Rubrica quotidiana a cura di P. Salvatore Brugnano
Storie belle… per vivere meglio
Che vocazione! Dal basket alla clausura.
– Che storia quella di una promessa della pallacanestro italiana, che dai campi di basket è passata alla clausura. E Oriana Milazzo ora è suor Chiara Luce delle Sorelle povere di Santa Chiara.
– Questa storia dimostra che mentre si assiste ad un calo di presenze nei seminari e nei noviziati, ecco spuntare vocazioni suscitate dalla chiamata del Signore. Forse, a ben guardare, le vocazioni non sono in calo: esse crescono con il crescere della popolazione mondiale. C’è solo bisogno della loro esplosione, del loro sviluppo, della loro fioritura perché sono come nascoste da tutto ciò che non è Vangelo.
– Le vocazioni sono celate nel più intimo della vita di ogni persona, sono in coloro che abitano il nostro stesso palazzo, in chi condivide la stessa mensa, nel cuore di chi amiamo e in quello di chi non ricordiamo più.
– Occorre pregare e chiedere al Signore che le faccia esplodere come esplodono i fiori, in tutta la loro bellezza. E la pastorale Vocazionale si impegni di più a far fiorire le vocazioni “smorzate” nel cuore dei giovani.
La storia di una promessa della pallacanestro italiana.
♥ «Chiedo per amore di Dio di essere ammessa alla professione dei voti temporanei in questa fraternità di sorelle povere di Santa Chiara per seguire la via della povertà e dell’umiltà del Signore Gesù Cristo ed essere con questa comunità un cuore solo e un’anima sola».
♦ Ha la voce ferma e un sorriso di felicità vera, quella che viene dal cuore, suor Chiara Luce, al secolo Oriana Milazzo, mentre legge la formula di rito con la quale consacra la sua vita a Dio con la professione dei voti temporanei nel monastero di Santa Chiara ad Alcamo, in provincia di Trapani.
♥ «Sono stata condotta e guidata nel posto in cui il Signore mi attendeva», dice suor Chiara.
Una nuova vita quella di Oriana, giovane agrigentina, che ha lasciato i palazzetti dello sport per seguire Dio nella povertà, castità e obbedienza.
♥ «I valori dello sport – spiega suor Chiara Luce – sono stati uno strumento di crescita umana e spirituale».
Lei, giovane promessa del basket italiano, per anni ha giocato nel campionato di A1 e vestito anche la maglia della nazionale. A 14 anni si trasferisce ad Alcamo per inseguire il suo sogno, giocare a pallacanestro a livello agonistico.
Primo incontro nel monastero che ora è la sua casa.
La famiglia a cui l’avevano affidata i genitori partecipava alla Messa domenicale nella chiesa del monastero. Poi il trasferimento a Priolo dove il suo sogno si realizza: l’esordio in A1 e la convocazione in nazionale.
Ma la felicità non è completa, «c’era qualcosa – racconta suor Chiara Luce – che continuava a mancarmi, sentivo una insoddisfazione in me».
♦ Cresce così, in questo momento di “crisi”, il bisogno di essere utile agli altri.
Aumenta l’impegno in parrocchia. In quei giorni matura la decisione di proseguire gli studi alla facoltà di medicina con il desiderio di diventare un medico missionario. Ma una volta giunta a Roma e cominciati gli studi, Oriana continua a sentire ancora dentro di lei quel senso di insoddisfazione.
♦ «Cominciano gli interrogativi nel cuore – racconta – per comprendere quale fosse il mio posto nel mondo per il mio bene».
Alla GMG di Madrid comprende il disegno che il Signore ha per lei.
♥ Si riavvicina al monastero di Alcamo e alle sorelle. «Mi sono sentita come se ritornassi a casa», afferma suor Chiara Luce. Comincia il suo cammino nella famiglia delle sorelle povere di Santa Chiara. Due anni di postulantato ad Alcamo, un anno di noviziato nel monastero di Città della Pieve e altri due ad Alcamo fino al giorno tanto atteso, il 13 maggio 2019 con la professione temporanea.
♥♥ «Ringrazio i miei genitori – conclude suor Chiara Luce – perché anche nella sofferenza derivata da questa mia scelta mi hanno sempre sostenuta e fatta sentire amata».
(fonte: Avvenire.it, 4 gennaio 2020).