Fede e dintorni

Come sarà il paradiso?

Rubrica quotidiana a cura di P. Salvatore Brugnano

Storie belle… per vivere meglio

Come sarà il paradiso?

La domanda è sempre ricorrente e le risposte si diversificano, secondo la sensibilità di chi risponde. Ma alla base di tutte le risposte c’è il linguaggio che si usa, e che è ancora necessariamente umano. Questo comporta che ogni risposta soddisfa fino a un certo punto. Rimane il concetto globale, che poi ogni credente maturerà attraverso la sua sensibilità ed esperienza. “Il nostro essere figli di Dio giungerà alla piena maturazione, saremo vestiti della gioia e dell’amore di Dio, senza limite, saremo faccia a faccia con lui… è bello pensarci così, lassù, nel cielo, tutti noi faccia a faccia con Dio… è bello e dà forza all’anima” (Papa Francesco) – E la risposta di ognuno può essere rivelatrice di qualcosa che arricchisce la propria, come quella data da Mario Agnes, che per oltre 20 anni fu direttore dell’Osservatore Romano, morto lo scorso 9 maggio 2018, a 86 anni, protagonista della Chiesa italiana. Un laico cattolico che sapeva dare ragione della sua fede.

Una domanda all’improvviso.
Chissà come sarà il paradiso, direttore?». La domanda era spuntata all’improvviso.
Decisamente un po’ strana per una riunione di redazione, tra fiumi di notizie da valutare, menabò da impostare nell’ordinario e ordinato caos in cui scorre la vita di ogni giornale.
♦ Un po’ meno strana forse se si considera che quel giornale era «L’Osservatore Romano» e, soprattutto, che il direttore era Mario Agnes. Straordinariamente fiero delle proprie origini meridionali, segnatamente irpine, il professor Agnes aveva ereditato dai genitori due doni dalla purezza cristallina: la devozione mariana e la fedeltà al Papa; doni conservati sino all’ultimo giorno.
♦  Presidente dell’Azione cattolica italiana (Ac) per sette anni, dal 1973 al 1980; e direttore dell’Osservatore Romano per ventitré, dal 1984 al 2007. Lo aveva voluto Giovanni Paolo II e con il Papa polacco negli anni era nata un’intesa, quasi una familiarità mai sbandierata, che ebbe il suo epilogo la mattina del 2 aprile 2005 quando Agnes fu uno dei pochi laici ad avere il privilegio di salutare il Pontefice ormai agonizzante.
♥ Mario Agnes è morto all’età di 86 anni ieri a Roma dopo una lunga malattia, e nel cuore dei suoi collaboratori rimane la dolcezza di quella riunione di redazione in cui qualcuno gli pose quella domanda davvero inaspettata: «Chissà come sarà il paradiso, direttore?».
♥ E la sua risposta con parole rivelatrici di una fede schietta, semplice, vissuta fin nei giorni della vecchiaia, al servizio alla Chiesa e al suo visibile fondamento, il Papa: «Il paradiso, il paradiso me lo immagino come il giorno della mia prima comunione. Io bambino, tutto emozionato, vestito con l’abito bello della festa che arrivo in treno al santuario della Madonna di Pompei. E ad attendermi per entrare ecco là davanti la mia mamma e il mio papà rassicuranti, che mi tengono per mano. E mi dicono: andiamo».
Una festa eterna!

♦ Un ricordo particolare lo hanno i Redentoristi che hanno avuto in Mario Agnes un amico di lunga data. Egli, irpino di nascita, aveva quasi una venerazione per il redentorista P. Ambrogio Freda (1909-2004), irpino anche lui, morto il 20 aprile 2004. Mario Agnes volle essere presente ai suoi funerali celebrati il giorno seguente nella Basilica Sant’Alfonso a Pagani (SA) e alcuni giorni dopo lo ricordò nelle pagine dell’Osservatore Romano che allora dirigeva.

(fonte: cf L’Osservatore Romano, 12 maggio 2018).

Come sarà il paradiso? Semplice e profonda la risposta data da Mario Agnes, per oltre 20 anni direttore de L’Osservatore Romano, morto lo scorso 9 maggio 2018 a 86 anni: «Il paradiso me lo immagino come il giorno della mia prima comunione. Io bambino, tutto emozionato, vestito con l’abito bello della festa che arrivo in treno al santuario della Madonna di Pompei. E ad attendermi per entrare ecco là davanti la mia mamma e il mio papà rassicuranti, che mi tengono per mano. E mi dicono: andiamo». Un laico cattolico che sapeva dare ragione della sua fede.

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