Attualità

Caria: il dipinto della “Sacra famiglia con Sant’Anna e San Gioacchino” restaurato

L’opera è stata restaurata da Nicola Mazzitelli

Sabato scorso si è tenuto l’incontro con la comunità presso il salone parrocchiale

Il quadro della Sacra Famiglia con Sant'Anna  e San Gioacchino - foto Fusca
Il quadro della Sacra Famiglia con Sant’Anna e San Gioacchino – foto Fusca
Don Antonio Gennaro, sacerdote della comunità di Caria e Drapia, il restauratore Nicola Mazzitelli - Foto Fusca
Don Antonio Gennaro, sacerdote della comunità di Caria e Drapia, il restauratore Nicola Mazzitelli – Foto Fusca

Ritornato al suo antico splendore il quadro della “Sacra famiglia con Sant’Anna e San Gioacchino”, opera restaurata da Nicola Mazzitelli, ubicata nella chiesa parrocchiale della “Trasfigurazione di nostro Signore Gesù Cristo” di Caria. Un quadro antico, noto come quadro di Sant’Anna e per tale motivo ricordato durante le nascite dei bimbi del luogo per omaggiare la santa protettrice delle partorienti e della maternità. Sabato scorso si è tenuto un incontro con la comunità presso il salone parrocchiale per avere ulteriori informazioni sull’opera di pulitura del dipinto. Il restauratore ha spiegato ai presenti le varie fasi di restauro susseguite dal momento che l’opera si trovava in uno stato di abbandono: sporca di sudiciume, coesa, vernice ossidata, offuscata, nonostante ci siano stati negli anni diversi restauri. Durante la pulitura del quadro si è risaliti all’autore del quadro, attribuito a Tommaso Ruffo, nato a Tropea, ma di origini ancora incerte. Dunque, varie fasi si sono susseguite per la pulitura completa dell’opera. Vi è stata una rimozione delle toppe; pulitura del dipinto, per proteggere il dipinto dalle precedenti opere di restauro; foderatura su una nuova tele per favorire il consolidamento del quadro stesso. Effettuato, inoltre, un test sui tipi di croma presenti. Il quadro ha presentato dei squarci precisamente nella parte centrale e delle piccole bruciature. È stata così effettuato il consolidamento della tela attraverso del tulle e seta, per lo squarcio, invece è stata utilizzata della tela gessata per compensare la parte mancante. Vi è stata la stuccatura e l’integrazione pittorica con selezione cromatica attraverso la tecnica del puntinato e rigatino, un tipo di intervento ravvicinato. Infine vi è stato il restauro della cornice. Il dipinto assume un influenza impressionista rinvenuta nelle ombreggiature floreali, sui contorni sfumati. Sulla vita dell’autore del quadro si è soffermato don Iganzio Toraldo, sacerdote di Tropea. Non si tratta di un pittore conosciuto, anche perché pochi sono le sue opere in zona precisamente a Bagnara e Avellino. Nacque a Tropea nel 1849 circa. Studiò a Napoli sotto la guida del noto maestro Giacomo Mancinelli. Nel dipinto si può osservare una pittura rinnovata nel volto di San Gioacchino, in quanto vengono utilizzate delle pennellate definite “madreperlate”, si può notare anche l’effetto del chiaro scuro. Osservando un opera d’arte è importante percepire quello che l’autore ha voluto esprimere. Nel dipinto viene raffigurata la Sacra famiglia, Sant’Anna e San Giocchino. «Oggi sembra che l’uomo sia molecola, soltanto scienza- ha affermato don Ignazio- il dipinto in realtà spinge alla riflessione, alla religiosità. Riconoscere che la nostra vita è un dono, un qualcosa che va oltre. Si intuisce una comunità originaria: la Sacra famiglia e Sant’Anna e San Gioacchino». Rappresentata al centro una colomba simbolo dello spirito Santo a voler dimostrare che l’amore di Dio rimarrà per sempre. Il quadro è indice di grande fede, «come una luce sulla nostra realtà, una luce alla vita». Sulla vita di S. Anna si è soffermato il sacerdote della comunità di Caria e Drapia, don Antonio Gennaro, il quale ha fatto riferimento agli unici testi in cui è presente la vita della Santa, ossia nei vangeli apocrifi nel protovangelo di Giacomo. Si narra che Sant’Anna e San Gioacchino non ebbero dei figli a seguito del loro matrimonio. Un cruccio la sterilità, il dolore più grande da subire per una donna. Dopo anni di matrimonio, la coppia con grande fede pregava Dio per ottenere la grazia di avere un bimbo. La grazie fu ottenuta, nacque così Maria consacrata per sempre a Dio. Sant’Anna così divenne la protettrice delle partorienti, della maternità, ma anche dei gioiellieri, per aver tenuto in grembo il gioiello più prezioso quale la Vergine Maria.
Annalisa Fusca

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