14 maggio 2020 – Giornata interconfessionale per l’umanità – Preghiera, digiuno e opere di carità è quanto oggi sono invitati a compiere tutti gli uomini di tutte le confessioni religiose, per chiedere a Dio la fine della pandemia del coronavirus e come Fratellanza Umana, iniziare un cammino di riscatto da una storia che spesso ha visto gli uomini dividersi sui tanti tempi importanti per la vita stessa del loro pianeta.
Fede e dintorni
Da schiavo africano a missionario
Storie si schiavitù, storie di riscatto. Per rendersene conto basta un giro, anche se breve, nelle vicende di un passato che ha visto gli europei (e anche gli italiani) crudeli colonialisti in azione nell’Africa per servizio del potere politico ed economico sulla pelle dei poveri del luogo. – Ma anche nelle tante oscure vicende storiche non sono mancate le storie belle, eroiche di persone che hanno amato l’umanità dolente e l’hanno servito lasciando luminosi esempi. Lo straordinario apostolato misionario di San Daniele Comboni; la storia della dolcissima Santa Giuseppina Bakita; e questa di oggi su Don Daniele Sorur, prete, il primo di origine sud sudanese, ma soprattutto la voce di un africano del XIX secolo, simbolo di riscatto per il proprio continente.
Mamme di figli speciali
Quante mamme di “figli speciali” vivono l’esperienza di essere mamma ogni momento della vita, di scordarsi della loro vita per donarla interamente a loro. – E un amore totale sgorga dal cuore e dagli occhi di questi figli. Nel loro viso i segni della diversità suscitano una tenerezza infinita in noi, invitandoci ad amarli, mettendo da parte la nostra “normalità”.
Sacerdote e medico accanto ai malati di coronavirus
A Busto Arsizio (VA) don Fabio Stevenazzi è ritornato in ospedale all’apice dell’emergenza del Covid-19 per curare gli ammalati e amministrare i Sacramenti ai moribondi. E’ tornato a fare il medico, questa volta dei contagiati insieme a colleghi che confidavano a lui le loro domande su Dio e sulla scelta etica riguardo ai malati. Chiuso nello scafandro anti-contagio don Fabio distribuiva assoluzioni e preghiere. A servizio dell’uomo intero: anima e corpo.
Auguri a tutte le mamme!
Oggi, 10 maggio 2020, la festa della mamma La Madonna di Romania è mamma e Patrona della Città di Tropea ed è mamma di tutti i fedeli tropeani
Gesù: Io sono la via, la verità e la vita – La festa della mamma 2020
In questa domenica Gesù ci ammonisce: «Io sono la via, la verità e la vita… Nessuno viene al Padre se non per mezzo di me». Per un cristia seguire Gesù è tutto, e non deve temere di niente: “Non sia turbato il vostro cuore”. Oggi è la festa della mamma: un invito a festeggiarla per chi ancora ce l’ha; e un invito a ricordarla per chi ce l’ha ormai in cielo. E, in questo mese di maggio, veneriamo con amore la Madonna, “la madre per eccellenza”, Colei che ai piedi di una croce sulla quale moriva Cristo, accettò la maternità universale.
Amati da Dio con cuore di madre
Quanti contagiati, in questa pandemia del Covid-19, sono morti soli, invocando i loro cari, soprattutto la mamma, nonostante morta da tempo. E Dio era in quella invocazione, perché ci ama con cuore di madre, ed è presente nel momento supremo quando si chiama la propria mamma. – E noi possiamo incontrare il cuore “materno” di Dio attraverso la Madonna, volto materno di Dio. Dio è mamma: per lui ognuno di noi è importante non per quello che ha, né per quel che sa fare, ma per quello che è, cioè suo figlio. E’ questo il titolo più glorioso di cui vantarsi sulla terra.
Gli atei di oggi e Dio
Nonostante le conclamate professioni di ateismo da diverse parti del mondo e le numerose associazioni di atei distribuite dappertutto, sembra che le religioni di tutto il mondo in futuro non avranno da temere il loro nemico storico, l’ateismo. L’uomo resta aperto all’Infinito, e nel suo profondo colui che dice di non credere in Dio ha poi timore di Lui. Ma Dio non vuole esse temuto, ma amato. E l’uomo sarà sempre felice quando amerà Qualcuno.
Concelebrazione e Supplica alla Madonna del Rosario
Dalla parrocchia S. Rosario di Tropea l’8 maggio 2020 dalle ore 11:15 Dalla pagina Facebook di Tropeaedintorni la diretta streaming La diretta streaming https://www.facebook.com/tropeaedintorni.it/videos/2416202975344641/
Incontrarci con sguardo nuovo
Incontrarci con sguardo nuovo – Dopo la crisi del coronavirus, con quali occhi, con quale cuore, con quale sorriso torneremo a camminare per le strade e a incrociare il cammino di tante persone, che anche se apparentemente sconosciute in fondo in questi mesi ci sono mancate, e che come noi hanno sentito il desiderio di incontrarci di nuovo sulle strade quotidiane della loro vita, del nostro mondo comune? – Ciascuno di noi è “immagine e somiglianza di Dio”, nonostante le nostre diversità. Allora perché non cercare di vederla questa immagine e cantare la gioia, in ogni lingua?
Morire nel Signore
Ammettiamolo: siamo tutti scioccati dal numero dei morti per il coronavirus e dalle circostanze in cui avvengono le morti dei contagiati. In solitudine, come Gesù sulla croce. – Davanti a tanti morti noi intuiamo che viviamo non per merito nostro, ma per dono di Dio. Ecco perché bisogna sforzarsi di vivere bene la nostra vita donata da Dio, per essere pronti a morire con Lui: “morire nel Signore”. – Papa Francesco, ricordando le tante vittime del coronavirus, ha chiesto ripetutamente di pregare per loro e a noi di metterci con fiducia nelle mani di Dio, che è Padre di misericordia. – Che bello sarà sentirsi dire quando sarà: “Oggi stesso sarai con me in Paradiso!” – La morte vissuta con Gesù perderà il suo volto spaventoso e ci lascerà intravedere il mistero di amore e di misericordia Dio.
Radice di tutti i mali è il peccato
Il nostro mondo largamente post-cristiano, che ha smarrito del tutto il vero senso del peccato, sta scoprendo in questa lunga crisi del coronavirus le conseguenze del peccato, che inquina la sua e la vita degli altri. Quando l’uomo non ha paura del suo peccato, sta costruendo il suo inferno. La sola vera paura dell’uomo per il futuro resta il peccato. Cristo ha portato i nostri peccati sulla croce. L’amore ripara i guasti del peccato: ma quanta sofferenza ci vuole!
Tutti affidati alla protezione di Maria
In questo mese di maggio si susseguono le pratiche tradizionali in onore della Madonna e nel contesto della pandemia del coronavirus si moltiplicano gli atti di affidamento alla sua protezione: a livello internazionale, nazionale e regionali. E’ bello constatare che l’uomo sente ancora di avere bisogno della Madre e quel rapporto di amore che si vi vive o si è vissuto in famiglia con la propria mamma trasferirlo ora ad un livello più alto: a viverlo con la Madonna. «Madre amorosissima: questo è quello che tu desideri, che noi fatti bambini, chiamiamo sempre Te nei nostri pericoli e ricorriamo sempre a Te» (S. Alfonso).
Il Buon Pastore, il meglio della vita.
Mai come in questo tempo di pandemia abbiamo bisogno della figura del Buon Pastore e Papa Francesco ne sta dando una viva immagine. Ma è di Gesù che il mondo ha bisogno. – In questa domenica del Buon Pastore la Chiesa celebra la Giornata mondiale delle vocazioni. Siamo invitati a pregare perché il Signore mandi operai nella sua messe, ma anche a riconoscere come la vita di ciascuno è intessuta di dinamica vocazionale: chiamata e risposta. Tutti siamo chiamati. Tutti dobbiamo rispondere in qualche modo. Il Buon Pastore invita a cercare il meglio della vita. Scopriremo che è proprio LUI il meglio della vita.
Il primo martire dell’Oceania
Anche tra i Santi ci sono dei primati, non nel senso dell’essere più grande degli altri, ma dell’essere arrivati primi in una terra o in un determinato tipo di apostolato (tra i poveri, tra i giovani, tra i lebbrosi ecc…). Infatti lo Spirito di Dio spira il suo soffio quando vuole e come vuole e suscita vocazioni particolari. – Papa Gregorio XVI nel 1836 affidò l’Oceania ai religiosi maristi, e Pietro Chanel, che era uno di questi religiosi, nel 1837 si offrì volontario per portarvi il vangelo. Il 28 aprile 1841 un gruppo di uomini armati di lance e di asce entrarono nella capanna dei missionari e uccisero Pietro a colpi di bastone e di ascia. Fu canonizzato il 12 giugno 1954 da Pio XII. La sua festa cade il 28 aprile.
Il mese di maggio in tempo di coronavirus
Dappertutto, nel mondo cattolico, il mese di maggio viene vissuto con intensa devozione alla Madonna, per antica tradizione. Semplici fedeli, sapienti teologi e santi di ogni estrazione sociale hanno manifestato il loro amore alla Madonna in questo mese speciale, non solo per i fiori e la luce solare, ma anche per l’afflato spirituale che l’accompagna. Ad Jesum per Mariam = Si va a Gesù attraverso Maria! – Ma quest’anno – in tempo di coronavirus – i fedeli sono invitati ad esprimere la loro devozione alla Madonna seguendo, con docile obbedienza, le indicazioni date dalle competenti autorità religiose e civili. E la devozione alla Madonna diventerà anche un atto di amore e di rispetto per il proprio prossimo.
Papa Francesco: il rosario nel mese di maggio
Papa Francesco ha inviato ai fedeli una lettera per il mese di maggio: un’esortazione a riscoprire la bellezza di pregare il Rosario a casa, approfittando di questo tempo di isolamento sociale dovuto alle misure per contrastare il covid-19. Una dimensione domestica che le restrizioni della pandemia ci hanno “costretto” a valorizzare, anche dal punto di vista spirituale. – Papa Francesco invita a rinnovare la pia pratica da fare insieme, oppure personalmente. – Ed accompagna l’esortazione con due sue preghiere alla Madonna. Buon mese di maggio!
Dopo la strada, il riscatto
La pandemia del Covid-19 ha messo in luce alcune storie di donne sfuggite alla schiavitù della tratta che, per ritrovare se stesse, adesso aiutano gli altri, come ad esempio Princess che lavora in una casa di riposo e Stella che assiste gli anziani a domicilio. E così in tempo di coronavirus si incontra la forza inaspettata di tante giovani che cercano di mettersi alle spalle un passato di violenza e di sopraffazione, mettendosi a fianco di chi è malato. Sono donne salvate e inserite nei programmi di inserimento lavorativo dell’Associazione Papa Giovanni XXIII fondata da Don Oreste Benzi.
Diventeremo migliori dopo il coronavirus?
Diventeremo migliori dopo il coronavirus? Abbiamo capito che le cose e i progetti che ci sembravano tanto importanti erano alla fine passeggeri e relativi. Che ci sono cose che passano e cose che invece durano. Soprattutto siamo diventati più consapevoli della nostra fragilità. Ci siamo sentiti piccoli davanti al mondo e davanti al grande mistero di Dio. Ci siamo resi conto che il nostro destino non è se non in parte nelle nostre mani, anche se la medicina e la scienza fanno cose meravigliose. Siamo diventati più umili. Abbiamo anche pregato di più, siamo diventati più sensibili e attenti nei rapporti con gli altri, abbiamo apprezzato di più la loro attenzione e vicinanza umana e spirituale…. Ma, passato il pericolo, ci scorderemo di tutto? Torneremo più o meno quelli di prima? Nel pericolo siamo diventati migliori e quando tutto passerà forse torneremo a dimenticarci di Dio e del nostro prossimo. Facciamo attenzione.
Salvare ciò che è più importante
Qual’è la cosa più importante nella nostra vita? Le risposte saranno certamente varie, perché vari e diversi sono gli interessi delle singole persone e si potrebbero ricostruire graduatorie senza numero: la ricchezza, la fortuna, il successo, la carriera, la famiglia… Nel Vangelo di Matteo (6, 21) Gesù dice: “Dov’è il tuo tesoro, là sarà anche il tuo cuore”. – La gloria di Dio è l’uomo vivente – diceva S. Ireneo, che aggiungeva – E l’uomo è felice quando vede Dio! – La lunga crisi causata dal coronavirus ha evidenziato la nostre fragilità e le tante scelte infelici scelte fatte dall’uomo circa la salute, il clima, l’ambiente, le relazioni reciproche. – Vediamo di uscirne fuori profondamente rinnovati nello spirito e non soltanto pesantemente colpiti nei nostri vari interessi personali.