Rubrica quotidiana a cura di P. Salvatore Brugnano
Storie belle… per vivere meglio
C’è sempre spazio alla solidarietà.
Quanti volontari sono impegnati nel fare il bene! Ne ho conosciuto tanti, pronti a dare una mano ai più bisognosi. Alcuni per farlo non esitano ad andare fino alla loro terra natia: Africa, Asia, Amazzonia…
– La presenza di queste persone “volontarie del bene” suscita sempre interrogativi: ma chi glielo fa fare? … ma vale proprio la pena? E non ci accorgiamo che il volontariato nel bene, dopo aver suscitato ammirazione, comincia a diventare stile di vita.
– Medici, infermieri, operai, una volta raggiunta la pensione si dedicano al bene, magari raggruppandosi in associazioni. – E’ il caso di Borgomanero in provincia di Novara, dove 26 primari in pensione da tempo offrono cure gratis, esami e visite ai meno fortunati: “Assistiamo tutti: pensionati, lavoratori in difficoltà e richiedenti asilo” – Pare tutto semplice: “Non potete pagare? Ci pensiamo noi”. – E l’iniziativa finisce su tutti i giornali. Ma ci saranno volontari in futuro?
Borgomanero (Novara), novembre 2018.
♦ C’è chi non smette mai di prestare fede al giuramento d’Ippocrate. A Borgomanero, in provincia di Novara, 26 primari in pensione, assistiti da personale volontario, curano gratuitamente pazienti in difficoltà economiche. Anziani, cassaintegrati, disoccupati e richiedenti asilo. Uomini e donne altrimenti costretti a rinunciare a occuparsi della propria salute.
♦ Il poliambulatorio, aperto dal 2010, grazie all’impegno dell’associazione Auser, offre 17 specialità, che vanno dalla cardiologia all’ortopedia, dalla medicina interna all’otorinolaringoiatria.
♥ “La nostra è una scelta di vita – racconta la presidente dell’ Auser Maria Bonomi, 80 anni e un passato da sindacalista –. In gioventù ho sperimentato la povertà, quella vera. Il mio sogno prima di morire era dare ad altri ciò che a me è totalmente mancato. Dopo la crisi economica ho cominciato a vedere intorno a me tante situazioni problematiche. E le difficolà finanziarie non riguardavano più soltanto i pensionati con la minima, ma anche molti lavoratori, alle prese con licenziamenti e cassa integrazione. Dovevamo quindi fare qualcosa”.
♥ Otto anni fa l’ambulatorio Auser apre i battenti. “Siamo partiti con un gruppo ristretto di medici e il progetto è andato via via ampliandosi – prosegue Bonomi –. I primi a prestare gratuitamente la loro opera sono stati Piero Sacchi, primario cardiologo, Sergio Cavallaro, urologo e chirurgo e Felice Fortina, nefrologo. Sacchi, venuto a mancare nel 2015 e a cui abbiamo intitolato la struttura, andava in ambulatorio anche dopo essere stato costretto su una sedia a rotelle da una malattia”. Il poliambulatorio è in grado di eseguire test diagnostici come ecografie, elettrocardiogrammi, holter ed ecodoppler.
♥ “Ci sosteniamo grazie alle attività della nostra associazione, impegnata anche sul versante del trasporto solidale di pazienti indigenti – spiega la presidente – e a qualche donazione privata.
– Da noi l’attesa per le visite è di pochi giorni. Cerchiamo di fare l’impossibile per combaciare le esigenze dei pazienti con la disponibilità offerta dai medici. Ormai sfioriamo i 2mila consulti l’anno”.
– Da sei mesi l’Auser di Borgomanero ha attivato una convenzione territoriale per le cure odontoiatriche. “Sempre più persone, bambini compresi – sono costretti a rinunciare al dentista. Abbiamo allora pensato di chiedere ad alcuni professionisti la disponibilità di intervenire a titolo gratuito.
-Recentemente ci siamo aggiudicati un bando regionale da 50mila euro. Con questi soldi pagheremo i materiali per i trattamenti odontoiatrici destinati ai pazienti in difficoltà economiche, selezionati in base all’Isee”.
♦ Maria Bonomi vede però un futuro a tinte fosche. “L’esistenza di strutture come la nostra testimonia la sofferenza del servizio sanitario nazionale. In futuro, l’invecchiamento della popolazione e un divario reddituale sempre più grande farà sì che sempre meno persone saranno in condizione di curarsi. E purtroppo reclutare nuovi volontari diventa sempre più difficile, quindi non credo che si riuscirà a sopperire alle carenze del Servizio sanitario nazionale con la solidarietà. Recentemente abbiamo avviato una campagna di sensibilizzazione tra i giovani, speriamo porti qualche risultato”.
(fonte: quotidiano.net, 28 novembre 2018)