Rubrica quotidiana a cura di P. Salvatore Brugnano
Storie belle… per vivere meglio
Consacrati per sempre, anche dinanzi alla morte.
Ieri è stata la Giornata della vita consacrata. Tutta la Chiesa ha invocato lo Spirito Santo perché riempisse il cuore di tutte le donne e uomini consacrati, con il fuoco del suo amore, in modo da essere collaboratori impegnati e gioiosi di Gesù Cristo per annunziare il Regno di Dio a tutti, specialmente ai poveri, i prediletti di Dio. “La vita consacrata è un dono di Dio per la Chiesa e per l’umanità. ‘Consacrato’ vuol dire essere scelto da Dio per appartenergli totalmente e per essere “strumento” di una sua particolare presenza d’amore” (Lumen gentium).
La consacrazione di don Giuseppe Berardino malato di Sla.
♦ A margine della Giornata della Vita Consacrata, della quale in ogni diocesi del mondo si è tenuta una particolare celebrazione, questa rubrica vuole ricordare la morte di don Giuseppe Berardino, 51enne sacerdote malato di Sla da due anni immobilizzato a letto, visitato da papa Francesco 20 giorni fa nel suo letto di sofferenza.
♥ In questa occasione la vicenda di don Giuseppe Berardino aveva commosso il mondo. il Santo Padre aveva avuto un colloquio privato con lo sfortunato presbitero, dicendogli: “Giuseppe, sono il tuo vescovo. Sono venuto per dirti che il Signore ti è molto, molto vicino”.
♦ Il cardinale Agostino Vallini, a Guidonia, ha celebrato i funerali di don Giuseppe in rappresentanza del Vescovo di Roma (che è Papa Francesco), ed è stato il primo ad informare il Papa del decesso del sacerdote e il Papa si è detto contento di averlo potuto visitare di persona e ha pregato il vicario di portare la sua benedizione alla parrocchia di Setteville di Guidonia.
♥ Nell’omelia, il cardinale Vallini ha ricordato don Berardino come un testimone esemplare del Vangelo, che ha voluto vivere fino in fondo nella fede la sua malattia. Grande è stata la partecipazione di tutta la comunità parrocchiale ai funerali.
♥ Toccante è stata la testimonianza del viceparroco don Francesco Zanoni:
“Abbiamo visto attorno al letto di don Giuseppe riconciliazioni, persone che si sono perdonate, genitori che hanno accettato la croce di un figlio malato, che hanno trovato conforto, veri miracoli attorno a quel letto”.