Rubrica quotidiana a cura di P. Salvatore Brugnano
Storie belle… per vivere meglio
Coraggio, Gesù ci chiama.
– Ritrovare la gioia dopo l’amarezza, la luce dopo il buio delle tenebre. Gesù ci chiama a fare questo passaggio, ma è necessario che noi lo invochiamo con il vivo desiderio di salvezza.
– Il profeta Geremìa racconta la gioia del ritorno a Gerusalemme degli esuli a Babilonia. È il ritorno alla vita, alla libertà, alla gioia.
– È quanto sperimenta il cieco Bartimèo, a cui Gesù ridona la vista dopo che il cieco lo ha invocato con insistenza. E questo è il segno della salvezza che oramai è giunta fra noi.
– Come il cieco di Gerico, anche noi gridiamo a Gesù la nostra fede, per ottenere da lui misericordia e perdono. E ci facciamo voce delle tante persone che non sanno o non vogliono più rivolgersi al Signore, chiedendo per loro il dono della fede: “Figlio di Davide, abbi pietà di noi”.
– Chiediamo al Signore che ci accordi la luce della fede e ci dia vigore, affinché lo seguiamo come il cieco di Gerico, fino a che non avremo raggiunto la patria celeste. – Oggi ricorre la 95a Giornata missionaria mondiale.
Dal Vangelo di questa domenica (Mc 10,46-52).
♦ In quel tempo, mentre Gesù partiva da Gèrico insieme ai suoi discepoli e a molta folla, il figlio di Timèo, Bartimèo, che era cieco, sedeva lungo la strada a mendicare. Sentendo che era Gesù Nazareno, cominciò a gridare e a dire: «Figlio di Davide, Gesù, abbi pietà di me!».
♦ Molti lo rimproveravano perché tacesse, ma egli gridava ancora più forte: «Figlio di Davide, abbi pietà di me!».
Gesù si fermò e disse: «Chiamatelo!».
♥ Chiamarono il cieco, dicendogli: «Coraggio! Àlzati, ti chiama!». Egli, gettato via il suo mantello, balzò in piedi e venne da Gesù. Allora Gesù gli disse: «Che cosa vuoi che io faccia per te?». E il cieco gli rispose: «Rabbunì, che io veda di nuovo!». E Gesù gli disse: «Va’, la tua fede ti ha salvato». E subito vide di nuovo e lo seguiva lungo la strada.
«Coraggio! Alzati, ti chiama» – Salvato per la sua fede, segue Gesù.
♦ Il cieco seduto lungo la strada si chiama Bartimeo: la sua vita, ormai senza speranza si è ridotta a mendicare. La speranza si accende quando sente che passa Gesù e comincia a gridare sempre più forte: «Figlio di Davide, Gesù, abbi pietà di me!». E Gesù lo fa chiamare.
♦ Il cieco, ascoltando la chiamata di Gesù, getta via il mantello e va verso di Lui, credendo che Gesù è il “Rabbunì” (Signore mio). Infatti Gesù gli dice «Va’, la tua fede ti ha salvato», e la vista gli ritorna nuovamente.
♥ Non possiamo essere guariti, se non gridiamo al Signore di salvarci. Anche oggi, tra noi c’è chi è cieco e chi è zoppo: cosa aspettiamo di gridare a Gesù di essere guariti e così metterci a seguirlo?
♥ Chiediamo al Signore che ci accordi la luce della fede e ci dia vigore, affinché lo seguiamo come questo cieco di Gerico.
♥ Oggi è la Giornata missionaria mondiale. Il Papa ci ricorda che Dio, nella Pasqua di Gesù, fa proprie le gioie, le sofferenze, i desideri, le angosce dell’umanità e «vuole stabilire con ogni persona, lì dove si trova, un dialogo di amicizia».
♥ E tu stai annunciando ciò che hai “visto e ascoltato”, testimoniando senza vergogna la fede in Gesù che salva?
Ti senti missionario di “com-passione” e di “speranza” là dove vivi? (p. Giovanni Crisci, frate cappuccino).
95a Giornata missionaria mondiale.
«Non possiamo tacere quello che abbiamo visto e ascoltato» (At 4,20)
♦ L’annuale Giornata missionaria mondiale rinnova la chiamata a essere discepoli-missionari.
♥ Accanto a Gesù, uomini e donne hanno imparato la sua attenzione per i malati, i più poveri ed emarginati; i primi cristiani, senza timore di mettere a repentaglio la propria vita, portarono ovunque il messaggio della salvezza.
♥ Anche oggi l’esperienza di fede diventa missione, condivisione gioiosa di quanto il Signore ci dona.
♥ La pandemia ha evidenziato e amplificato il dolore, la solitudine, la povertà e le ingiustizie di cui già tanti soffrivano, e ha smascherato le nostre false sicurezze, dice papa Francesco nel suo messaggio per la Giornata.
La parola di Dio, annunciata e testimoniata, riaccende la speranza e la creatività per esprimere la compassione e la vicinanza di Dio.
♥ Nel rispetto delle norme sanitarie, è urgente mettere in campo la prossimità, la compassione, la misericordia: atteggiamenti che ci permettono di creare «una comunità di appartenenza e di solidarietà, alla quale destinare tempo, impegno e beni» (Fratelli tutti, 36).
Anche in questo tempo difficile, donare con gioia è condividere ciò che il Signore ci dona.
♥ La Giornata missionaria allarga gli orizzonti, nella reciprocità del dare e del ricevere, guardando a tutti i cinque continenti.
♦Forse non è abbastanza noto che il contributo, anche in denaro, che leghiamo a questa Giornata come gesto concreto per “le missioni” è raccolto con tanto impegno e abnegazione anche nelle chiese dei Paesi più poveri.
♦ Si dona e si riceve, nei modi che sono più consoni alla comunicazione del Vangelo: in un luogo arriverà l’aiuto economico per un’opera sociale, in un altro giungerà un missionario per l’animazione e il ministero.
♥ Tutti infatti, anche con un piccolo apporto, possono farsi carico delle necessità dell’annuncio e così far conoscere ciò che portiamo di più vero nella nostra vita.
La missione è l’identità della comunità ecclesiale, essa esiste per evangelizzare.
(don Roberto Ponti, ssp, in la domenica.it).
Per la preghiera.
♦ Gesù, Figlio di Davide, tu hai compassione per i nostri errori e le nostre ignoranze, abbi pietà di noi.
♦ Gesù Redentore, aiutaci ad annunciare ciò che abbiano «visto e ascoltato»: l’amore di Dio per noi.
♦Padre santo aiuta i missionari e le missionarie, perché anche con la semplice testimonianza della loro vita rendano fecondo l’annuncio del Vangelo senza scoraggiarsi di fronte alle inevitabili difficoltà.
♦ Spirito Santo, illumina i medici, gli infermieri e gli scienziati, perché continuino a portare sollievo e cure ai tanti malati dei nostri tempi. * Santissima Trinità, guida tutti noi, perché, nonostante fragilità e limiti, ci impegniamo a essere missionari di “com-passione” e di “speranza” nei nostri ambienti familiari, lavorativi e sociali.
Amen.