Tommaso d’Aquino di cui si riportano le strofe finali:
- “Ecco il pane degli angeli, pane dei pellegrini, vero pane dei figli: non dev’essere gettato.
- Con i simboli è annunziato, in Isacco dato a morte, nell’agnello della Pasqua, nella manna data ai padri.
- Buon pastore, vero pane, o Gesù, pietà di noi: nutrici e difendici, portaci ai beni eterni nella terra dei viventi.
- Tu che tutto sai e puoi, che ci nutri sulla terra, conduci i tuoi fratelli alla tavola del cielo nella gioia dei tuoi santi.