Il cammino delle sette chiese È camminando insieme che si scopre tutta la bellezza della vita come dono di Dio, come i dieci lebrosi del vangelo di Luca che vengono guariti da GESÙ mentre sono in cammino per presentersi davanti ai sacerdoti… camminando si ritrovono guariti… paradigma di ogni vita
Fede e dintorni
L’anno del Santo “dottor carità”
Una persona straordinaria da conoscere. Un Santo da avere subito per amico e protettore. – Il santo medico Riccardo Pampuri (1897-1930), il dottor “Carità”. – Santo nelle piccole cose, ma un gigante di spiritualità. «Il nostro dottore è un santo. Sapesse come vuole bene agli ammalati, quanta carità fa ai poveri! Quando viene nelle nostre case, pare che venga un angelo». – Alla sorella missionaria in Egitto aveva scritto: «Abbi grandi desideri, mira sempre più in alto che puoi per riuscire a colpire giusto; ma poiché non sempre sarai chiamata ad azioni gloriose, fa’ anche le cose piccole, minime, con grande amore». Morì a soli 32 anni.
Carcere per rieducare, non per reprimere
Papa Francesco, l’8 novembre 2019 ricevendo i responsabili della pastorale penitenziaria, non ha esitato a lanciare un appello: “Carcere per rieducare, non per reprimere” ed ha esortato i cristiani a non “punire” con l’indifferenza chi esce dal carcere, ma aiutarlo nel reinserimento lavorativo e sociale. Ma per “recuperare” che è “perduto”, davvero occorre una azione di pastorale globale in cui siano tutti coinvolti.
Il sorriso di don Oreste Benzi
Il sorriso di un pazzo di Dio: don Oreste Benzi. Anche i giornali “laici” cominciano a sentirne la mancanza e ne reclamano la presenza e il riconoscimento. Don Oreste Benzi aveva un sorriso che rivelava la sua anima ripiena di Dio e con quel sorriso contagiava i buoni ad impegnarsi e contagiava anche i feriti dalla vita stimolandoli a reagire, affrontando la via de bene. Quando dinanzi ai potenti della terra iniziava a parlare e lo si voleva far tacere, esclamava: “Ma dài, dài, lasciate in libertà lo Spirito!”. Per molti era un santo, e i suoi molti figli spirituali della Comunità Papa Giovanni XXIII, da lui fondata, lo hanno in venerazione. L’associazione circa 200 case-famiglia e oltre 30 comunità terapeutiche per il recupero dei tossicodipendenti. Ogni giorno, nelle strutture di accoglienza create da don Benzi, si siedono a tavola 49.000 persone, tutte alimentate dalla Provvidenza.
Abbiamo santi Patroni personali?
Nessuno di noi vive da solo. Oltre alla presenza di Dio e dei santi, abbiamo i nostri Patroni personali, i nostri parenti defunti, vissuti santamente. Gesù ci ha assicurato: «Io sono la risurrezione e la vita; chi crede in me, anche se muore, vivrà;”(Giovanni 11,25). – Anche i piccoli defunti rientrano nel numero di questi Patroni personali; numerose sono le associazioni che si riferiscono ai piccoli defunti come “Angeli in cielo”. Regina assunta in cielo, prega per noi.
Accogliere quanto Dio dispone per noi
Ciò che Dio dispone è per il nostro bene e bisogna accogliere quanto Dio dispone per noi. – E’ dura per l’uomo (anche di oggi) accogliere con fiducia questa affermazione: preferisce più l’analisi della sua intelligenza per dimostrare che non è vero. Eppure Dio sta dalla nostra parte e combatte per noi. Per convincercene basta guardare nelle pieghe della propria vita, che spesso vengono nascoste e dimenticate.
La vita eterna ci attende
La vita è eterna e sarà beata se la si vive nel ringraziamento di quanto Dio ha donato all’uomo e darà ancora per la sua felicità. Ma l’uomo può guastare tutto col suo peccato. Quando il male si fa più intenso e la morte sembra assediarci, allora più intenso deve essere il desiderio e più viva la preghiera per trascendere l’ordine del tempo per fissarsi in quello dell’eterno. Si guarderà al Paradiso con fede e speranza, mentre agiamo ogni giorno nella carità. “Tanto è il bene che mi aspetto, che ogni pena mi è diletto!” (S. Francesco di Assisi).
Il giorno dei Redentoristi
La mattina del 9 novembre 1732 sei missionari con a capo Alfonso de Liguori dopo una lunga meditazione, cantarono la messa dello Spirito Santo e il Te Deum di ringraziamento nell’umile oratorio dell’ospizio. – Il collage di foto mostra S. Alfonso che va verso Scala su di un asino per farsi povero con i poveri. L’Ospizio delle Monache che accolse S.Alfonso e i primi discepoli e infine un ricordo della Peregrinatio Alphonsiana 1988 che riportò le reliquie di S. Alfonso nella Valle di Tramonti, dove fu predicata la prima missione redentorista: Pietre, Gete, Campinola.
Bisogna imparare dai propri errori
“Chi è causa del suo mal, pianga se stesso”. Questo proverbio ammonisce colui che ha prodotto la causa del proprio danno: costui dovrà prendersela esclusivamente con sé stesso, e non addossare la responsabilità ad altri. Guardare agli altri senza pregiudizi, senza puntare il dito. – Dice Gesù: “La lucerna del corpo è l’occhio; se dunque il tuo occhio è chiaro, tutto il tuo corpo sarà nella luce; ma se il tuo occhio è malato, tutto il tuo corpo sarà tenebroso” (Mt 6, 22-23). Perciò una visitina all’interno del proprio cuore, purificandolo da pregiudizi e malevolenze, può rimettere a posto le relazioni.
La santità giovane: il beato Rolando Rivi
La santità del beato Rolando Rivi è una santità giovane, fatta di cuore, di donazione di sé, di mitezza, di perdono. Una santità che richiama giovani in quantità, anche grazie alla sua mostra itinerante: “Io sono di Gesù. Beato Rolando Rivi, testimone della verità”. Una santità che richiamerà tutti all’incontro con la natura che Rolando tanto amava nello spirito della Laudato si’ di Papa Francesco con percorsi di ricostruzione interiore che condurrà al suo santuario immerso in un paesaggio ancora incontaminato.
Beati Martiri redentoristi di Cuenca
Tarragona, Spagna 13 ottobre 2013 – Più di 20.000 persone hanno partecipato alla Beatificazione più numerosa della storia: 522 religiosi uccisi durante Guerra Civile Spagnola (1936-1939). – La cerimonia è cominciata con un video-messaggio di Papa Francesco in cui il Pontefice ha proposto l’esempio di questi Martiri che hanno imitato Cristo e ha insistito sulla necessità di “aprirci agli altri, soprattutto ai poveri”. – La beatificazione è avvenuta mentre era era in corso l’anno della Fede e i Redentoristi cominciano a celebrare l’Anno per la Promozione della Vocazione Missionaria: una bella occasione per celebrare il martirio di questi sei Beati, che hanno offerto le loro vite per l’abbondante Redenzione.
Calabria: migranti con piena integrazione
La bella storia di una famiglia di migranti in Calabria a Siderno Superiore (RC). – Arrivati sui barconi nel 2008, Siaka, 37 anni della Costa d’Avorio e Helen, 33 anni della Nigeria, sono stati battezzati insieme con la figlia più piccola Maria dal vescovo di Locri-Gerace Oliva. La figlia maggiore, Fortuna, aveva già ricevuto il Battesimo. – «Si sono perfettamente integrati – spiega il parroco don Giuseppe Alfano – il paese li ha adottati». Ed essi, felici ammettono con semplicità: «Ora ci sentiamo a casa». Anche il vescovo è felice: «Il vero volto della comunità è l’accoglienza».
Da luogo di torture a oasi di preghiera
Da luogo di persecuzione e morte a monastero di preghiera e di contemplazione. Oggi una parte della prigione degli orrori dell’Albania comunista ospita le suore clarisse. I volti dei martiri a Scutari pendono dalle pareti. I persecutori volevano annientarli insieme alla loro fede, invece parlano ancora e attirano sempre più persone che qui arrivano in pellegrinaggio da tutta Europa. E i graffiti realizzati dai prigionieri sui muri della prigione parlano ancora delle loro indicibili sofferenze. Il 30 settembre 2019 questo luogo di sofferenza è stato eretto canonicamente a monastero: “Santa Chiara” di Scutari.
Zaccheo, devo fermarmi a casa tua!
«Zacchèo, oggi devo fermarmi a casa tua» – «Oggi per questa casa è venuta la salvezza». L’incontro personale con Gesù provoca in Zaccheo la conversione del cuore che si manifesta anche nelle opere concrete che sceglie di compiere. – Proprio da Zaccheo, il pubblicano, potremmo imparare tutti a come migliorare la nostra vita e quella degli altri: rinunziare al male e intraprendere coraggiosamente opere di bene. E la terra da valle di lacrime, potrà diventare giardino in cui vivere in armonia con il creato e con il nostro prossimo. Bisogna tentare, sempre.
Giorno dei defunti, giorno della speranza cristiana
Dice Gesù: “Io sono la risurrezione e la vita. Chi crede in me, anche se muore, vivrà; e chiunque vive e crede in me, non morrà in eterno”. (Gv 11,25-26) – I cristiani oggi fanno preghiere e gesti sacri per intercedere presso Dio per le anime di tutti coloro che li hanno preceduto nel segno della fede e si sono addormentati nella speranza della risurrezione. «La morte di Cristo ha conferito alla nostra morte un carattere nuovo. – Dio ha convertito la fine in un nuovo inizio, in passaggio alla vita nuova. Ecco perché dobbiamo gettare il nostro cuore oltre il muro della morte, certi della Risurrezione di Gesù.
La gioia con tutti i Santi
SOLENNITA’ DI TUTTI I SANTI – “E quando in cielo la grande schiera arriverà, o Signor, come vorrei che ci fosse un posto anche per me! – Ma intanto, sulla terra, disponiamoci ad accogliere ogni giorno l’invito di Gesù: «Siate santi come il Padre»: invito che a volte ci sembra ai limiti dell’impossibilità. Eppure è necessario che si accolga l’invito evangelico, perché il mondo possa continuare a essere un posto dove l’umano sopravviva e, soprattutto, dove l’egoismo non prenda il sopravvento.
Il Rosario mi ha cambiato la vita
“Sono la Madonna del Rosario e vengo a chiedervi di dire ogni giorno il Rosario e di cambiare vita”. La preghiera del rosario ha cambiato la vita a tante persone, ed è tuttora il sostegno spirituale nella dura battaglia dei giorni per tanti fedeli. – La preghiera assidua del rosario ha forgiato santi in ogni epoca della storia. E ancora oggi cambia la vita a molti cristiani, come si legge in questa testimonianza di don Maurizio Patriciello: «Il Rosario mi ha cambiato la vita… è stato all’origine della mia vocazione sacerdotale».
Stimato e caro dottore…
La vocazione del medico è di grande responsabilità. Oggi appare sempre più chiaro che senza vocazione non si può fare il medico, e che non è così facile mantenerla, la vocazione.Infatti la vocazione del medico è sottoposta a continue tentazioni e i “tradimenti” oggi vengono evidenziati con preoccupante frequenza. In questo contesto è significativa e piena di speranza la lettera che l’arcivescovo di Milano, Mons. Mario Delpini, ha inviato ai medici della sua diocesi. «Stimato e caro dottore, le scrivo…», una lettera per sostenerli nella loro «vocazione» verso i malati. – Come non condividere questo gesto di pastore che si fa portavoce delle persone più deboli, ma piene di speranza, quali sono gli ammalati, i ricoverati?
Deridere i poveri oggi
Le cronache quotidiane riportano storie di maleducazione di giovanissimi che, quando sono in gruppo, deridono i più deboli: il barbone, il senza tetto, il povero, l’immigrato. Certamente questi giovani hanno ereditato questo comportamento dagli adulti intolleranti, razzisti e privi di umanità. – Papa Francesco, chiudendo il Sinodo dell’Amazzonia, ha espresso che anche la Chiesa a volte deride i poveri perché scomodi: “Quante volte, anche nella Chiesa, le voci dei poveri non sono ascoltate e magari vengono derise o messe a tacere perché scomode… Preghiamo per chiedere la grazia di saper ascoltare il grido dei poveri: è il grido di speranza della Chiesa”. – Le società occidentali, in cui il cristianesimo, sulla carta, dovrebbe essere molto radicato, sono quelle in cui i poveri non sempre hanno la considerazione che dà loro il vangelo!
Ferite di vero amore
Il Crocifisso “sindonico” di Cordoba è stato realizzato dallo scultore sivigliano e professore dell’Università di Siviglia, Juan Manuel Miñarro. È l’unico Cristo “sindonico” del mondo che riflette fin nei minimi dettagli i politraumatismi del cadavere evidenziati dalla Sindone di Torino. “Egli portò i nostri peccati nel suo corpo sul legno della croce, perché, non vivendo più per il peccato, vivessimo per la giustizia; dalle sue piaghe siete stati guariti” (1Pietro 2-24). Le sue ferite parlano al nostro cuore: sapremo ascoltarle?