Analisi sulla politica locale a pochi mesi dal voto
Sembra tutto fermo, ma è solo calma apparente
La politica a Tropea è in fermento. Qualcosa bolle in pentola, ma cosa? È difficile riuscire a delinearne sin d’ora un quadro chiaro, ma è possibile tentare di descrivere, in linea di massima, quali siano le forze in campo e i possibili scenari futuri. L’uomo da battere è, anche stavolta, il professor Gaetano Vallone. Già sindaco nel ’93, quando sconfisse un giovane Giovanni Vecchio con quasi 3mila voti, e nel ’97, con più di 3mila e duecento, con i quali si impose su Gerardo Barone Adesi, Vallone ha pure determinato la vittoria di Mimma Cortese nel 2002, superando un altro big della politica locale, il già sindaco Peppino Romano. Chi conosce le dinamiche della politica tropeana, poi, non può non pensare al supporto che Vallone diede alla lista di Antonio Euticchio nel 2006, quando suo nipote Giovanni Macrì – oggi consigliere provinciale ma allora giovane esordiente del panorama politico tropeano – fu il primo degli eletti e per questo ricevette la carica di vicesindaco, prima di fuoriuscire dall’esecutivo e determinarne l’inesorabile declino. Oggi è Macrì stesso, come interlocutore privilegiato alla Provincia, a rappresentare sin da subito una garanzia per Vallone, sperando di proiettarsi in seguito in una dimensione più ampia.
Dall’altro lato non si è ancora fatto avanti un antagonista riconosciuto all’altezza dall’elettorato. Esiste il comitato denominato “PubblicaMente”, che cresce giorno dopo giorno, volto a creare una adeguata controparte, ma non è ancora pronto a raccogliere il guanto e rimanda la sfida ad un futuro prossimo, quando le idee degli aderenti inizieranno a prendere forma per costituire una lista. Inutile perciò investire sin d’ora di responsabilità questo o quell’aderente. I promotori, infatti, sanno bene che l’essere giovani non basti come unico requisito per proporsi a seria alternativa: Vallone stesso presentando una lista ricca di volti nuovi annullerebbe un’eventuale contrapposizione generazionale tra le parti. Perciò essi continuano ad organizzarsi con una serie di appuntamenti settimanali..
Stanno alla finestra, nel frattempo, quelli dell’UdC. Per bocca del segretario locale Michele Accorinti e del presidente Egidio Repice, infatti, i centristi promettono di scendere in campo sotto le insegne dello scudo crociato. Ovvio che non sia da escludere, per loro, un’alleanza dell’ultimo minuto con la lista che offra migliori garanzie. A vendere cara la pelle ci saranno poi i sempreverdi di palazzo Sant’Anna. Quelli che, alla fine, servono a portare voti a chi voglia sedere sullo scranno centrale e, quindi, con i quali, giocoforza, bisogna mettersi d’accordo. Di questa categoria fanno parte in molti, ma è troppo presto per scoprirne le intenzioni.
Se ad esempio i già assessori provinciali Pasquale Orfanò e Alfonso Del Vecchio hanno da tempo reso pubblica l’intenzione di non candidarsi più, discorso diverso va fatto per altri due esponenti di spicco del centrosinistra, come Giuseppe Rodolico e Giovanni Vecchio. Il primo potrebbe defilarsi a causa del gran da fare alla Provincia, il secondo non avrebbe nulla da guadagnarci a scendere in campo in prima persona ma dovrebbe farlo solo per amore della città. Per lo stesso motivo, a maggior ragione, potrebbe optare per strade diverse, mirando più in alto e offrendo il suo appoggio dall’esterno. Sandro Cortese, Pasquale Vasinton e Mimmo Tropeano, invece, non hanno scoperto le loro carte. In un simile discorso non bisogna dimenticare poi i vari Carlo Alberto De Monte, Ciccio Il Grande e Francesco Stefanelli, per citarne alcuni, così come Romana Lorenzo, in ascesa tra le fila del Pd regionale, il commissario Pdl Giuseppe Lonetti e i socialisti di Giorgio Centro. Dal lato opposto vi sono uomini come Lucio Ruffa e Saverio Caracciolo. Quest’ultimo politicamente vicinissimo a Vallone, mentre il primo apertamente schieratosi al fianco del professore. Entrambi, pallottoliere alla mano, potrebbero raggranellare un consistente numero di voti.
Fin qui è fantapolitica, ovviamente, quindi perché non dare credito anche ad eventuali sorprese? Il nome di Angela Napoli, ad esempio, ha già di per sé causato una serie di differenti reazioni. Se si concretizzasse questa ipotesi, fortemente caldeggiata da Carmine Adilardi, si darebbe il via alle danze. La Napoli, infatti, oltre all’entusiasmo della gente, avrebbe bisogno di un gruppo di candidati validi a supportarla, e in questa operazione potrebbe sottrarre candidati sia a Vallone che alla neo formazione di giovani, che pare abbia già perso qualche pezzo.
Nel frattempo che qualcosa si muova, in questo clima di incertezze, ogni minima dichiarazione può avere i suoi effetti. Ed è per questo che tutti rimangono abbottonati, senza sbilanciarsi, com’è successo durante l’incontro organizzato dall’Associazione tropeana degli operatori di stampa. Sembra tutto fermo, ma è solo calma apparente.