Rubrica quotidiana a cura di P. Salvatore Brugnano
Storie belle… per vivere meglio
Chi scandalizza e chi non si scandalizza.
C’è uno scandalo che non si può e non si deve evitare: lo scandalo di fare il bene. Eppure ci sono coloro che si scandalizzano perché il bene non è fatto secondo i criteri dettati dalle tradizioni degli uomini. Il vero scandalo è soffocare il bene.
– Gesù ci invita a saper riconoscere il bene, da qualunque parte provenga. Ci mette anche in guardia dal distruggere il bene con il grave ostacolo dello scandalo. Chi se ne rende responsabile va incontro a una severa condanna, che nulla e nessuno potrà attenuare. – Anche Gesù ha dovuto scandalizzare “i benpensanti” perché fu impegnato a rivelare al mondo il volto misericordioso del Padre. E questo “scandalo” continua anche ai nostri giorni. Ma Gesù dice: “Beato chi non si scandalizza di me”.
Dal Vangelo di questa domenica (Mc 9,38-43.45.47-48)
♦ In quel tempo, Giovanni disse a Gesù: «Maestro, abbiamo visto uno che scacciava demòni nel tuo nome e volevamo impedirglielo, perché non ci seguiva». Ma Gesù disse: «Non glielo impedite, perché non c’è nessuno che faccia un miracolo nel mio nome e subito possa parlare male di me: chi non è contro di noi è per noi.
Chiunque infatti vi darà da bere un bicchiere d’acqua nel mio nome perché siete di Cristo, in verità io vi dico, non perderà la sua ricompensa.
♦ Chi scandalizzerà uno solo di questi piccoli che credono in me, è molto meglio per lui che gli venga messa al collo una macina da mulino e sia gettato nel mare.
♦ Se la tua mano ti è motivo di scandalo, tagliala: è meglio per te entrare nella vita con una mano sola, anziché con le due mani andare nella Geènna, nel fuoco inestinguibile. E se il tuo piede ti è motivo di scandalo, taglialo: è meglio per te entrare nella vita con un piede solo, anziché con i due piedi essere gettato nella Geènna. E se il tuo occhio ti è motivo di scandalo, gettalo via: è meglio per te entrare nel regno di Dio con un occhio solo, anziché con due occhi essere gettato nella Geènna, dove il loro verme non muore e il fuoco non si estingue».
♥ Gesù fa notare che «chi non è contro di noi è per noi». Non possiamo impedire di fare il bene e di diffondere la verità, poiché tutti abbiamo doni da dare e da ricevere.
Piuttosto, obbedienti alla Parola, guardiamoci dalla ricchezza e dal potere, diventando accoglienti e generosi verso i poveri e i bisognosi, rappresentanti di Gesù, consapevoli che ogni gesto di carità compiuto nel suo nome è grande.
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“E beato chi non si scandalizza di me” (Mt 11,6; Luca 7,23)
La 24a Settimana Alfonsiana. Palermo 22/30 settembre 2018
Gesù, uno scandalo. Allora come oggi.
♥ “E beato chi non si scandalizza di me” (Mt 11,6). Queste parole di Gesù – tema della 24ma Settimana Alfonsiana – sono la risposta a Giovanni Battista che aveva inviato due discepoli a chiedergli di dire se era lui il Messia o bi¬sognava attendere un altro. Il Battista era in crisi. Forse non credeva più che Gesù fosse il Messia, che pure lui stesso aveva presentato alle folle con l’immagine dell’Agnello di Dio. Gesù non presentava i tratti del Messia: scure in mano a recidere il male alle radici, e giudice severo che colpisce senza pietà chi non rispetta la legge di Dio.
♥ In realtà, Gesù operava diversamente, con altro stile. Rappresentava non il rigorismo di Giovanni ma la benignità di Dio. Frequentava e si faceva anche frequentare da gente priva di reputazione: pubblicani, lebbrosi, prostitute: neppure condannava le adultere che Mosè aveva ordinato di lapidare.
♥ Per questo si convinse, ingenuamente, di non avere altra scelta che passare la parola a Gesù. Il quale rispose, a suo modo: “Andate, disse, e riferite a Giovanni quel che udite e vedete: i sordi odono e i ciechi vedono, gli zoppi camminano e i lebbrosi sono purificati, i morti risorgono e il vangelo è annunciato ai poveri. E beato – concluse – chi non si scandalizza di me” (Mt 11,4-6). Giudichi da sé, il Battista, se questi non sono segni dei tempi messianici.
♥ Tutto si gioca su Gesù che scandalizza per avere detto: “Beati i poveri”. E perché praticava e invitava a praticare la compassione la pietà la misericordia il perdono. Tutti beni evangelici che nel cristianesimo hanno sempre fatto problema. Lo fanno ancora oggi. L’occidente cristiano infatti si sgretola – si estingue – se non riesce a accogliere i poveri, gli immigrati, gli stranieri che, come insegnano il Vangelo e papa Francesco, sono il volto carnale di Dio. Il cui unico comandamento è di condividere il proprio benessere con i poveri. Nessun dubbio: se si chiude ai poveri si chiude a Dio. O non è stato Gesù a dire: “Guai a voi ricchi” se non vi prendete cura, secondo giustizia, dei poveri?
♥ Quest’anno ricordiamo la forza gentile di don Giuseppe Puglisi, il parroco di Brancaccio che servì la sua gente – ricca di dignità umana – dicendo No al potere criminale della mafia. Venticinque anni fa lasciò alle città e alle chiese siciliane un immenso patrimonio di fede e di passione per la giustizia l’accoglienza la solidarietà.
Don Puglisi, un uomo che non si scandalizzò di Gesù.
Nino Fasullo