Ugl e Fials (Confsal) intervengono a tutela degli infermieri
Miceli: “Spostamenti per garantire un buon livello”
Ugl e Fials (ConfSal) si scagliano contro il direttore del dipartimento di Chirurgia Francesco Miceli. Non hanno digerito, i sindacati, di non esser stati interpellati per la riorganizzazione dei servizi del blocco operatorio effettuati dopo la temporanea chiusura della sala operatoria di Tropea. Mercoledì scorso, il direttore sanitario pro tempore del presidio ospedaliero di Tropea Salvatore Accorinti ha affermato che gli interventi necessari alla riapertura sono di lieve entità, ma i sindacati non vogliono aspettare la riapertura della sala per veder rientrare in sede i lavoratori temporaneamente trasferiti a Vibo Valentia da Miceli.
Per l’Ugl, che in ambito provinciale è guidata da Domenico Russo, il direttore del Dipartimento «non ha tenuto nel debito conto le norme contrattuali e sindacali» nonché le «urgenti esigenze di altri reparti del presidio ospedaliero di Tropea dove vi è una cronica mancanza di infermieri».
Miceli, insomma, «prima di disporre e di emanare gli ordini di servizio – suggeriscono dall’Ugl – provveda ad effettuare la prevista informativa ai sindacati».
In conclusione, l’Ugl invita i commissari ad «intervenire affinché si proceda all’annullamento di tale provvedimento» e si augura che essi «diano un segnale all’utenza verso quel radicale cambiamento da tutti auspicato».
Anche la Fials, attraverso il suo responsabile Sandro Cortese, ha puntato il dito contro Miceli., ritenendo inaccettabile il trasferimento di due infermieri professionali, che tra l’altro rivestono incarichi nel sindacato con funzioni dirigenziali del settore Contatti a Tropea e Nicotera e del Distretto sanitario nell’area di Tropea. Per questo «non possono essere trasferiti o mobilitati – tuona la Fials – se non con il consenso dell’interessato e del sindacato di appartenenza» e siccome non sono pervenute richieste al sindacato, non sarebbero state «rispettate le regole di comportamento contrattuale», per cui la nota di trasferimento «è considerata –conclude la Fials – una infrazione con possibili conseguenze di natura penale».
Miceli, con una lettera indirizzata per conoscenza al Ds dell’Asp, ha spiegato che la riorganizzazione non è «un atto di mobilità interna» ma un modo per «ottimizzare e mantenere buoni i livelli di competenze professionali che, diversamente, andrebbero vanificati e dispersi».