A Roma grande festa con le
Chiazzarole di Tropea
Per iniziativa della regione Lazio, nel mese di febbraio 2000 si è
svolta al teatro Olimpico una grande manifestazione folcloristica che ha visto la
partecipazione di numerosi gruppi italiani. Tra i più applauditi le Chiazzarole di
Tropea.
di Loredana Cimino
foto Libertino
Q
uando
le tradizioni sembrano perdersi nella notte dei tempi ecco riaffiorare, come tesori di
valore inestimabile, immagini suggestive: pensieri, che rievocano scene popolari e usanze
che si tramandano da padre in figlio.
A pochi passi dallo stadio Olimpico, nellomonimo teatro, è questa latmosfera
che si è respirata durante la manifestazione promossa dalla regione Lazio.
Uniniziativa molto interessante che ha visto partecipare gruppi folcloristici di
ogni Regione dItalia.
Canzoni dialettali e balli popolari hanno reso la serata molto speciale, come pezzi di un
meraviglioso puzzle, che in un momento in cui tutto diventa globale, finalmente uniti,
riescono a rendere il nostro paese unico nel suo genere, a dare un vero significato a
quanto ci circonda e a non far dimenticare usi e costumi della propria terra.
A questo particolare appuntamento hanno partecipato le Chiazzarole di Tropea, il gruppo
folcloristico per eccellenza della regione Calabria. Per questa occasione, gli artisti
tropeani, hanno potuto rappresentare solo una piccola parte del loro ricchissimo
repertorio, ciò nonostante hanno riscosso grandi apprezzamenti.
Le Chiazzarole, orgogliose della loro identità culturale, rappresentano
unattrazione per le migliaia di turisti che ogni estate affollano Tropea e la
Calabria; si esibiscono un pò ovunque portando la loro allegria di piazza in piazza, di
paese in paese per allietare le serate vacanziere dei villeggianti provenienti da ogni
parte dItalia.
Questo gruppo, che è riuscito a imporsi anche a livello internazionale, ottenendo spesso
significativi riconoscimenti, è composto solitamente da venti giovani artisti. Il loro
repertorio è fatto di tarantelle e canzoni dialettali che riassumono in maniera completa
quelle che sono le caratteristiche del fascino e delle tradizioni regionali. I loro balli
e i loro canti raccontano in maniera del tutto realistica di leggende, di litigi tra
comari, di feste popolari, di fidanzamenti, del "malocchio", ma anche del lavoro
delluomo attraverso la sofferenza della fatica nei campi o con la pesca.
Letimologia del nome "Chiazzarole" assume sfumature particolari ed è
parte integrante di una terra ricca di storia e cultura come la Calabria; deriva, infatti,
da "chjazza" che vuol dire piazza, il luogo dove le donne erano solite esporre i
prodotti da vendere per conto dei mariti.
A Roma dunque le Chiazzarole hanno portato un pò della loro terra ad un pubblico,
qualificato ed attento, che ha sottolineato con applausi tutte le loro esibizioni. Si sono
cimentati in un caratteristico "spogliarello al contrario" (così lo ha definito
Rosanna Vaudetti, presentatrice della serata) per rappresentare quanto avveniva con le
giovani donne in età da marito e che si concludeva ponendo il classico
"spadino" nei capelli della "fortunata" sposina. Non potevano mancare
le tarantelle, per loccasione: "a caricatumbula" e "a tarantella
di mastri"; la prima racconta della lotta contro i saraceni conclusasi con la
vittoria del popolo tropeano, una performance accompagnata da "u ballu du camiu"
(il ballo del cammello), ossia di un grosso fantoccio dato alle fiamme ormai divenuto
lemblema di questa epica storia, la seconda è una parodia di allegoriche situazioni
di vita quotidiana.
Con il successo riscosso nella capitale, Le Chiazzarole hanno dimostrato ancora una volta
di essere sicuri riferimenti e valide "portabandiera" di culture e tradizioni
mai dimenticate. Grazie a questi valori insostituibili ognuno di noi, cosciente delle
proprie origini, può camminare verso un futuro più vicino a quelle atmosfere magiche,
necessarie per poter riascoltare le melodie della propria terra.