Una lettera del 1801 di G. De Mendoza
I Riformati e i Redentoristi nei loro conventi
Nell’archivio di Stato di Catanzaro c’è un fondo con nutrito carteggio circa il ritorno di alcuni ordini religiosi nei rispettivi conventi, da cui erano stati allontanati. In questa lettera l’autore riferisce che a Tropea si è recato il vescovo di Nicotera per esaminare se far ritornare i PP. Riformati nel loro convento dell’Annunziata, il quale era occupato dai Redentoristi. E conseguentemente doveva anche esaminare se far ritornare i Redentoristi nel collegio degli espulsi Gesuiti. Ma l’Università [il Comune], fondandosi su un precedente documento del Marchese di Fuscaldo, vorrebbe realizzare nel Collegio dei Gesuiti un monastero per Donzelle. Tutti sono in attesa delle decisioni del Re.
La vicenda, dopo una serie affannosa di ricorsi e controricorsi, raggiunse questa conclusione: il re ritornò sulle decisioni precedentemente prese e con decreto del 27 maggio 1802 riconsegnò ai redentoristi la chiesa ed il convento del Gesù.
Ill.mo Signore, Signore Padrone Colendissimo,
Mi riconosco nel dovere rassegnare a V. S. Ill.ma che in adempimento di sovrano comando del Re N. S. nel prossimo passato mese di maggio del c. a. 1801 con speciale delegazione si conferì in questa città il degnissimo vescovo di Nicotera Mons. Marra, acciò sopra luogo riconosciuto avesse se doveasi per gli addotti motivi al Real trono restituire ai PP. Riformati l’antica loro casa, che ritrovasi attualmente abitata dai PP. Missionari del SS. Redentore, e quindi far questi passare nella casa degli Espulsi Gesuiti, ove prima abitavano.
Per mandare all’effetto un tale sovrano venerato comando, non mancò il lodato Prelato d’andare personalmente a riconoscere tutte le additate case e prendere quei lumi, rischiarimenti e notizie che si convenivano, cosicché ne umiliò a S. M. distinta e categorica relazione, giacché non aveva stimato risolvere questo interessante incarico, senza la sovrana approvazione, quale si sta a momenti attendendo, e per quanto preintendo forse sarà per ritornare li Padri nel suddetto Collegio degli Espulsi e far riattare l’antico monastero di S. Chiara per le donne monache.
Ciò posto avrei sperato che nulla si sarebbe innovato, ma da questa Università si vuole per monastero delle Nobili Donzelle, adducendo d’essere stato per tal uso dal Marchese di Fuscaldo Visitatore di quel tempo per la Cassa Sacra conceduto il suddetto Collegio. Onde io avrei pensato, pendente la risoluzione di Mons. Vescovo di Nicotera, inibire ed impedire ogni novità di fabbrica e di altro, ma voglio tutto riferire a V. S. Ill.ma, dalla quale attendo i suoi savi oracoli, se debbo contenermi su tal particolare, mentre pronto all’onore dei suoi venerati comandi, con pieno rispetto mi dichiaro
Di V. S. Ill.ma
Giovanni De Mendoza
Tropea 27 giugno 1801
Al Sig. D. Antonio Winspeare
Preside e Governatore dell’Armi
In Catanzaro
(Archivio di Stato – Catanzaro, Fondo Delegazione Frumentaria, Busta 8 – Fascicolo 211: “Atti relativi alla casa degli Espulsi Gesuiti che si debba restituire ai PP. del SS. Redentore di Tropea”)