Comunicato stampa
I deputati, Dalila Nesci, Federica Dieni e Paolo Parentela hanno presentato una interrogazione sulla società mista in liquidazione che gestisce il servizio idrico regionale
I deputati M5S della Calabria Dalila Nesci, Federica Dieni e Paolo Parentela hanno presentato stamani una lunga interrogazione sulla Sorical, la società mista in liquidazione che gestisce il servizio idrico regionale. L’atto, indirizzato al presidente del Consiglio Enrico Letta e ai ministri di Giustizia, Interno, Salute, Ambiente e Pubblica amministrazione, prende spunto dai recenti arresti per tangenti su appalti di Sorical. Si tratta di un dossier, ormai una modalità fissa dei Cinque Stelle, che tocca diverse questioni: l’erronea determinazione delle tariffe applicate negli anni, il problema della competenza sulla specifica materia, i compiti di Sorical, il caso delle acque dell’Alaco e le inchieste giudiziarie che hanno toccato personale del gestore.
I tre parlamentari calabresi hanno chiesto ai ministri interrogati «quali accertamenti intendono promuovere, anche sulla scorta di tutte le sentenze e indicazioni delle Corti citate nell’atto». Di seguito, hanno poi domandato ai ministri «quali misure intendono adottare a garanzia della salute dei cittadini che ricevono acqua potabilizzata dall’invaso dell’Alaco, anche in considerazione del quadro giudiziario riportato, riguardante Sorical».
I tre deputati Cinque Stelle hanno inoltre chiesto al governo di avviare «una verifica degli organi di competenza sulla congruità dell’importo di oltre un milione di euro, recentemente corrisposto per il servizio idrico dal Comune di San Giovanni in Fiore (Cosenza) – governato dalla medesima parte politica che sovrintende all’Assessorato ai Lavori pubblici della Regione Calabria – indipendentemente dai rilievi generali della Corte dei conti» richiamati nell’interrogazione parlamentare.
Nesci, Dieni e Parentela commentano: «Diverse vicende del servizio idrico regionale non hanno ancora risposte. L’acqua è ancora privatizzata, nonostante il referendum popolare. Nessuno ha ancora detto se l’acqua proveniente dall’Alaco si può bere o meno, mentre sulle tariffe continua un’assoluta mancanza di chiarezza. Vogliamo sapere dal governo come il servizio è stato gestito e come sarà organizzato per il futuro».