Rubrica quotidiana a cura di P. Salvatore Brugnano
Storie belle… per vivere meglio
Cento anni: sposo, vedovo, prete
e papà di 4 figli sacerdoti.
Rimini ieri ha festeggiato i cento anni di don Probo Vaccarini, sposo, papà vedovo, diventato prete e con 7 figli: 4 maschi tutti sacerdoti 3 tre femmine, di cui una consacrata. Padre Pio gli disse: “Avrai una famiglia santa e numerosa”. Un vero record.
– Il fenomeno dei vedovi e delle vedove consacrate non è nuovo, ma sorprende il loro ritorno nel momento in cui tante cose sono cambiate in questo nostro mondo. Non tanto per i numeri dei consacrati in rapporto alla popolazione, quanto per la nuova mentalità che si ricollega al genuino passato della Chiesa, quando vedovi e vedove trovavano nella consacrazione religiosa la completezza della loro vita.
– Così non si può attribuire il fenomeno dei vedovi e delle vedove consacrate alla crisi delle vocazioni sacerdotali e religiose; esso piuttosto si ripresenta oggi grazie ad una più matura visione della pastorale vocazionale. Ed ecco i frutti!
Prete di 100 anni: vedovo con famiglia numerosa.
♦ Il prete in servizio più anziano d’Italia, forse, vive a Rimini. È don Probo Vaccarini, che ieri 4 giugno ha compiuto cento anni. Da oltre trenta è parroco alla chiesa di San Martino in Venti. Ma non è tanto la sua longevità a costituire una notizia quanto la sua poliedrica vita, da lui stesso raccontata nel libro «Sposo, Vedovo, Sacerdote».
♥ Don Probo, infatti, dopo essere stato sposato per diciotto anni con Anna Maria Vannucci, rimasto vedovo nel 1970 sentì la ‘chiamata’ a servire la Chiesa nell’ordine sacro, grazie anche ai consigli ricevuti da Padre Pio.
♥ Adempiuto l’iter formativo fu ordinato diacono e successivamente sacerdote, nel 1988. – Quasi contemporaneamente i suoi quattro figli maschi diventavano anch’essi sacerdoti, ed una delle tre figlie emetteva i voti in una comunità di laiche consacrate.
Vedovi e vedove nella storia della Chiesa
♦ Ciò che sorprende nella vita da record di don Probo, è che abbia abbracciato il sacerdozio da vedovo. Parallelamente alla sua scelta, iniziava ad affermarsi il fenomeno delle vedove e dei vedovi, che mediante il voto di castità consacrano la loro condizione per dedicarsi alla preghiera e al servizio della Chiesa, entrando a far parte dell’Ordo viduarum.
♦ Un Ordine che ha radici antichissime. Già nel quarto secolo un console e governatore della Campania, Paolino, si diede con la moglie alla vita ascetica, distribuendo quasi tutti i suoi beni ai poveri. Rimasto vedovo fu ordinato sacerdote e consacrato vescovo di Nola. Proclamato santo, oggi le sue opere onorano ancora la letteratura cristiana.
♦ Più nota la vicenda di Santa Rita da Cascia, che rimasta vedova per l’uccisione del marito e morti i suoi due figli, entrò nel convento delle agostiniane, dove condusse il resto della sua vita. Oggi è tra le figure di sante più venerate dalla Chiesa.
♦ Perfino nel Collegio Cardinalizio è entrato un vedovo: l’inglese Tommaso Weld, che durante la rivoluzione francese si distinse per il soccorso agli esuli e ai sacerdoti in difficoltà. Fu fatto cardinale nel 1830, e dopo la sua morte in suo onore fu eretto un monumento funebre a Roma, nella chiesa di San Marcello al Corso, dove pure riposano le spoglie della moglie e della figlia.
♥ Se, dunque, il fenomeno dei vedovi e delle vedove consacrate non è nuovo, sorprende il loro ritorno nel momento in cui tante cose sono cambiate; basti pensare che cento anni fa, quando don Probo nasceva, in Italia c’erano circa 60.000 sacerdoti, mentre oggi sono la metà con una popolazione raddoppiata rispetto ad allora, e ancora più accentuata risulta la variazione quantitativa dei religiosi e delle religiose.
♥ Non si può, però, attribuire il fenomeno dei vedovi e delle vedove consacrate alla crisi delle vocazioni sacerdotali e religiose; esso piuttosto si ripresenta grazie ad una più matura visione della pastorale vocazionale.
Frutti di pastorale vocazionale
♦ Da tempo si va ripetendo che la pastorale nel suo insieme è pastorale vocazionale; se così è non può stupire che essa abbracci anche le condizioni dei vedovi e delle vedove verso i quali va l’attenzione dei non pochi vescovi, che hanno istituito l’’Ordo viduarum’ nella loro diocesi.
♦ Già nel 1993 il Direttorio della pastorale familiare, pubblicato dalla Cei, diceva:
«La comunità cristiana non tralasci di proporre la vedovanza come dono offerto alla Chiesa e di presentare le ricchezze spirituali proprie dello stato vedovile».
♥ Di fatto le circa trecento vedove consacrate sono presenti in molte diocesi italiane, a Roma soprattutto dove si trova il nucleo più numeroso, composto da diciassette aderenti. Non è, pertanto, fuori luogo pensare ad una proposta vocazionale da rivolgere anche a vedovi e a vedove, dal momento che i Sacramenti sono un dono di Dio e i valori non si elidono, ma si sommano.
♥ ♥ A chi chiede a don Probo se consideri un peso o un privilegio avere addosso tutti i sacramenti, risponde: «Monsignor Giovanni Locatelli, che mi ha ordinato sacerdote, quando lo chiamavo eccellenza rispondeva: ‘Sì, io sono eccellenza, ma non ho tutti i Sacramenti che hai tu».
(fonte: cf. Avvenire.it e altri siti).