Quanti litigi in un rapporto di coppia nel matrimonio. Nessuna meraviglia se accadono. Ciò che resta veramente importante è il dialogo da avviare dopo il loro litigio, perché il dialogo è la porta della riconciliazione. Uno sguardo di fede alla Santa Famiglia farà tanto bene alle coppie in difficoltà.
Fede e dintorni
Seguire davvero Gesù
“Se qualcuno vuole venire dietro a me, rinneghi se stesso, prenda la sua croce e mi segua”. (Mt. 16, 24). – Seguire il Redentore che porta la croce del mondo è segno di amore per Lui e di solidarietà con il mondo intero. Non c’è salvezza senza Croce e senza amore. S. Alfonso così pregava: “Mio Redentore, tu ci inviti a seguirti: sì, vogliamo seguirti e morire con te, ma dacci la forza di poterlo fare!” – E saremo nel numero dei Beati.
Quando il denaro corrode il bene comune
In questo nostro mondo dominato da una economia malata, messa ancora in più evidenza dalla crisi del coronavirus, è arrivato il tempo della solidarietà interpersonale e anche internazionale. “Quanti bambini, oggi, muoiono di fame per una non buona distribuzione delle ricchezze, per un sistema economico come ho detto prima; e quanti bambini, oggi, non hanno diritto alla scuola, per lo stesso motivo. (Papa Francesco)
Traumi infantili e peccati di famiglia
Il peccato ha una potenza distruttiva delle nostre relazioni. Per chi ci crede, è sempre il momento di mettere in atto gli atti spirituali a difesa dello spirito proprio e della pace della famiglia o della comunità. Il peccato non è una parola… E’ un virus che entra dentro di noi e stravolge le nostre buone intenzioni. Anzi, il virus del peccato originale lo abbiamo ereditato, pur non volendo, siamo contagiati e rischiamo di contagiare anche gli altri. Il Battesimo ricevuto ci ha tolto il peccato originale, ma restano le sue conseguenze che noi dobbiamo combattere con le armi della fede. – Il coronavirus, ancora in corso, ci sta insegnando che non si può abbassare la guardia!
“Il digiuno inaspettato” di don Francesco Sicari
Domenica 30 agosto alle ore 18:00 a San Costantino Sarà presentato al pubblico il libro del parroco del paese, don Francesco Sicari, intitolato “Il digiuno inaspettato. La luce della parola nel deserto della quarantena”. L’opera è stata pubblicata da pochissimi giorni dall’editore Mario Vallone Domenica 30 agosto, alle ore 18.00, in piazza Duomo a San […]
Umiltà della radice
Le radici non si vedono, eppure sostengono la pianta. Le radici sotto terra sono in ordine sparso, eppure governano la linearità e geometria della pianta. Le radici sono rugose e nodose, eppure i frutti e fiori che riempio la pianta attirano lo sguardo. – La radice ci richiama la virtù dell’umiltà. – Gesù ci ha detto: «Imparate da me che sono mite ed umile di cuore» [Mt 11,29].
Appello degli scout per Don Minzoni beato
Giovanni Minzoni (Ravenna, 29 giugno 1885 – Argenta, 23 agosto 1923) fu un sacerdote italiano, noto anche colloquialmente come Don Minzoni. Medaglia d’argento al valore militare durante il periodo da cappellano nel corso della prima guerra mondiale, e vicino alle posizioni cristiano-sociali del partito popolare, fu da sempre oppositore del fascismo, e non mancò di mostrare la sua contrarietà e opposizione al nuovo regime che si venne instaurando in Italia nel 1922. Nell’agosto del 1923 fu aggredito da due squadristi del partito nazionale fascista e, a seguito delle lesioni riportate, morì poche ore più tardi. oggi si chiede di iniziare il processo di Beatificazione.
Nella Concattedrale di Tropea Solennità di Maria SS. di Romania
Il 9 settembre 2020 solenne cerimonia con la diretta streaming Le celebrazioni si svolgeranno a misura delle disposizioni previste per contrastare il Covid-19. Stando alla notificazione del Vescovo Prot. N.35/20/V. Non si svolgerà la processione per le vie cittadine
Essere peccatore e riconoscerlo
Essere peccatore e riconoscerlo è una grazia. Riconoscersi peccatori è necessario, anche se cambia il modo di esprimerlo. C’è chi si batte il petto, c’è chi si mette in ginocchio, c’è chi non osa alzare lo sguardo per incrociare quello di Cristo o andando in chiesa rimane discretamente dietro una colonna. L’apostolo Pietro arrivò perfino a dire a Gesù: “Signore, allontanati da me perché sono un peccatore” (Lc 5,11). – Ognuno può esprimersi con i gesti che gli facilitano la “personale confessione”. Un celebre pittore, Rembrandt, trovò il suo personalissimo modo: si dipinse mettendosi tra quelli che insultavano Cristo appeso in croce.
Madonna e Santi ostaggi delle mafie?
Religiosità popolare e criminalità. Liberare la Madonna dalle mafie: questo il senso del messaggio di papa FrancescoFrancesco mandato alla Pontificia Accademia Mariana internazionale (PAMI). La devozione mariana va salvaguardata da una religiosità fuorviata. Nel mirino, indicati «gli inchini» delle statue ai boss nelle processioni e la presenza dei clan nelle feste patronali. «Non si può credere in Dio ed essere mafiosi. Chi è mafioso non vive da cristiano, perché bestemmia con la vita il nome di Dio-amore». Occorre convertirsi al vero Dio di Gesù Cristo. E non voltare le spalle quando si manifestano queste deviate devozioni religiose. Siamo tutti coinvolti.
Tu sei il Cristo… Tu sei Pietro
Pietro è stato scelto da Cristo come capo della sua Chiesa e vive nella serie ininterrotta e legittima dei suoi successori nella sede apostolica di Roma, dove Pietro diede a Cristo con il martirio la testimonianza suprema. Oggi il nostro pensiero e la nostra preghiera va per Papa Francesco e la sua missione; egli invita a farci carico della cura del Creato, la casa comune che ci è stata affidata, sapendo che ciò che di buono vi è in essa verrà assunto nella festa del cielo. «Insieme a tutte le creature, camminiamo su questa terra cercando Dio».
Doni ricevuti e donati
Dio ha dato a tutti doni e talenti: fantasia, intelligenza e volontà di bene. Il mondo sa apprezzare e monetizzare la qualità dei doni e talenti. Ma tanti doni e talenti ricevuti rischiano di non essere messi in “circolazione gratuita” per una sorta di pigrizia esistenziale oppure per timidezza o diffidenza. Impariamo che ogni dono ricevuto e donato diventa un investimento per una umanità nuova e migliore.
Se muore un bambino
L’attenzione pubblica, finora rivolta alla scomparsa del piccolo Gioele, ora si rivolgerà al come e perché è morto: nasceranno tante ipotesi fino a che qualcuno ponga la parola “fine”. – Intanto la morte di un bambino ferma il tempo; apre una voragine che inghiotte il passato e anche il futuro. – Guardando l’enorme attenzione data al caso di Gioele, è il caso di fare attenzione (e non poca) uando si tratta di morti dovute a situazioni di fame e di malattia o di guerra. E recuperare la sensibilità quando si tratta di bambini morti per scelta di aborto, quasi che essi non avessero diritto alla vita. – Che strana la persona umana. Sa soffrire per la morte di un bambino solo e restare poi indifferente per le strage di innocenti.
L’amico fedele è un tesoro
Spesso le grandi amicizie nascono da un piccolo gesto gratuito di accoglienza e di bontà. Se andiamo indietro nei nostri ricordi li troveremo questi gesti e sorrideremo per l’amicizia che ci ha legati a persone che non conoscevamo. – Dio ci ha amati per primo, creandoci, dandoci la vita e tanti doni per cui essergli grati. E poi ci ha amato, donandoci il suo stesso Figlio Gesù. – Nella misura in cui ci impegniamo a vivere questa amicizia, troveremo la nostra felicità già in terra e incontreremo tanti amici di Dio e di Cristo con i quali scambiare e cantare la nostra gioia.
Ricordo di un vescovo che amava il suo popolo
Spagnolo di nascita, religioso clarettiano, Pedro Casaldáliga Plá arrivo missionario in Brasile. Paolo VI lo nomino e consacro vescovo nel 1971. Da allora, in un Mato Grosso segnato da analfabetismo ed emarginazione sociale, dove a farla da padroni erano i proprietari terrieri, dom Pedro divenne “teologo della liberazione”, “profeta dei poveri”, “vescovo del popolo”: «Qui si uccide e si muore più di quanto si viva. Qui uccidere o morire è più facile, alla portata di tutti, che vivere». – «Mi chiameranno sovversivo. E io dirò loro: lo sono. Per il mio popolo in lotta, vivo. Col mio popolo in marcia, vado».
Un minuto in paradiso
Le manifestazioni dell’Assunzione della Madonna dei giorni scorsi hanno posto in evidenza il desiderio di cielo che c’è in tutti noi. E i morti che si succedono a livello mondiale, nazionale ed anche familiare sembrano riproporci l’antica domanda: ma davvero andremo in cielo? come sarà il cielo? – Noi crediamo che nascere a questa vita comporta il vivere per sempre nell’altra, e solo quello che non muore e dura può dare senso pieno alla vita. – Risuonano attuali le semplici parole imparate al catechismo: Dio ci ha creati per conoscerlo, amarlo e servirlo (nel nostro prossimo) in questa vita e poi goderlo per sempre nell’altra. Coraggio: guardiamo sempre il cielo, mentre camminiamo con responsabilità sulla nostra terra
Prima del divorzio vorrei…
Questo delicato racconto è dedicato a chi sta pensando al divorzio. Fu scritto da Dag Hammarskjöld, diplomatico svedese, segretario generale dell’ONU dal 1953 al 1961, anno in cui morì in un incidente aereo. Gli fu conferito postumo il Premio Nobel per la pace per la sua attività umanitaria. – Il racconto rivela tutta la freschezza degli autentici sentimenti di amore, che spesso affonda nel duro quotidiano della vita. Esso, però, può risorgere a nuova vita. “Non hanno più vino”, non hanno più amore… ma tutto può rinascere”.
La fede di una mamma
«Donna, davvero grande è la tua fede! Ti sia fatto come desideri». – Una donna sconosciuta, straniera e pagana, viene elogiata per la sua grande fede, per quella insistenza fiduciosa e appassionata che ha aperto la strada verso il cuore di Gesù. La donna cananea ci insegna a pregare con convinzione, con fede e senza stancarci. Proprio ciò di di cui abbiamo bisogno in questo tempo di pandemia.
Maria Assunta in cielo, che è la nostra patria
Oggi, 15 agosto solennità di Maria SS. assunta in cielo: mentre siamo immersi nello splendore e nel caldo del sole di ferragosto, avvertiamo viva la nostalgia del cielo. In quest’anno in cui stiamo vivendo la grave crisi del coronavirus, in cui tanti sono morti senza neppure un conforto, e davanti ad un futuro sempre più incerto facciamo bene ad alzare lo sguardo al cielo, dove è la nostra patria e cantiamo anche noi: “Al cielo, al cielo, al ciel! Andrò a vederla un dì!”
I sacerdoti predicano anche dal letto della sofferenza
Siamo abituati a vedere il sacerdote all’altare, al pulpito, al confessionale: qui predica, consiglia e dà indicazioni spirituali. – Ma il sacerdote è anche un uomo, e lo diciamo tutti, con i suoi problemi e le sue sofferenze. Ed è anche qui che essi predicano, consigliano e danno indicazioni spirituali. Figure indimenticabili di sacerdoti sofferenti che sono diventate “prediche viventi”, perché apostoli della sofferenza. Padre Pio, ora santo, dalla sua cattedra di sofferenza ha annunciato il vangelo alle coscienze tormentate. Il prossimo Beato Don Francesco Mottola di Tropea: dal letto della sofferenza è diventato un apostolo della misericordia di Dio. – Il volume “Come seme che germoglia” parla di sacerdoti malati e 12 storie di «apostoli della sofferenza».