Una famiglia musulmana ha salvato un’anziana cristiana dall’ISIS: Camille Haddad di 98 anni – Questa storia è un esempio su come accoglienza, fraternità, vicinanza e amicizia sono ben al di sopra di guerre, divisioni ideologiche e conflitti religiosi. – “Daesh poteva cacciarci”, ha ricordato Camille, “ma Elias Abu Ahmed ci ha accolte e ospitate nella sua casa. Ed ora Camille è diventata la nonna di tutta la famiglia con 14 figli. – Questa storia è un esempio della fraternità possibile tra cristiani e musulmani; e la vicinanza e fraternità vincono qualsiasi ideologia, odio o differenza religiosa.
Fede e dintorni
Morto il prete degli zingari
Milano. Addio a don Mario Riboldi, nomade per il Vangelo, prete degli zingari. È morto l’8 giugno di sera. – Sacerdote del clero di Milano, è morto a 92 anni dopo una vita tutta dedicata a rom e sinti. Una vita condivisa in tutto e fino in fondo con gli zingari. Aveva tradotto il Vangelo di Marco in cinque lingue zingare. E lo stesso aveva fatto con testi liturgici, preghiere, canti. – Nel suo lungo e fedele ministero sacerdotale ha agito sempre con lo zelo del buon pastore.
Pio transito del Venerabile Servo di Dio Don Mottola
Cinquantaduesimo Anniversario Veglia di preghiera, Celebrazione Eucaristica Presieduta da S.E. Mons Luigi Renzo
Figlio sacerdote, mamma suora
Non sono pochi i casi che vedono figli sacerdoti e genitori (mamma o papà) consacrati nella vita religiosa. Diversi istituti (anche i Redentoristi) possono raccontare esperienze capitate a loro. – Così la foto di un sacerdote brasiliano dell’Istituto del Verbo Incarnato, p. Jonas Magno de Oliveira, con sua madre, una suora contemplativa dello stesso carisma, è diventata virale sui social media. – Il sacerdote ha condiviso la storia di questa chiamata alla vita consacrata nella sua famiglia. Ora vivono in Italia.
La logica del seme
Molti tra di noi sono prigionieri delle logiche del potere e dell’efficienza, mentre oggi Gesù ci sorprende con la logica del seme, capace di far germogliare le crescere il regno di Dio sulla terra. – Una volta seminato nel cuore dell’uomo, il regno di Dio cresce da sé. È una meraviglia di Dio tanto grande e tanto bella quanto grande e bella è la crescita delle piante, e tanto misteriosa quanto misteriosa è la trasformazione di un bambino che cresce e diventa uomo. – Perciò noi siamo chiamati ad essere fiduciosi nella vitalità umile e nascosta del seme, che è il regno di Dio, il solo capace di far germogliare la giustizia sulla terra.
Il canto dei bambini colpisce sempre
C’è un incanto al quale non è facile sottrarsi: il canto dei bambini. Quando li sentiamo cantare è difficile rimanere impassibili: ti coinvolgono nella loro gioia, nella loro devozione, nel loro entusiasmo. I messaggi proposti sono semplici e immediati, soprattutto, religiosi. – Il mistero di fede, che i bambini cantarono la sera di Natale diventò attraente e irresistibile per Paul Claudel, e ne provocò la conversione, come ammette lo stesso interessato – Il 25 dicembre 1886, egli entrò ateo nella Cattedrale di Notre-Dame a Parigi e ne uscì cantando il Magnificat con la gioia esuberante di un bambino che ha appena ritrovato il babbo e la mamma.
Affettuosa catechista per sempre
Gandolfa Ilarda, affettuosamente chiamata Ghendy, morta a 45 anni, era come una eterna ragazza dedicata da sempre ai bimbi e ai giovanissimi della parrocchia di Santa Teresa a Palermo. “Eletta” sorella e mamma da tanti, aveva “adottato” tutti, piccoli e grandi, religiosi e laici. Animatrice dell’Azione cattolica, responsabile della catechesi, generosa e dotata di una ironia e di un’autoironia irresistibili, di una leggerezza nel trasmettere la bellezza della vita e dell’essenza della fede, che sono innanzitutto esperienza di fraternità, accoglienza senza limiti e condivisione. – Il sorriso di Ghendy e la luce che rimane impigliata nelle parole delle testimonianze raccontano la speranza di una vita nuova possibile in Dio, con infinita dolcezza.
Eucaristia, pane dei peccatori
Hanno colpito molto l’attenzione di moltissimi fedeli le parole di Papa Francesco nella solennità del Corpus Domini celebrata di recente: l’Eucaristia è pane dei peccatori non (solo) premio dei santi. – All’Angelus in Piazza San Pietro, Papa Francesco il 6 giugno scorso ha ricordato la Solennità del Corpo e Sangue di Cristo ed ha sottolineato che l’Eucaristia guarisce perché la misericordia di Gesù non ha paura delle nostre miserie – Nella Eucaristia il nostro umano si incontra con il divino: fragilità e forza, amore e tradimento, peccato e misericordia. – Abituati a sentire che l’eucaristia è il pane degli Angeli (Panis Angelicus), i fedeli hanno potuto realizzare che Gesù vuole incontrare la nostra fragilità e guarirla. Lo dice già la bella invocazione liturgica: “Signore, non sono degno di partecipare alla tua mensa, ma di’ soltanto una parola ed io sarò salvato!”
Seid, ragazzo etiope, ci lascia un duro richiamo
Seid, ragazzo etiope, ci lascia un duro richiamo un duro richiamo. Ci ha lasciati. Si è tolto la vita, Seid Visin. Aveva solo vent’anni. Etiope di nascita, poi adottato da una coppia di Nocera Inferiore (SA) che lo ha colmato di amore, si è ritrovato, crescendo, a subire lo sguardo di chi lo ha disprezzato e discriminato per il colore della pelle. Le parole di Seid sono come uno schiaffo che brucia, maledettamente. Ma a volte ci sono schiaffi utili, speriamo. Questa lettera possa aprire gli occhi a quanti, fra di noi, vivono nell’odio e nell’indifferenza.
La forza della fede
La forza della fede. – Ogni persona porta in sé qualcosa di unico: la capacità di resistere alle difficoltà, di sorridere anche nelle sventure, di consolare gli altri, quando invece si ha bisogno di essere consolati. – Alla radice di tutto questo il cristiano sa che gli basta avere la fede, anche una fede piccola ma vera e sincera per fare cose impensabili! Sono i miracoli della fede vera. – La fede è un dono che si riceve, ma anche una virtù che spinge ad operare il bene. Due poli che sono perennemente in dialogo: più si opera il bene e più si cresce nella fede. – La vita di molti “credenti” rischia di restare sterile, perché la loro “fede” non passa ad operare.
Corpus Domini, il cielo sulla terra
Anche quest’anno 2021 la solennità del Corpus Domini viene celebrata con i limiti imposti dalle circostanze del coronavirus. Ma il mistero eucaristico resta sempre vivo: ieri come oggi. – L’Eucaristia è il Signore Gesù che resta con noi, presente con il suo Corpo e il suo Sangue nel pane e nel vino consacrati. In questo dono prezioso, la Chiesa trova la forza per compiere la sua missione fino ai confini della terra, nell’attesa del suo ritorno alla fine dei tempi. – Gesù, Parola fatta carne, si offre a noi come pane vivo. Egli è l’unico cibo capace di dare la vita eterna.
India-Coronavirus. Dare la vita come Gesù
Tanti i sacerdoti e i religiosi indiani che hanno perso la vita assistendo i contagiati. Come il Buon Pastore che ha dato la vita per le sue pecorelle. – La comunità cattolica indiana ha pagato un prezzo altissimo per il suo impegno instancabile accanto ai malati di covid, alle persone contagiate e a quelle emarginate e vulnerabili. – Il numero dei sacerdoti morti ha già superato quota 200 mentre quello delle religiose è andato oltre le 210 unità e la lista si allunga con cadenza quasi quotidiana. – Accanto a loro, hanno perso la vita tre vescovi e migliaia di catechisti e laici, donne e giovani che hanno scelto volontariamente di donare se stessi con puro spirito di carità cristiana, restando accanto a chi soffre o ai malati terminali. I Missionari Redentoristi hanno avuto le loro perdite, soprattutto in giovani missionari impegnati in villaggi isolati.
Diventa beata la suora uccisa con rito satanico 21 anni fa
Domenica prossima 6 giugno, lo stesso giorno della sua morte, sarà proclamata beata Suor Laura Mainetti, uccisa con un rito satanico il 6 giugno del 2000. L’assassinio di suor Mainetti suscitò all’epoca grande clamore. – La religiosa, allora 61enne, fu attirata in una trappola da tre ragazze minorenni, che la finirono con 19 coltellate. – La suora in ginocchio diceva loro parole di perdono. – Con la intercessione della nuova beata e con una nuova identità, le tre ragazze si sono reinserite nella società. – Dio trae il bene anche dal male.
Una fidanzata sarà dichiarata beata
Sarà la prima fidanzata beata: Sandra Sabattini sarà dichiarata beata il 24 ottobre: faceva parte della comunità “Papa Giovanni XXIII”, fondata da don Oreste Benzi che la seguì spiritualmente ed ora arriva prima di lui agli onori dell’altare. – Fu investita da un’auto e morì a soli 23 anni e per sua intercessione una persona ebbe la guarigione inspiegabile da un tumore. – Che dire: da morta ha continuato a fare il bene che aveva iniziato in vita nel servizio per i più fragili e per i tossicodipendenti, e nel cercare i poveri di casa in casa.
Cantiamo al Sacro Cuore di Gesù
«Dolce cuor del mio Gesù, fa ch’io t’ami sempre più». – Molti fedeli ripetono in questo mese la nota e popolare invocazione al Sacro Cuore di Gesù. La sua origine è antica e fa compagnia a tanti altri canti che inneggiano a questa devozione. Durante il Settecento questo culto era già praticato in varie regioni e lo dimostra l’esistenza di preghiere, canti e tradizioni in due aree diversissime tra loro: la Napoli di sant’Alfonso Maria de Liguori ed il Tirolo austriaco. Le dolci note e le devote parole di questi canti hanno riscaldato il cuore e la fede di tanti fedeli. Ed hanno suscitato anche vocazioni, come la vocazione sacerdotale di un sacerdote conosciuto a Pellegrina di Bagnara Calabra: don Angelo Attinà (1924-2008).
Sacerdote di 51 anni muore di coronavirus
Sono tanti i sacerdoti morti di coronavirus in questo tempo di pandemia: molti che si sono ammalati come la gran parte delle vittime del virus; altri che sono rimasti contagiati e poi sono morti nell’esercizio del loro ministero sacerdotale. – Don Alfonso Tabolacci, sacerdote di 51 anni, gioioso nel suo ministero, è morto di covid, contagiato dopo aver portato la Comunione a una malata. – «Tutto posso in Colui che mi dà la forza»: don Alfonso custodiva sempre nel suo cuore questa Parola di San Paolo. – «Non ho paura della morte…, guardo con fiducia al Signore che mi ha saziato dei suoi doni: posso dire di aver ricevuto il centuplo in questa vita».
Una Mamma che fa cose belle
Ave Maria! – Comunicare le belle e buone notizie che portano pace, fraternità, unità, superando le varie diversità che tendono continuamente a dividerci, comprese quelle di religione diventa un dovere per i mezzi della comunicazione. – Terminiamo questo mese di questo mese di maggio, che ci ha coinvolti tutti in una lunga maratona di preghiera insieme a tutti i santuari del mondo per ottenere l’intercessione della Madonna per la fine della tremenda pandemia del coronavirus. – Oltre alle tante vittime causate dal virus Covid-19, la pandemia ha cambiato la vita di tutta l’umanità. – Maria è l’onnipotente “per grazia” e se otteniamo la sua intercessione, Dio ci darà un nuovo orizzonte di speranza e di pace. Occorre continuare a pregare la Madonna.
Domenica della Santissima Trinità 2021
Unità e Trinità di Dio è il mistero centrale della fede e della vita cristiana. Nell’unico Dio noi adoriamo tre persone, ma non come una addizione (1+1+1 =3), ma come una comunione d’amore (1x1x 1 = 1). – Perciò, una famiglia, che vive unita nell’amore, diventa l’icona più visibile del grande Mistero della Santissima Trinità. – «Gloria al Padre, al Figlio e allo Spirito Santo». – Un Dio innamorato degli uomini: il Padre coinvolto profondamente nella storia dei suoi figli, il Figlio che nel sacrificio della sulla croce ci rende la dignità di figli e lo Spirito Santo che ci guida verso l’eternità!
Gli ultimi al servizio degli ultimissimi
«A Casa Caciolle (Firenze) ospitiamo i detenuti a fine pena e li seguiamo in un percorso di reinserimento. Li aiutiamo a dare un senso alla loro vita. Qui, con loro io faccio comunità, una comunità cristiana, viviamo come se fossimo un’unica famiglia, dove ciascuno si sente coinvolto dalle esigenze degli altri e cerca di dare una mano in qualsiasi modo», dice don Vincenzo Russo, cappellano del carcere Sollicciano e presidente dell’Opera. In questa Casa quattro detenuti preparano pasti per i senzatetto: gli ultimi al servizio degli ultimissimi.
I gesti parlano più delle parole
Nella udienza generale di mercoledì 26 maggio papa Francesco ha baciato il “marchio” di una deportata ad Auschwitz. Il Papa ha abbracciato e benedetto Lidia Maksymowicz imprigionata nel lager nazista di Aushwitz quando non aveva ancora tre anni. E la donna non ha resistito a restituire il gesto affettuoso ed ha abbracciato con riconoscenza per l’onore ricevuto. – Per Lidia Maksymowicz, donna di fede non c’è mai stata questione di perdono: «Non ho odiato i miei persecutori quando ero una bambina, non li odio adesso che ho più di 80 anni.. La missione che ho scelto e che porterò avanti fino a quando vivrò è ricordare, parlare di quanto mi è successo. Raccontarlo soprattutto ai giovani, perché non permettano che accada mai più una cosa del genere».