Rubrica quotidiana a cura di P. Salvatore Brugnano
Storie belle… per vivere meglio
Ci vuole la dieta giusta.
– A molti è sembrato che il Covid-19 abbia messo molti a dieta… L’esperienza amara ha dimostrato che soprattutto i poveri hanno dovuto affrontare diete obbligate dalla situazione del contagio.
– Per i più, la dieta forzata ha riguardato più i contatti interpersonali anziché le occasioni culinarie. Infatti, molti, all’arrivo di questa estate, si sono ritrovati con chili in più.
– Eppure la dieta sembrava ormai essere diventata una parola d’ordine, come dice un dizionario: Dieta = Regime alimentare in cui quantità e qualità degli alimenti sono stabiliti in base al risultato terapeutico che si vuole conseguire, anche per dimagrire.
– Ci sono vari tipi di dieta, per cui ognuno è libero di seguire una propria dieta. – Ma ci sono alcuni generi di dieta che una persona consapevole deve tenere presente: quelli che disintossicano da vizi, da eccessi e deviazioni che avviliscono la propria dignità e causano seri dispiaceri in famiglia. – Ci sono persone che sono caduti in un vortice senza fine pur di accondiscendere a piaceri estremi, da cui non riescono più ad uscire. – Gesù ammoniva: “Se la tua mano ti è motivo di scandalo, tagliala: è meglio per te entrare nella vita con una mano sola, anziché con le due mani andare nella Geenna, nel fuoco inestinguibile… ( Mc 9, 43 e seguenti). – Ecco una storia significativa.
La dieta della volpe
♦ Una volpe, avendo adocchiato uno splendido vigneto, pensò di farsi una bella scorpacciata d’uva. Ma il vigneto era ben difeso: un recinto lo circondava completamente. Dopo lunga perlustrazione, la volpe scoprì un varco; ma questo era molto stretto, e gli sforzi dell’animale risultarono vani.
♦ Allora la volpe ebbe un’idea: avrebbe digiunato sino a che non fosse riuscita a infilarsi nel varco. Tentò dopo tre giorni, ma invano; dopo sei, ma con esito eguale; finalmente, dopo nove giorni, quando, macerata dai sacrifici, era allo stremo delle forze, riuscì ad infilarsi nella stretta fessura.
♦ Che mangiata, che soddisfazione, che gaudio. Un’uva di tal fatta aveva ben meritato tante privazioni, pensò la volpe.
♦ Ma, mentre sazia e panciuta si apprestava ad uscire, ogni entusiasmo svanì: come avrebbe fatto ad uscire, piena com’era? Si trovò infatti nella stessa situazione di prima, con l’aggravante che — se voleva riacquistare la libertà — non doveva toccare neppure un chicco di quell’uva che occhieggiava tentatrice da ogni parte.
♥ Trascorsi i nove giorni di digiuno, la volpe uscì dal recinto. Ma da quel giorno si tenne ben lontana da quei piaceri che, annebbiando i sensi, annebbiano la mente.
(fonte: Storia rabbinica in Almanacco di fiabe antiche e moderne, Gribaudi 1991).