L’opera, è una delle più significative della produzione del “solitario” di Providence
Il racconto horror, appartenente al cosiddetto Ciclo di Cthulhu, fa parte de “I racconti del Necronomicon”, un libro che sarebbe stato scritto da Abdul Alhazred, ma Lovecraft spiegò che era stato solo frutto della sua fantasia
Colui che sussurrava nelle tenebre (The Whisperer in Darkness) è un racconto horror scritto da Howard Phillips Lovecraft nel 1930 e appartenente al cosiddetto Ciclo di Cthulhu.
L’opera è caratterizzata da un’essenzialità quasi da manuale scientifico, e qui Lovecraft approfondisce le radici dell’Orrore, il cosmo non è visto come un territorio da esplorare, ma è la fonte di orrori che solo la nostra ignoranza tiene lontani. Il male, l’orrore, gli esseri mostruosi, le entità aliene, gli altri mondi, l’universo imperscrutabile non sono quindi “cose” lontane da noi. Quella dello scrittore di Providence è un particolare tipo di fantascienza: la maggior parte dei suoi racconti, soprattutto quelli inerenti il Ciclo di Cthulhu, sono ambientati in un universo cupo e spaventoso, dove l’umanità a sua insaputa è in balia di forze occulte e malvagie e di terribili divinità che dominano l’universo. Colui che sussurrava nelle tenebre è una delle opere facenti parte I racconti del Necronomicon, un libro che sarebbe stato scritto da un arabo folle, Abdul Alhazred, che avrebbe dovuto contenere le formule e i rituali grazie ai quali sarebbe possibile richiamare dai loro obbrobriosi mondi le oscene divinità che fanno da sfondo a questo e ad altri racconti. Lovecraft, ancora vivente era una vera e propria leggenda, si affannò inutilmente a spiegare che il tutto era frutto della sua fantasia, che non era mai esistito l’arabo folle né il suo tanto osannato libro. Era stato lo stesso scrittore, comunque, ad iniziare per scherzo con gli amici una storia editoriale del Necronomicon, storia che andò ben oltre le intenzioni dell’autore. A ciò si aggiunga che è in racconti come questo che Lovecraft, da rispettabilissimo allievo, supera il maestro Poe. I racconti del Necronomicon sono quanto di più orribile la mente umana abbia potuto partorire, e Colui che sussurrava nelle tenebre è una storia cupa e inquietante. Albert Wilmarth, docente di Lettere e appassionato di folklore – il narratore – intrattiene un rapporto epistolare con lo studioso Henry Akeley del Vermont, che sostiene di essere entrato in contatto con una misteriosa razza aliena, i Mi-go. In lettere sempre più preoccupanti, Akeley racconta al narratore il suo scontro con le creature, che lo sorvegliano tramite i loro “informatori”. Successivamente Wilmarth viene rassicurato dall’ultima lettera di Akeley: le intenzioni delle creature sono amichevoli; e si reca dunque a fargli visita nel Vermont. Akeley si trova debilitato ed è costretto a parlare a voce molto bassa. Durante le loro conversazioni, Wilmarth percepisce a volte un senso di disagio e tensione, per via dello strano modo di parlare di Akeley, che si esprime sussurrando. Alla fine Wilmarth scopre che Akeley era stato in realtà rapito e trasportato dalle creature su un altro pianeta, Yuggoth, che l’ultima missiva era un falso e che l’essere con cui aveva parlato, nascosto sotto un corpo fatto di cera, era in realtà un alieno. Pagina dopo pagina, riga dopo riga, Lovecraft ci accompagna verso un abisso mozzafiato, un altrove inquietante. Il maestro di Providence non ha rivali, ed è grazie a racconti come questo che ha raggiunto le più alte vette della sua produzione.