Fede e dintorni

Epifania del Signore 2022

Anche l’Epifania del Signore di quest’anno presenta la nostra umanità ancora alle prese col coronavirus e delle sue temibili varianti, in particolare l’ultima, la Omicron. – Ed ancora il vaccino anti-Covid è quanto principalmente aspettano tutte le persone per superare la terribile crisi sanitaria che sta affliggendo il mondo da mesi. Legittimo desiderio, accompagnato da preghiere senza sosta. – Papa Francesco più volte ha ammonito che l’umanità ha bisogno anche di un vaccino per il cuore delle persone per rivitalizzare la nostra umanità ferita non solo dalla pandemia del coronavirus, ma dal peccato, causa della infelicità dell’uomo che stenta a condividere i segnali di solidarietà e fraternità universale già in atto. – E questa liberazione viene dal Bambino venuto a salvare l’umanità.

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USA 1852: Un vescovo santo per gli immigrati europei

La vita di San Giovanni Nepomuceno Neumann, missionario e vescovo redentorista (1811-1860), consumata a 49 anni, rimane un esempio di donazione per il bene degli emigrati in America. Nei 7 anni in cui fu vescovo, costruì 89 chiese, 100 scuole, alcuni Ospedali e Orfanotrofi. Visitò ininterrottamente la vasta diocesi; giunse a percorrere fino a 40 km. di montagna, a dorso di un mulo, anche solo per cresimare una fanciulla inferma. Al suo santuario si respira ancora oggi l’immensa donazione per gli ultimi, gli emigrati giunti dall’Europa.

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Un Bambino RE, ma per sempre

Un Re per sempre, per seguirlo fino alla fine. – Tutti viviamo la nostra vita, ma come? Viviamo da figli o viviamo da schiavi? Viviamo da persone libere oppure secondo la logica mondana, corrotta? chiede continuamente Papa Francesco. – La libertà ci fa sentire veramente liberi quando rispondiamo alla nostra responsabilità di vivere bene il nostro tempo. – Il nuovo anno, 2022, che si è aperto con la 55a Giornata mondiale della Pace ci consegna uno scottante tema ereditato dalla pandemia del coronavirus: «La cultura del dialogo come percorso di pace». Un impegno serio e globale, capace di far progredire l’umanità sulla via della fraternità, della giustizia e della pace fra le persone, le comunità, i popoli e gli stati. – Su questa strada c’è il Bambino Gesù, un piccolo RE che ci chiede di seguirlo.

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Santissimo Nome di Gesù

Oggi è la memoria del Santissimo Nome di Gesù, il solo in cui, nei cieli, sulla terra e sotto terra, si pieghi ogni ginocchio a gloria della maestà divina.
– “Nel nome di Gesù ogni ginocchio si pieghi nei cieli, sulla terra e sotto terra, e ogni lingua proclami che Gesù Cristo è il Signore, a gloria di Dio Padre” (Fil 2, 10-11).
– “Non vi è altro nome dato agli uomini sotto il cielo, nel quale è stabilito che abbiamo salvezza (At 4, 12). – In Gesù, Verbo di Dio fatto uomo per noi, pieno di grazia e di verità, l’uomo è chiamato a divenire partecipe della stessa filiazione divina: divenire figlio del Padre.

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Tempo di luce nel Dio fatto carne

La liturgia ci invita di approfondire il significato del Natale nel Prologo di Giovanni. – Questo testo ci permette di contemplare l’Incarnazione del Figlio unigenito di Dio e comprendere l’identità di quel Bambino che abbiamo contemplato nella semplice povertà di Betlemme. – Mentre un profondo silenzio avvolgeva tutte le cose e la notte era a metà del suo rapido corso, la tua Parola onnipotente, o Signore, è scesa dai cieli, dal tuo trono regale. – Grazie, o Dio, perché la tua luce dirada le tenebre del mondo e del nostro cuore.

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1 gennaio 2022 – Maria Santissima Madre di Dio

“Salve, Madre santa: hai dato alla luce il Re che governa il cielo e la terra nei secoli dei secoli”. – All’inizio del nuovo anno, la liturgia della Chiesa ci fa contemplare Maria nella sua divina maternità. La invochiamo perché lei, che ha dato al mondo Gesù, il Principe della pace, ottenga dal Figlio, per ogni popolo e nazione, un anno nuovo ricco di benedizioni, di prosperità e di salute. – Oggi ricorre la 55a Giornata della pace: è Cristo la nostra pace e Cristo ci è donato per mezzo di Maria. – E allora: Maria, Regina della pace, prega per noi. – Auguri a tutti.

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Fratello, Fratello: Fratelli tutti

Il Natale ci apre quasi naturalmente alla bontà. Ma è Natale ogni volta un fratello nascerà nel tuo cuore; è Natale ogni volta che riconosci con umiltà i tuoi limiti e la tua debolezza: è Natale ogni volta che permetti al Signore di rinascere per donarlo agli altri”. – Mentre finisce il 2021 con non poche preoccupazioni, ci auguriamo un 2022 ricco di vera fraternità.universale.

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La mitezza del Natale per vincere l’ira

Una risposta dolce e mite disperde le nubi è fa sorgere il sole e arriva la calma è la tranquillità. Non c’è niente che attizza il fuoco della discordia come le parole dure, offensive che abbondano di insulti e recriminazione. – “L’uomo collerico fa nascere contese, ma chi è lento all’ira calma le liti” (Proverbi 15,18). – Il Santo Bambino ci invita alla mitezza – Dio irrompe nella nostra storia con mitezza umiltà e dolcezza: è questa la potenza che salva. E’ questo lo spirito del Natale che vogliamo vivere.

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Quando la carità comincia dai piedi

I partigiani della carità. Ecco una esperienza che mette brividi di umanità. A Trieste Lorena e Gian Andrea sono conosciuti come «partigiani della carità». insieme ai loro volontari, assistono e accompagnano gli ultimi passi dei migranti della rotta balcanica con uno scopo: dare sollievo ai loro piedi e alle «fatiche dell’anima». – Non è da tutti slacciare le scarpe rotte e i calzini maleodoranti e curare i piedi di uomini sconosciuti che domani magari non rivedrai più. – Ma riempie il cuore di gioia aver suscitato in tanti disperati la speranza di una umanità fraterna.

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San Giuseppe e il pastore scortese

Dio ci vuole incontrare tutti e la grotta di Betlemme è il luogo privilegiato del nostro incontro con Lui, dell’incontro di Dio con l’uomo. – Qui l’uomo è invitato silenziosamente a lasciare cadere la cattiveria e l’indifferenza che gli riempie il cuore. – Il bambino adagiato sulla paglia è il Figlio dell’Altissimo, che non ha esitato di abbassarsi al punto da incontrare l’uomo; anzi a diventare egli stesso uomo. Ma ora è l’uomo che deve desiderare e impegnarsi ad essere e vivere come figlio di Dio.

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Cielo quaggiù o Cielo lassù

È bello che i poeti possano guardare sin dentro all’anima e rendere risposte con testi incisivi tutti da condividere. – «Chi non ha trovato il Cielo quaggiù, lo mancherà lassù», citata nell’omelia della notte di Natale da Papa Francesco. – E’ nel nostro ordinario quaggiù che si rivela, si mostra il meraviglioso che ci rimanda a un mondo più grande. Prendiamoci cura di Gesù adesso, accarezzandolo nei bisognosi, perché in loro si è identificato, e lo troveremo nell’eternità beata.

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La santa Famiglia, dono all’umanità

Oggi, domenica dopo Natale, è il giorno in cui la Chiesa contempla il mistero della santa Famiglia. – Contempliamo la santa famiglia di Nazareth per conformare a essa la vita delle nostre famiglie. Essa insegni a noi «che cosa è la famiglia, quale la sua comunione d’amore, quale la sua semplice e austera bellezza, quale il suo carattere sacro e inviolabile» (Paolo VI). – Anche la famiglia di Nazareth, come tutte le famiglie, ha sperimentato prove, difficoltà e dolori: dalla nascita a Betlemme, alla fuga in Egitto, allo smarrimento di Gesù nel tempio. La famiglia di Nazareth non ha mai dubitato di Dio che si rivela anche attraverso le vicissitudini della storia e ha condiviso con Gesù la sua missione, passando dal buio della prova allo stupore della totale fiducia in Dio.

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Un Natale di speranza e di misericordia

Anche se siamo ancor con il Covid e la variante Omicron celebriamo il Natale, perché Natale è sempre Natale, il Natale del Figlio di Dio. «Egli viene e con Lui viene la gioia», scriveva don Primo Mazzolari. – Mai come oggi, seppur tra mille difficoltà e sofferenze causate dal Covid , questo è il tempo di credere. – Anche quest’anno, infatti, celebriamo la Speranza che si è fatta carne in un’umile grotta di Betlemme e da lì ha attraversato «i mondi» di tutti i tempi. – La pandemia sembra aver sospeso ogni ambito della vita, ma il Salvatore continua a nascere per noi e in noi: Dio non ci lascia da soli. (cardinale Gualtiero Bassetti); il Figlio di Dio è venuto al mondo per la salvezza di tutti coloro che sono “stanchi e oppressi” (Patriarca Kirill). – “Ecco la lezione del Natale: l’umiltà è la grande condizione della fede, della vita spirituale, della santità. Possa il Signore farcene dono” (Papa Francesco) – Perciò anche noi vogliano restare accesi da questo felice fuoco del Natale, che rende l’anime contente in terra e beate nel cielo» (S. Alfonso de Liguori).

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Stille Nacht, Heilige Nacht

Questo canto, tradotto e adattato in quasi tutte le lingue del mondo, fa subito respirare la magica atmosfera dell’intimità del Natale. La sua origine fu una improvvisazione nella notte di Natale con il piccolo coro della parrocchia e gli autori furono il parroco padre Mohr e l’amico Franz Gruber maestro elementare che suonava la chitarra. – Una umile origine, ma quanta gioia ha portato e continua continua a portare questo dolcissimo canto! – Anche in questo tempo di pandemia esso è capace di spalmare nell’anima una tenerezza incredibile: è la carezza di Gesù Bambino soprattutto a chi è nella sofferenza.

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Mani benedette dal lavoro

Il giovane studente che arriva ad avere un colloquio di assunzione ad un lavoro porta inevitabilmente con sé il sacrificio di chi lo ha allevato: mani che hanno lavorato per lui e per il suo futuro. Ma non sempre il giovane ne è consapevole e grato; a volte rimpiange di non essere nato rampollo di industriali e di gente di successo. Ma… il lavoro, fatto con mani d’uomo, è una garanzia per ogni futuro impiego. Cristo stesso, pure essendo Dio, ha lavorato con mani d’uomo.

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Anche a Tropea la luce della Pace di Betlemme

Sabato sera 18 dicembre verso le ore 19,00 l’intero Gruppo Scout di Tropea ha accolto, alla stazione ferroviaria della città, la “Luce della Pace di Betlemme” per la cura della Terra e l’hanno scortata in duomo, dove il vescovo della diocesi Mons. Attilio Nostro ha guidato tutti i partecipanti in una breve veglia di preghiera. L’indomani, domenica, la “Luce” è stata consegnata ai fedeli nelle varie chiese. – Da 25 anni gli scout di tutte le associazioni la portano nelle carceri, nei campi nomadi, negli eremi e nei luoghi dell’emarginazione. – La “Luce” viene accolta come segno di pace e fratellanza, anche dai non cristiani. – Quest’anno lo slogan è “Facciamoci luce per curare la terra”: chiaro riferimento alla difesa dell’ambiente tanto cara agli scout. ed anche all’ecologia umana, la tutela di chi ci vive e soffre per la pandemia e per tutti i guasti provocati dall’egoismo dell’uomo.

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San Giuseppe in cerca di una locanda

Bello il Natale, che va rivivere ai piccoli e ai grandi le emozioni più belle e vere del cuore umano. Anche le recite teatrali, che ripropongono momenti della notte santa e non di rado sconfinano in sorprese incredibili, come quella proposta. I bambini si aprono all’incanto del Natale, gli adulti si nascondono. – Signore, togli la maschera della nostra indifferenza e donaci un cuore che ti aspetti e ti accolga in tutti i poveri..

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Chiamata ad essere la Madre del Messia

L’uomo, per nascere, ha bisogno di una donna che lo partorisca. Anche per il Messia sarà così. E questa donna sarà Maria, scelta da Dio e invitata con lo speciale annuncio dell’Angelo. Maria condivide con Elisabetta la gioia della salvezza. Due donne si incontrano e condividono la gioia della vita nascente. Anche noi siamo chiamati a vivere la gioia che Dio ci dà e a donarla all’umanità che incontriamo con i piccoli o grandi gesti di una santità concreta quotidiana. – Santa Maria, donna della fede, aiutaci ad accogliere il Signore, dono del Padre, imparando a donare gioia e solidarietà.