La ballerina del prestigioso teatro Alla Scala di Milano, Mary Garret, ospite a Tropea
L’associazione FIDAPA ha organizzato un interessante convegno
Un interessantissimo convegno è stato organizzato presso la biblioteca comunale” Albino Lorenzo” di Tropea. Ospite d’onore la ballerina Mary Garret, Mariafrancesca Garritano, in passato solista del prestigioso teatro Alla Scala di Milano.
L’incontro organizzato dall’associazione FIDAPA delle sezioni di Curinga e di Tropea ha visto la partecipazione degli Istituti Scolastici Secondari di Primo e Secondo grado della cittadina. “La gola dei cigni” il titolo dell’evento che ha voluto rappresentare la sintesi del tema trattato di interesse comune e sempre più frequente: i disordini alimentari. A porgere i saluti ai convenuti il sindaco Gaetano Vallone, la Dirigente dell’Istituto Superiore Beatrice Lento, il Dirigente del Comprensivo Scalamandrè; poi gli interventi delle presidenti delle sezioni FIDAPA, Antonella Vono di Curinga ed Annunziata Rombolà di Tropea, la dottoressa Caterina Gimigliano impegnata da qualche mese in un progetto d’ascolto nelle scuole tropeane. La presenza della Garret ha offerto l’opportunità di confrontarsi su una problematica sempre più diffusa soprattutto tra i giovanissimi; prendendo spunto dalla grande eco suscitata dall’uscita del suo libro-denuncia in cui la ballerina, pur mai nominando la parola anoressia, palesava il disagio causatole dalla realtà competitiva e professionale subita durante la sua permanenza nelle scuola di danza scaligera, la discussione ha abbracciato temi importanti sull’importanza dell’autostima e del giusto rapporto tra passione e benessere personale. “Io – ha detto la Garritano- non ho mai denunciato La Scala. Un titolo di un giornale londinese è rimbalzato a livello mondiale tanto da causarmi l’allontanamento dal mio ruolo di ballerina di uno dei più prestigiosi teatri. Non ho mai voluto fare pubblicità al mio libro, tanto è vero che era stato pubblicato un anno e mezzo prima che il caso fosse di dominio pubblico. Una serie di circostanze hanno fatto si che si prendesse il mio racconto come scusa per montarci su una polemica. Con ciò non voglio dire che rinnego quanto scritto, è la pura e semplice verità di ciò che ho vissuto e che rischiava di minare fortemente la mia salute. Fortunatamente sono riuscita a comprendere il mio malessere a curarmi ed oggi sono qui a testimoniare che inseguire una passione non significa spingersi al punto da mettere in pericolo la propria vita”. Molto interessante anche l’intervento della psicologa Gimigliano la quale ha preferito raccontare la malattia attraverso la lettura di uno scritto, realistico a tratti crudo ma di forte impatto emotivo. Non sono mancate le domande dei ragazzi, interessati ed incuriositi dall’argomento e dal problema, che, pur nella sua serietà, viene percepito ancora come qualcosa di controllabile e risolvibile.