Rubrica quotidiana a cura di P. Salvatore Brugnano
Storie belle… per vivere meglio
Come dai, così riceverai.
-Fare le buone opere è un imperativo per il cristiano, certamente secondo le proprie possibilità.
– E’ importante non fermarsi al detto “Basta che io non faccia nulla di male”, bisogna passare alle opere, perché la fede senza le opere è morta, ammonisce San Giacomo.
– E la Quaresima è il tempo propizio per fare le buone opere. – Papa Francesco invita, in questa quaresima, di avere occhi e cuore per aiutare i bisognosi: “Un aiuto è sempre giusto, anche se non è una buona cosa lanciare al povero solo degli spiccioli. È importante il gesto, aiutare chi chiede guardandolo negli occhi e toccando le sue mani. Buttargli i soldi e non guardarlo negli occhi, non è un gesto da cristiano”.
– Gesù nel vangelo di Luca raccomanda: «Date agli altri e Dio darà a voi: riceverete da lui una misura buona, pigiata, scossa e traboccante. Dio infatti tratterà voi allo stesso modo con il quale voi avrete trattato gli altri» ( Lc 6,38). – Ecco una storia significativa!
Festa al castello.
Il villaggio ai piedi del castello fu svegliato dalla voce dell’araldo del castellano che leggeva un proclama nella piazza.
♦ «Il nostro signore beneamato invita tutti i suoi buoni e fedeli sudditi a partecipare alla festa del suo compleanno. Ognuno riceverà una piacevole sorpresa. Domanda a tutti però un piccolo favore: chi partecipa alla festa abbia la gentilezza di portare un po’ d’acqua per riempire la riserva del castello che è vuota…».
♦ L’araldo ripeté più volte il proclama, poi fece dietrofront e scortato dalle guardie ritornò al castello.
♦ Nel villaggio scoppiarono i commenti più diversi.
«Bah! È il solito tiranno! Ha abbastanza servitori per farsi riempire il serbatoio… Io porterò un bicchiere d’acqua, e sarà abbastanza!».
«Ma no! È sempre stato buono e generoso! Io ne porterò un barile!».
«Io un… ditale!».
«Io una botte!».
♦ Il mattino della festa, si vide uno strano corteo salire al castello.
Alcuni spingevano con tutte le loro forze dei grossi barili o ansimavano portando grossi secchi colmi d’acqua.
Altri, sbeffeggiando i compagni di strada, portavano piccole caraffe o un bicchierino su un vassoio.
♦ La processione entrò nel cortile del castello. Ognuno vuotava il proprio recipiente nella grande vasca, lo posava in un angolo e poi si avviava pieno di gioia verso la sala del banchetto.
Arrosti e vino, danze e canti si succedettero, finché verso sera il signore del castello ringraziò tutti con parole gentili e si ritirò nei suoi appartamenti.
♥ «E la sorpresa promessa?», brontolarono alcuni con disappunto e delusione. Altri dimostravano una gioia soddisfatta: «Il nostro signore ci ha regalato la più magnifica delle feste!».
Ciascuno, prima di ripartire, passò a riprendersi il recipiente. Esplosero allora delle grida che si intensificarono rapidamente. Esclamazioni di gioia e di rabbia.
♥ I recipienti erano stati riempiti fino all’orlo di monete d’oro!
«Ah! Se avessi portato più acqua…».
(fonte: Bruno Ferrero, 365 piccole storie per l’anima).