Ad una settimana dalla pubblicazione della nuova enciclica di Papa Francesco “Fratelli Tutti”, i fedeli hanno in abbondanza sussidi e strumenti per affrontare la lettura dell’importante documento: pubblicazioni, commenti, video, webinar… – Se i mezzi tecnici abbondano, non deve mancare la disponibilità a mettersi in discussione, accettando di convertirsi al Vangelo di Cristo che offre la salvezza a tutta l’umanità. – La parabola del banchetto nuziale, presentata nel vangelo di questa domenica, parla appunto della chiamata di tutti i popoli alla salvezza, cioè alla comunione con Dio. Alcuni rifiutano, altri rispondono all’invito: ma a tutti è richiesto l’abito nuziale che sta a significare la necessità di aprirsi con sincerità al dono di Dio. – La salvezza è come un banchetto di nozze aperto a tutti e Dio darà la sua grazia di entrarvi a chi la chiede con fiducia. Lo dimostra la vicenda umana e spirituale di Carlo Acutis, un ragazzo di 15 anni morto nel 2006 e beatificato ieri 10 ottobre. Una vita trasformata dalla grazia di Dio.
Fede e dintorni
Seppellire i bambini non nati
L’aborto ottenuto per legge grazie ad una intensa campagna femminista, tende a proteggere la donna e i suoi problemi, trascurando i diritti di quella vita iniziata e poi interrotta. – Ecco perché la pietas umana e cristiana, attraverso associazioni e iniziative private, prova a dare dignità alla sepoltura dei resti dei bambini non nati, sui quali ci si può fermare anche in preghiera.
Due Medaglie d’oro per dire grazie
Due Medaglie d’oro per dire grazie. Il 7 ottobre, il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha conferito la medaglia al Merito civile al sacerdote ucciso a Como, don Roberto Malgesini e al Valore civile al giovane Willy Monteiro, massacrato di botte a Colleferro, indicandoli come «Luminosi esempi» di Valore civile e di Merito civile. – Due atti violenti distinti e lontani tra loro geograficamente, ma ravvicinati dal tempo e dalle terribili circostanze. L’opinione pubblica è grata al Presidente per la sua sollecitudine nel presentarli alla Comunità nazionale come esempi luminosi e figure attuali di riferimento per tutti.
C’è sempre un bene maggiore
Ciò che Dio dispone è per il nostro bene… E’ dura per l’uomo (anche di oggi) accogliere con fiducia questa affermazione: preferisce più l’analisi della sua intelligenza per dimostrare che non è vero. Eppure Dio sta dalla nostra parte e combatte per noi. – Papa Francesco afferma che la pandemia del coronavirus non è un castigo di Dio, ma è la realtà stessa che geme e si ribella. Essa indubbiamente ha aiutato a vedere molte cose in una nuova luce e il Papa augura che un così grande dolore non sia inutile: occorre un salto verso un nuovo modo di vivere e scoprire che abbiamo bisogno gli uni degli altri, affinché l’umanità rinasca con tutti i volti, tutte le mani e tutte le voci, al di là delle frontiere che abbiamo creato.
Un prete mendicante proclamato Beato
Un prete mendicante proclamato Beato. La straordinaria storia di Don Olinto Marella morto nel 1969, chiamato Padre Marella, diventato «coscienza di Bologna» e simbolo di carità per la città. Fondò la ’Città dei ragazzi’, togliendo dall’inferno dell’abbandono gli orfani e cercando di dare loro un futuro. E’ salito all’onore degli altari nel giorno del Poverello di Assisi, domenica 4 ottobre, a Bologna c’era la festa di San Petronio. Papa Francesco ha detto di lui: “Sia modello per i preti”. Padre Marella, al suo tempo, in chiesa giunse ad offrire non solo la Parola ma anche il pane: la colazione a tutti i poveri dopo la messa. Davvero una vita spesa a favore degli ultimi.
La missione dell’avvocato
Unire le persone è meglio che fare soldi – Forse con gli avvocati “buoni”, giusti e onesti, non si faranno grandi affari economici, ma si servirà l’umanità a crescere e a restare memoria vivente della figliolanza con Dio. Ne fu esempio S. Alfonso de Liguori, che abbandonò i Tribunali di Napoli perché lì non poteva servire i poveri e gli umili. – Da sacerdote, vescovo e moralista è diventato un avvocato per l’umanità.
La mamma educa sempre
L’educazione in famiglia avviene sempre, in tutte le azioni: che ne siamo consapevoli o meno. E la mamma ne diviene sempre più consapevole: «I figli fanno sempre il loro mestiere, e lo fanno bene: i figli ci guardano. Ci guardano sempre; e vedono quale concezione, quale sentimento abbiamo della vita. Perciò l’attenzione a come si vive, diventa di per se stessa attenzione a come si educa. – “Come si fa a educare?”. Vivendo in positivo la vita.
Vignaioli ingrati e omicidi
Come ogni buon padrone sulla terra, anche Dio, “Padre nostro che è nei cieli”, aspetta frutti dai suoi figli. Dopo averli creati, dopo averli redenti per mezzo del suo Figlio, rivelando in questo un amore infinito, e dopo aver messo il mondo nelle loro mani, è ben giusto che attenda frutti, e frutti buoni. – Essere cristiani vuol dire essere innestati in Cristo e con Lui produrre frutti che il Padre gradisce. La nuova enciclica di Papa Francesco ci aiuti a produrre frutti di umanità vera, che siano graditi a Dio. San Francesco d’Assisi è il modello e il Patrono di questo cammino.
Un ricco cerca casa in cielo
Pensiamo mai al Paradiso? Lo desideriamo? Come ce lo immaginiamo? Il pensiero del Paradiso ha reso buone e perseveranti tante persone, sostenendole nelle difficoltà della vita terrena. Inoltre: “Nessuno di noi entrerà in Paradiso se là non potrà trovare qualcuno a cui possa dire: anch’io ho dato il mio aiuto per farti arrivare in cielo!” (Fulton Sheen, 1895-1979) – Questo tempo di pandemia Covid-19, che si prevede durare ancora a lungo, è occasione per dimostrare a tutti un po’ di concreta solidarietà.
E tra gli angeli i piccoli volati in cielo
Nessuno di noi vive da solo. Oltre alla presenza di Dio e dei santi, abbiamo i nostri Patroni personali, i nostri parenti defunti, vissuti santamente e i piccoli morti innocenti. – Gesù ci ha assicurato: «Io sono la risurrezione e la vita; chi crede in me, anche se muore, vivrà;”(Giovanni 11,25). – I piccoli defunti rientrano nel numero di questi Patroni personali; numerose sono le associazioni che si riferiscono ad essi come “Angeli in cielo”. – Angeli del Signore, benedite il Signore, lodatelo ed esaltatelo nei secoli.
La piccola grande Santa: Teresa di Gesù Bambino
Santa Teresa di Gesù Bambino di Lisieux (1873-1897), vergine e dottore della Chiesa nel 1997. Una santa che nell’arco di circa 50 anni (dalla nascita alla canonizzazione nel 1925) ha conquistato il cuore dei fedeli di tutto il mondo. Dio risponde ai bisogni del tempo suscitando i suoi santi. Teresa vuol rispondere all’amore di Dio con tutte le sue forze e il suo entusiasmo giovanile. E lo farà, con spirito forte, nella piccola via che le fu data conoscere: la via dell’abbandono alla volontà di Dio che è pronto a prendere tra le sue braccia chi a Lui si affida.
Basta guardare in alto
La ricerca del benessere che spesso si confonde con la felicità spinge le persone a guardare nelle occasioni che offre la vita, che purtroppo non sempre presentano un bene pulito. Quante scelte non buone si fanno, spinti dalle circostanze o dagli “amici”: droga, imbrogli, furti di ogni genere (e c’è anche chi ringrazia… Dio per essere riuscito ad “arrangiare” la giornata pur con mezzi non leciti). E invece Dio invita a guardare in alto e a chiedere con fiducia quanto ci occorre: “Dacci oggi il nostro pane quotidiano…”.
L’antica diocesi di Bova centro di vera civiltà
La storia dell’antica diocesi di Bova, centro di vera civiltà, è stata ben messa in evidenza nell’ultimo libro di Antonio Chilà. Questa terra risonante della lingua e cultura della Grecia antica, aveva fatto innamorare il celebre studioso tedesco Gerhard Rohlfs (1892-1986), filologo, linguista e glottologo: i calabresi gli sono grati per gli studi e per il bellissimo Vocabolario calabrese. I Missionari Redentoristi vi hanno predicato diverse missioni popolari e nella storia di questa diocesi si incontra anche un loro vescovo, Mons. Nicola Laudisio. – Ci sono stati vescovi che svolsero un intenso apostolato con la fondazione di istituti religiosi per cercare di alleviare le sofferenze della popolazione delle zone aspromontane, poco praticabili e arretrate. Arretatrezza sociale non riscontrabile però nelle istituzioni ecclesiastiche.
Una Monaca di casa beatificata a Napoli
Dopo un lungo cammino la “Monaca Santa”, Maria Velotti (1826-1886), sabato 26 settembre è stata proclamata “beata” con una commovente cerimonia al Duomo di Napoli, officiata dal Cardinale Crescenzio Sepe. – Maria Velotti visse la spiritualità secondo l’insegnamento di San Francesco, coniugando la preghiera con la dedizione al prossimo, e mostrò fin da giovanissima singolari doni mistici. Infatti, fu apprezzata non solo per la sua spiritualità ma anche e soprattutto per la sua dedizione al prossimo. In particolare, poi, a lei si deve la creazione della famiglia religiosa delle Suore Francescane Adoratrici della Santa Croce per l’educazione delle bambine e la tutela della dignità della donna: una santità di periferia, come ama dire Papa Francesco.
Un uomo aveva due figli
Nelle mani dell’uomo c’è la vita e la morte a secondo di come sceglie. Scegliendo la vita, rispondiamo alla chiamata di compiere la volontà di Dio, nella consapevolezza che tutti abbiamo uguale bisogno della sua grazia. Soprattutto nei cammini di riconciliazione tra popoli, razze, religioni. – Solo scegliendo quello che Gesù ha scelto e come lo ha scelto saremo sicuri di compiere la Volontà di Dio, che è la vera felicità per tutti.
Disturbati o educati dalla coscienza?
La coscienza è la presenza di Dio nell’uomo; quando ascolta la sua coscienza, l’uomo prudente può sentire la voce di Dio che gli parla. Una coscienza senza Dio è un tribunale senza giudice. In genere una coscienza retta non inganna mai; resta la vera guida dell’uomo. Essa sta all’anima come l’istinto sta al corpo. La grazia di Cristo opera anche in ogni uomo che, seguendo la retta coscienza, cerca e ama il vero e il bene, ed evita il male. La coscienza non ci impedisce di commettere peccati, però, ci nega il piacere di goderceli.
Quando si dà la vita per gli altri
Gesù, offrendo la sua vita sulla croce per la nostra salvezza, ha inteso attirare a sé tutta l’umanità non come a una scelta politica, ma come alla sorgente dell’amore che è Dio stesso. Gesù attirerà tutti. Il Crocifisso è diventato segno dell’amore che si sacrifica per l’altro, anche se ci sono atei e fondamentalisti che ancora non lo accolgono. Gesù crocifisso continua ad essere il conforto dei perseguitati e dei falliti della vita. – Ha testimoniato una donna: “Io, musulmana, difendo il Crocifisso ma dico: non strumentalizzatelo. Il crocifisso fa emergere la parte più bella di noi… è un inno alla bontà verso il prossimo, all’accoglienza dell’altro e alla speranza”. -“Stretto al Crocifisso, l’occhio avevi in alto fisso” dice un canto in onore di San Gerardo. Con il Crocifisso in mano si può valicare ogni frontiera, anche quella dell’eternità.
Perseguitato e in lotta con i lupi
«I giorni dei barbari», è il docufilm sulla vita di Ján Vojtaššak, vescovo cecoslovacco martire del comunismo.
Il film ricostruisce la storia di Ján Vojtaššak (1877-1965), vescovo slovacco perseguitato tra gli anni ’50 e ’60, ammirato da Giovanni Paolo II che fu tra i primi a voler pronunciare il suo nome dopo anni di carcere e decenni di oblio. – l 2 agosto del 1965 Vojtassàk, dopo una apoplessia cerebrale fu portato in un ospedale vicino Praga ove morì due giorni dopo. Nonostante quello che aveva vissuto il vescovo perdonò coloro che lo fecero soffrire. E’ in corso la causa di Beatificazione,
Può diventare tardi per pentirsi
Papa Francesco da anni ripete quelle tre piccole parole che rendono più amabile la vita familiare: grazie, scusa, per favore. L’esercizio quotidiano di queste parole spiana la strada al perdono “quotidiano” e non permette l’accumulo di risentimenti che poi esplodono in litigi. – Il carattere gioca brutti scherzi, bisogna dominarlo ed ecco la necessità di usare le tre brevi parole “grazie, scusa, per favore”. – Che tristezza notare che ci sono alcuni che (per carattere) pensano di stare sempre nel giusto e si vantano di non chiedere scusa a nessuno. Ma chiudersi ostinatamente può portare ad una sofferenza difficile da riparare.
Il dolore che salva
Spesso il rimedio al male che ci viene addosso è doloroso o non ci piace. L’istinto di conservazione ci fa superare ogni esitazione: affrontiamo il dolore pur di salvare la vita. Il dolore, affrontato con coraggio, a volte salva la vita. Ma se si cede alla paura, il danno sarà ancora più grande. – Quanti drammi familiari avvengono per non sapere o volere affrontare il dolore: le cronache di ogni giorno parlano finanche di mamme e papà che arrivare ad uccidere i propri figli, pur di non affrontare situazione dolorose. – Il dolore può diventare strumento di salvezza nel piano di Dio.