Il “Codice Romano Carratelli” fonte storica eccezionale
Il 23 e 24 ottobre presso l’Università Mediterranea di Reggio Calabria
Un convegno di notevole importanza storica si terrà prossimamente in una due giorni, 23 e 24 ottobre, presso l’Università Mediterranea di Reggio Calabria.
“Progettare la difesa, rappresentare il territorio, XVI-XVII. Il Codice Romano Carratelli e la fortificazione nel Mediterraneo” è il titolo dato al convegno che in maniera suggestiva riporta direttamente alla fonte di studio del determinato periodo storico individuato.
L’organizzazione del Convegno di studi affidata al professoressa Francesca Martorano del Laboratorio CROSS di Storia dell’Architettura e Restauro, Dipartimento PAU dell’Università Mediterranea Reggio Calabria, membro insieme a Nicola Aricò, Enzo Bentivoglio, Donatella Calabi, Mirella Mafrici del Comitato Scientifico, vedrà i saluti Pasquale Catanoso, Giuseppe Raffa, Paola Lanaro, Simonetta Valtieri,Gianfranco Neri, Domenico Romano Carratelli, e gli interventi di altri illustri ospiti quali Alicia Camara Munoz, antonello Savaglio, Vadlimiro Valerio G. Carla Romby, Bruno Mussari, Giuseppe Mele, Andrea Pirinu, Elisabetta Molteni, Maria Grazia Rosaria Mele,Nicola Melis, Giuseppina Scarmadi.
Sarà appunto questo codice Romano Carratelli, recentemente venuto alla luce, il punto di partenza da cui si svilupperà il tema delle politiche e dei sistemi di difesa nell’età spagnola e le modalità di gestione del controllo territoriale nello scenario mediterraneo.
Si tratta di un manoscritto inedito risalente alla fine del 1500, composto da 99 fogli acquerellati, con legatura in pergamena rigida e titoli e didascalie manoscritte, un codice appunto concepito come opera cartografica con lo scopo di permettere di organizzare la difesa e il controllo delle coste e di verificare la necessità di edificare nuove protezioni. Splendide immagini di città fortificate della Calabria Ultra ed appunto Reggio Calabria, Vibo Valentia, Tropea, Cosenza, Crotone, fanno bella mostra in questo documento, apparendo come delle vere e proprie Fotografie del tempo, con annotazioni di misurazioni, eventuali spese, le distanze dalle fonti idriche importantissime per chi si accostava alle terre ferme.
Il manoscritto risale alla fine del Cinquecento, esattamente al 1595, in pieno periodo storico dei Viceré, Conte di Miranda, tempi di incursioni moresche, con rapimenti a scopo di riscatto e di riduzione degli ostaggi in schiavitù. Il Codice Romano Carratelli risultanza quindi di un preciso intento, cioè quello di rappresentare la scelta concreta per realizzare un compiuto sistema di torri che, integrando l’esistente permettesse alle popolazioni costiere la possibilità della difesa, anche con la fuga, è sostanzialmente la pianificazione strategica di difesa del Governo del Regno voluta da Carlo V° e Filippo II° e che avrebbe trovato attuazione durante il Governo del Vicerè Pietro di Toledo (1532-1553). Tale obiettivo venne ripreso e perseguito con tenacia e volontà qualche anno più tardi anche dal Vicerè Duca di Alcalà (1559-1575).
Questo magnifico documento storico, oggetto già qualche tempo fà di un altro importante studio internazionale promosso in Spagna, focalizzerà l’attenzione di numerosi interventi previsti nell’imminente convegno di studi reggino, unitamente ad altre fonti storiche.
Ampio spazio sarà dato non solo alla strategia progettuale messa in atto da vari Stati italiani contro la costante minaccia turca e barbaresca, ma anche alla raffigurazione di luoghi fortificati dell’area mediterranea, indagati attraverso lo sguardo degli opposti universi, l’ottomano e il cristiano. Fu quello infatti un periodo storico dove numerosi tecnici furono incaricati di visitare le difese costiere e, fra costoro, anche nomi di assoluto prestigio, quali quello di Mario Cartaro, autore del celeberrimo atlantino delle 12 provincie del Regno, così come ricorda l’opera di Nicolantonio Stigliola, ma il Codice Romano Carratelli porta con sè un valore aggiunto all’aspetto puramente storico, quello artistico non secondario.