Repice chiede la non trattazione dei punti della minoranza
Confermata l’aliquota Ici ed esternalizzata la riscossione dei crediti
Il consiglio comunale di ieri mattina è stato caratterizzato da toni accesi e dall’abbandono dell’aula dei consiglieri di minoranza, poiché il sindaco Adolfo Repice ha chiesto la non trattazione dei quattro punti all’ordine del giorno che loro avevano proposto. Repice, dopo l’approvazione dei verbali delle sedute precedenti, passati con il solo voto dei consiglieri di maggioranza presenti, ha ricordato all’opposizione che, nonostante i consiglieri comunali abbiano «diritto di iniziativa su ogni argomento di competenza del Consiglio comunale», essi debbano comunque esercitare tale diritto «mediante presentazione di proposte di deliberazione», per come recita l’articolo 14, che dovranno poi essere sottoposte «all’approvazione del Consiglio comunale», in base all’articolo 15. Repice ha così proposto al consiglio la non trattazione dei punti 2, 3, 4 e 5, che a suo dire non rispettavano tali articoli del regolamento.
La proposta, passata con il voto della maggioranza, ha scatenato la reazione del leader dell’opposizione Gaetano Vallone, il quale, rivolgendosi a Repice, ha detto che sulla questione «arriverà la risposta della piazza». Dopo un diverbio tra i due, tutti e cinque i consiglieri di minoranza hanno abbandonato l’aula. Su proposta del primo cittadino si è passati alla discussione e approvazione dei successivi cinque punti all’ordine del giorno. Il vicesindaco Pino Rodolico ha relazionato sull’approvazione dello schema di convenzione quinquennale di 13 articoli per regolamentare l’ufficio di coordinamento e gestione dei Piani integrati territoriali. Sul punto è giunto il voto unanime del consiglio. Successivamente, il presidente del Consiglio Nino Valeri ha relazionato sulla nomina dei componenti della Commissione per la formazione degli Albi dei Giudici Popolari. Oltre al sindaco, o ad un suo rappresentante, i due consiglieri comunali eletti dal consiglio per far parte di questo organo saranno Paolo Ceraso, che ha ottenuto 9 voti, e Franco Pontorieri, eletto con 8 voti. L’assessore al Bilancio Carmine Sicari ha in seguito chiesto al Consiglio di approvare la conferma dell’aliquota dell’Imposta sugli immobili, ammontante a 103 euro e 29 centesimi, e di stabilire le direttive per l’esternalizzazione del servizio di riscossione volontaria e coattiva delle entrate comunali. Entrambi i punti sono passati all’unanimità e sono stati resi immediatamente esecutivi. Sull’esternalizzazione del servizio di riscossione delle entrate, il sindaco ha aggiunto che tale decisione si è resa necessaria poiché «il Comune di Tropea ha residui dovuti per 6.266.541 euro non incassati». Prima di trattare l’ultimo punto, Repice ha rilasciato una sua considerazione in vista del verdetto del Tar di oggi: «Sono sereno – ha detto il sindaco – perché se anche dovessero annullare le elezioni e mandarci a casa tutti, quelle cose che abbiamo avviato dovranno essere portate a termine da un eventuale commissario». Il decimo punto, inerente la richiesta alle Poste italiane di potenziare l’Ufficio locale, è stato rinviato a una nuova seduta dal sindaco, per le stesse motivazioni dei precedenti punti proposti dalla minoranza, poiché non contenente alcuna proposta. Eppure, Repice ci ha tenuto a puntualizzare che la problematica relativa alla posta, «sollevata da un articolo comparso sulla stampa (il 2 febbraio sulla Gazzetta del Sud, ndr.), sarà approfondita tutta la documentazione, raccogliendo ulteriori dati per avere un maggior peso contrattuale con la società».