Una politica non può essere fatta con chiunque e da chiunque
L’analisi del provvedimento del TAR dell’ex Direttore Sanitario P.O.Tropea, Tino Mazzitelli
I giudici del TAR del Lazio nel ribaltare il provvedimento firmato dal Capo dello Stato di scioglimento per mafia del consiglio comunale di Tropea hanno stabilito che gli elementi indicati nel provvedimento “appaiono privi di specifica concludenza in ordine alla sussistenza di un condizionamento criminale di tipo mafioso”. Pertanto, a parere del TAR, la tesi della sussistenza di elementi probanti di condizionamento e collegamento a cosche mafiose è rimasta indimostrata. Fin qui niente da eccepire se non rallegramenti e soddisfazione per la riparazione di una grave offesa. Dimostrati, invece, sono i rilievi delle numerose irregolarità elencate e quindi, sia per la loro consistenza e specificità, rilevano “disfunzionalità” politico-amministrative che pur tuttavia non sono probanti ai fini dello scioglimento perchè “non dissimili da quelle che interessano molte amministrazioni locali,laddove le irregolarità amministrative rilevanti non possono consistere in meri giudizi negativi sull’attività degli amministratori”.
In buona sostanza per il TAR, dato che la maggior parte delle amministrazioni locali opera in un clima diffuso di illegalità, per analogia l’amministrazione comunale di Tropea non può essere sciolta in quanto dette irregolarità non costituiscono elementi che rappresentano un serio indice di presunta esistenza di fenomeni di infiltrazione e condizionamento mafioso.
Per dirla con il famoso regista porno Tinto Brass, pornostar lui stesso, “così fan tutte”… e pertanto è giocoforza essere indulgenti e quindi assolvere. Sulla base di tale sillogismo: perché Tropea dovrebbe fare diversamente? In un mondo di ladri che senso ha non rubare?
C’è poco da stare allegri, anche se i reati di associazione a delinquere di stampo mafioso sono stati derubricati in semplici reati amministrativi. Né la conclusione positiva in ordine all’annullamento dello scioglimento dell’amministrazione comunale di Tropea può tuttavia indurci nell’errore di pensare che tutta va bene e che i problemi, come d’incanto, sono stati tutti risolti.
E’ venuto sicuramente meno il problema giuridico e penale, ma i problemi tecnico-amministrativi e gestionali rimangono come macigni sul tappeto.
Gli amministratori possono dilazionare sino all’infinito la crisi politico-amministrativa di Tropea, magari edulcorarla con la retorica di riconoscimenti ed attestati di stima, peraltro di scarsa entità, ma i tropeani in generale e gli operatori economici in particolare hanno sperimentato, e continuano a farlo giornalmente, quali sono e saranno i limiti di una guida della città che abbandona allo sbando i suoi concittadini per i quali l’esperienza di questa amministrazione si è consumata già e non basteranno le piroette di Rodolico, nè il pietismo e la compassione dei neo corifei Macrì e Romano e delle loro truppe cammellate, nè il “tutti assieme appassionatamente” degli ex scissionisti folgorati sulla via di Damasco, per mascherare una confusione che regna sovrana.
Dietro la patina vellutata che si tenterà di dimostrare,dietro la retorica di operare tutti insieme per il bene della città,emerge invece una conduzione politico-amministrativa che non saprà operare alcun rilancio strutturale, continuerà ad offendere i cittadini i quali pagano sulla loro pelle i guasti di una politica fatta solo di esternazioni, di dichiarazioni d’intenti, di proclami che possono solo sedurre gli sprovveduti e gli ottimisti più disincantati.
Nessun pazzo può pensare sul serio che solo con l’esito favorevole di una sentenza tutti i problemi che angustiano Tropea si risolveranno per incanto.
Checchè ne pensi Rodolico, c’è bisogno di identità locale, di ben altre capacità progettuali e di maggiore incidenza perché la “baracca” si rimetta in piedi. C’è bisogno, altresì, non di inciuci per tenersi aggrappati alla poltrona, ma di un vero indirizzo politico, di minore gestione monocratica autoreferenziale e di maggiore forza di coesione, di più attenta incentivazione del turismo che deve essere il volano economico della città, di particolare attenzione verso le problematiche giovanili attraverso iniziative concrete che coinvolgano i giovani, li proiettino verso il mondo del lavoro,li sollevino dal grave stato di frustrazione in cui vivono dentro una città che per otto mesi all’anno è “morta”, di minore accanimento con cui i tropeani vengono dissanguati da imposte e tasse,peraltro le più elevate della provincia.
Quando si registra un vuoto così evidente sul piano della credibilità,quando manca un’idea concreta di progettualità,quando la crisi si trascina oltre ogni aspettativa plausibile non può che cogliersi in tutta la sua evidenza l’impossibilità della realizzazione di un sogno,di un progetto per quanti avevano creduto che con l’avvento dell’amministrazione Rodolico Tropea sarebbe decollata. Per tutti costoro sono ormai venute meno le ragioni del sostegno personale e politico che si fondavano essenzialmente sulla condivisione di un progetto politico,oggi fallito,che avrebbe dovuto caratterizzarsi in iniziative di ampio respiro per rendere più vivibile Tropea e che via via potessero assumere valenza di criterio costitutivo dell’azione amministrativa introducendo elementi di particolare rilevanza nel sistema dei rapporti con i cittadini e,al tempo stesso, promuovessero l’ineludibile processo di risanamento della città attraverso una moderna pianificazione che bandendo la solita ottica clientelare, tenesse conto, viceversa, del soddisfacimento dei bisogni di ognuno.
Le ragioni del dissenso pertanto sono tutte attribuibili a semplici considerazioni di merito oltre che di metodo: un gruppo dirigente è vivo e vitale quando è maturo e libero da schematismi mentali,scevro da paranoie autoreferenziali e da delirio di onnipotenza e allo stesso tempo capace di dare sostegno diretto a tutti i processi e le novità che vanno in direzione dei diritti, prescindendo da preclusive logiche di schieramento e di appartenenza politica.
Una politica non può essere fatta con chiunque e da chiunque,essa deve essere il prodotto di uno straordinario lavoro di squadra che non deve essere asservita al capo di turno,ma formata da competenze alte e dotata di autonomia intellettuale in grado di suggerire apporti creativi finalizzati ad un serio e concreto programma di sviluppo e non già l’indisponibilità ad ascoltare,l’arroganza nella gestione,il rifiuto a tenere in considerazione chi dissente.
Di incantatori di serpenti, di venditori di fumo,di affrescatori di nuvole Tropea ne ha già avuti tanti, non ne servono altri!
(Ex Direttore Sanitario P.O. Tropea)
Dr. Tino Mazzitelli