Fede e dintorni

Sì al crocifisso in aula

La Cassazione ha emanato la sentenza: “Sì al crocifisso in aula, non è un atto discriminatorio”. Il Crocifisso in aula non è discriminatorio; ma sarà la comunità scolastica a valutare e decidere “in autonomia di esporlo”. Se l’istituto, studenti compresi, decide di tenerlo, nessuno può toglierlo a piacere. – Il crocifisso appartenga sì ai cristiani, ma sia anche un simbolo che entra nel cuore di chi ne adotta e ne rispetta il messaggio”. E quante persone di ogni tempo, condizione sociale e credo religioso, lo hanno sentito e lo sentono come un un punto di riferimento dell’umanità ferita e oppressa, – Forse è giunto il tempo in cui il dibattito sul crocifisso non sarà più chiamato in causa come un segno di demarcazione, uno spartiacque tra ‘noi’ e ‘voi’ (confronto religioso), e più ancora forzare la mano dividendo gli uomini in due classi ‘i buoni’ e ‘i cattivi’.

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Il 52° Congresso Eucaristico Internazionale

Domenica 5 settembre si è aperto a Budapest il 52° Congresso Eucaristico Internazionale, in attesa di Papa Francesco che arriverà il 12 settembre. – Con la Messa del cardinale Angelo Bagnasco, presidente del Consiglio delle Conferenze Episcopali d’Europa, è cominciato l’evento che chiama tutta la Chiesa a riflettere sul tema: “Sono in Te tutte le mie sorgenti”. – Durante questa messa bem centinaia di bambini hanno fatto la loro Prima Comunione e molti giovani sono stati cresimati. Ad essi il messaggio: “Dio non è concorrente della vostra libertà, e la fede non è una serie di divieti, ma un grande sì alla gioia, anche quando è impegnativo perché l’amore è una cosa seria”.

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Rwanda. La sport per superare la disabilità

Liliane Mukobwankawe, 32 anni, capitana della squadra nazionale rwandese di sitting- volleyball (la pallavolo “da seduti”) è stata rappresentante delle donne per il comitato paralimpico del Paese africano. – Alle Paralimpiadi di Tpkyo il Rwanda è stato rappresentato da 13 ragazze con storie di dolore, emarginazione e riscatto. A loro si è aggiunto Hermas Muvunyi che ha corso i 400 metri nell’atletica leggera. – E con questo spirito di unità la nazionale di sitting-volley sta dando una nuova ispirazione alla società intera, proponendo una visione diversa delle persone con disabilità. – Oggi in Rwanda c’è molto più sostegno culturale, ci sono più porte aperte per le persone con disabilità perché tutti, finalmente, vedono cosa un disabile è in grado di fare.

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Natività della Beata Vergine Maria

La festa di oggi celebra la natività della Vergine Maria, ed è legata indissolubilmente a quella del Natale. Infatti con la nascita di Maria Dio si prepara una casa” in mezzo agli uomini, una dimora che poi lui stesso abiterà nell’Incarnazione. – Siamo creature chiamate a generare Dio nel mondo: una “missione” come quella di Maria. Ella l’ha vissuta fin dall’inizio della propria esistenza; ed è stata è stata come un ponte tra il Creatore e le creature. “Questa Bambina porterà al mondo il Salvatore”.

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La Madonna aiuta tutti alla conversione

Comunicare le belle e buone notizie che portano pace, fraternità, unità, superando le varie diversità che tendono continuamente a dividerci, comprese quelle di religione. – Ricordiamo Santa Teresa di Calcutta che, pur ammirata per l’immenso bene che faceva all’umanità ferita, si sentì chiedere un giorno, con una punta di critica, da un giornalista protestante: “Perché nominate così spesso Maria, la Madonna?”. E Madre Teresa con un sorriso dolcissimo rispose semplicemente: “Ma Lei ci donato Gesù!”. La risposta lasciò il giornalista piuttosto freddo; ma qualche mese dopo, dall’altra parte del mondo, scrisse a Madre Teresa: “Avete ragione: Maria ci ha dato Gesù e merita tutto il nostro onore e amore”. – La storia presentata oggi con ricchezza di particolari, è una piccola autobiografia di un protestante diventato cattolico e poi sacerdote grazie alla dolcissima preghiera dell’Ave Maria. – Preghiamo spesso l’ Ave Maria!

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Apposizione sigilli al sepolcro con i resti mortali del Ven. Mottola

Tropea 8 settembre 2021. La diretta streaming by Stroe Alla presenza dell’Amministratore apostolico della diocesi di Mileto-Nicotera-Tropea, mons. Francesco Oliva, Vescovo di Locri-Gerace, e i sacerdoti, l’urna contenente i resti del Venerabile ha fatto rientro nella concattedrale tra l’emozione generale della Famiglia Oblata, dei tanti sacerdoti, del popolo. In sosta ai piedi dell’altare, sotto lo […]

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Un vedovo e anche genitore diventa sacerdote

Giovanni Lattuca, vedovo della moglie Rita e genitore di due figlie, Teresa e Marialucia, è diventato sacerdote a 66 anni: già diacono permanente, è stato ordinato a Cassano allo Jonio da Mons. Francesco Savino. Al termine della celebrazione, caloroso e fraterno c’è stato l’abbraccio tra il nuovo sacerdote e il vescovo Savino. «Grazie per la fiducia accordatami. Prego lo Spirito Santo affinché posi la sua mano su di me e non l’allontani mai» ha detto il neo ordinato sacerdote. – Dalla morte della moglie egli cura la suocera anziana e il cognato malato: una testimonianza che parla da sé.

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Sordi e muti bisognosi di guarigione

Viviamo in una società i cui mezzi di informazione sono sempre a caccia di scoop, col dichiarato proposito di aprire gli occhi ai cittadini. Ma spesso poi le informazioni o sono cattive o dette col proposito di distruggere le persone e allora invece che luce alzano un denso fumo che finisce per annebbiare gli occhi e il cuore. Solo Gesù ci può aprire gli occhi e il cuore, perché vediamo la nostra miseria, ci convertiamo e accogliamo la sua salvezza.

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Riconoscersi peccatori: ognuno trova il suo modo

Riconoscersi peccatori è necessario, anche se cambia il modo di esprimerlo. C’è chi si batte il petto, c’è chi si mette in ginocchio, c’è chi non osa alzare lo sguardo per incrociare quello di Cristo o andando in chiesa rimane discretamente dietro una colonna. L’apostolo Pietro arrivò perfino a dire a Gesù: “Signore, allontanati da me perché sono un peccatore” (Lc 5,11). Ognuno può esprimersi con i gesti che gli facilitano la “personale confessione”. – Un celebre pittore, Rembrandt, trovò il suo personalissimo modo.

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Mamma eroica verso gli altari

Tra i nuovi Venerabili approvati da Papa Francesco c’è una mamma eroica, Maria Cristina Mocellin. Aveva 26 anni quando nel 1995 è morta a causa di un tumore. Ella si era sottoposta alle sole terapie che non avrebbero danneggiato la salute del terzo figlio che portava in grembo. Andò incontro alla morte certa dell’amore del Padre, fedele a Lui nei suoi disegni. – La sua era una fede vissuta nel quotidiano, nella famiglia, nell’essere madre. una mamma con dei bambini e con tanta fede e tanta sensibilità dal punto di vista spirituale.

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La preghiera aiuta a guarire

La preghiera è come una medicina, un balsamo del corpo e dello spirito. Anche la scienza ha largamente dimostrato che la pratica religiosa può influire sullo stato di salute, facendo ammalare meno e guarire prima… Più che la guarigione fisica, o al di là della guarigione fisica, Dio guarisce l’anima della persona perché sia felice e abbia la pace, anche nella malattia. E Papa Francesco ultimamente, in seguito alla nuova e tremenda condizione in cui si troveranno donne e bambini in Afganistan col regime talebano, ha aggiunto di accompagnare la preghiera con il digiuno.

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Martirio di san Giovanni Battista

Il martirio di Giovanni Battista si affianca alla solennità della sua natività, celebrata il 24 giugno. Giovanni è il cugino di Gesù, concepito tardivamente da Zaccaria ed Elisabetta, entrambi discendenti da famiglie sacerdotali. – Papa Francesco delinea seccamente i quattro personaggi del triste evento: il re Erode “corrotto e indeciso”, Erodìade, la moglie del fratello del re, che “sapeva solo odiare”, Salomè, “la ballerina vanitosa”, e il “profeta decapitato solo in cella”. – Rimangono incise per sempre le parole di Gesù: “Tra i nati di donna non è sorto mai nessuno più grande di Giovanni Battista” (Mt 11,11). Un solenne riconoscimento ai suoi doni e alla sua qualità umana ed etica.

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Via Lucis itinerante di giovani per trovare chi è al buio

E’ partita la singolare edizione di questo anno della “Via Lucis dei giovani per trovare chi è al buio”. – Sono 14 le stazioni ferroviarie che dal 29 agosto all’11 settembre verranno toccate nei 4mila chilometri di itinerario disegnato per incontrare i poveri e far conoscere loro i “santi della porta accanto”. L’ideatore, il giovane economista Giandonato Salvia confida: “Troviamo la luce nei volti degli ultimi”, ai quali si offrirà solidarietà, vangelo e testimonianze.

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Morto di Covid il missionario “banchiere” dei poveri

Il missionario del Pime padre Giulio Berutti, 77 anni, è morto l’11 agosto a causa di complicanze dovute al Covid-19 contratto mentre si trovava in Bangladesh. – Suo il progetto di microcredito che ha permesso a milioni di persone di uscire dall’indigenza nel Paese asiatico dove riposerà per sempre: «La “banca dei poveri” fa prendere coscienza del valore di ogni uomo”. Il coraggioso missionario esemplare con la sua vita ha ispirato molti a migliorare la loro vita familiare e sociale.

Attualità Fede e dintorni

Maria Ss. di Romania Concattedrale di Tropea

Domenica 5 e Giovedì 9 settembre 2021 Dalla Concattedrale di Tropea due dirette streaming Domenica 5 settembre 2021 Alle ore 19:00 Apposizione dei sigilli alla Tomba del Ven. Don Francesco Mottola e Santa. Messa presieduta da Sua Ecc.za Mons. Francesco Oliva Amministratore Apostolico della Diocesi di Mileto-Nicotera-Tropea Giovedì 9 settembre 2021 Alle ore 10: Solenne […]

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Avvicinarsi a Dio con cuore purificato

«I puri di cuore che vedranno Dio» (Mt 5,8) non sono i puritani, cioè gli ossessionati e scrupolosi osservanti di tutte le leggi morali della Sacra Scrittura e della Chiesa… – I veri «puri di cuore» sono quei credenti che riescono a invocare la vicinanza di Dio invocandolo con la sincerità del loro cuore, avendo riconosciuto la loro fragilità e la situazione esistenziale del loro essere peccatori. – E tutti siamo peccatori. ma già perdonati nella morte e risurrezione di Cristo. – Viviamo in un mondo inquinato dalla ipocrisia, a tutti i livelli; nessuno può ritenersi esente. E’ un inquinamento che parte dal cuore e non si può guarire se non scendendo con sincerità nel proprio cuore. Se la lotta all’inquinamento fisico e la cura dell’igiene è un segno di progresso e di civiltà al quale non si può a nessun costo rinunciare, lo stesso impegno deve manifestarsi nell’inquinamento del cuore. – L’ipocrisia non è il linguaggio di Gesù”, né deve esserlo dei cristiani, giacché “l’ipocrita è capace di uccidere una comunità”. L’ipocrisia uccide le comunità, fa tanto male alla Chiesa.

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Alessandro, soldato e martire di Cristo

Sono molte le persone che portano il nome di Alessandro; ma forse non tutti conoscono la sua storia. – Sant’Alessandro fu un soldato che diede la vita per Gesù e la Chiesa lo ha ricordato il 26 agosto: è patrono della diocesi e della città di Bergamo. – Il tema scelto per la festività di quest’anno è stato ” La fiducia” – Il Comune e la Diocesi hanno voluto offrire questo tema come spunto di riflessione in un periodo in cui avere fiducia, nel prossimo, nelle istituzioni, sembra più faticoso che nel passato”. – Nel 2019 Papa Francesco disse: “Sempre ci saranno i martiri tra noi: è questo il segnale che andiamo sulla strada di Gesù. E’ una benedizione del Signore, che ci sia nel popolo di Dio, qualcuno o qualcuna che dia questa testimonianza del martirio”.

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Afganistan, bambini salvati come Mosè

Tutti conoscono la storia di Mosè salvato dalle acque: la mamma per salvare il suo bambino destinato alla morte per disposizioni del faraone, , lo mise in una cesta e lo affidò alle acque del fiume Nilo. Fu la figlia dello stesso Faraone che lo trovò e lo allevò alla reggia come se fosse suo figlio dicendo: “Ti chiamerai Mosè, che vuol dire salvato dalle acque”. – E’ quanto sta succedendo in questi giorni all’aeroporto di Kabul, Afganistan: madri e padri che “abbandonano” i figli per salvarli dai talebani: i tanti Mosè afghani. – Cosa potremmo fare noi? Essere come Miriam e sentire la responsabilità di continuare a tenere lo sguardo su questi figli per vedere cosa ne sarà di loro, e cercare, come ella ha fatto, di trovare un modo affinché possa riaccadere un ricongiungimento necessario.

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I diritti dei nostri morti

In alcuni cimiteri italiani si parla di centinaia di bare che sono ancora allo scoperto e sembrano invocare “Dateci il riposo che ci spetta”. – La situazione deve interessare a tutti, perché i morti “appartengono” a tutti, perché appartengono alla nostra umanità. – Diceva lo scrittore inglese John Donne: “Quando senti la campana suonare a morte, non ti chiedere “Per chi suona la campana?” Essa suona per me, per te, perché è morta una parte dell’umanità!” – Diamo ai defunti innanzitutto, una degna sepoltura. Permettiamo a chi gli volle bene di poter deporre sulla loro fossa un fiore e, se credenti, di recitare una preghiera.