L’insegnamento di Benedetto XVI
Conversione è andare controcorrente
Il periodo quaresimale è iniziato con l’austero rito della imposizione delle ceneri: non un rito magico o scaramantico, ma un chiaro invito alla conversione.
Conversione. parola un po’ difficile, perchè dal significato vario. Per il cristiano di oggi significa soprattutto “andare controcorrente” e “cambiare direzione nel cammino della vita”, come ha detto Benedetto XVI in occasione dell’Udienza generale di mercoledì 17 febbraio, mercoledì delle Ceneri.
Ad una mentalità secolarizzata può apparire una banalità. Ma dentro la conversione c’è la vita. Infatti, accogliere “la sorprendente novità” che si sprigiona dal richiamo alla conversione è rigenerante. Infatti la conversione “mette a nudo e denuncia la facile superficialità che caratterizza molto spesso il nostro vivere”.
Per conversione, allora, oggi si può intendere “una vera e propria inversione di marcia”, un andare controcorrente, dove la ‘corrente’ è lo stile di vita superficiale, incoerente ed illusorio, che spesso ci trascina, ci domina e ci rende schiavi del male o comunque prigionieri della mediocrità morale”.
Con la conversione, invece, si punta alla misura alta della vita cristiana, ci si affida al Vangelo vivente e ci si lascia trasformare dal mistero pasquale di Gesù. C’è di mezzo la fede.
Infatti la conversione non è una semplice decisione morale, che rettifica la nostra condotta di vita, ma è una scelta di fede, che ci coinvolge interamente nella comunione intima con la persona viva e concreta di Gesù. La conversione è il “sì” totale di chi consegna la propria esistenza al Vangelo, rispondendo liberamente a Cristo che per primo si offre all’uomo come via, verità e vita.
Pertanto l’appello alla conversione e a credere al Vangelo “non sta solo all’inizio della vita cristiana”, ma ne accompagna tutti i passi. Infatti “ogni giorno è momento favorevole e di grazia, perché ogni giorno ci sollecita a consegnarci a Gesù, ad avere fiducia in Lui, a rimanere in Lui, a condividerne lo stile di vita. Ogni giorno: anche quando si fanno sentire le difficoltà e le fatiche, le stanchezze e le cadute, anche quando siamo tentati di abbandonare la strada della sequela di Cristo e di chiuderci in noi stessi, nel nostro egoismo, senza renderci conto della necessità che abbiamo di aprirci all’amore di Dio in Cristo, per vivere la stessa logica di giustizia e di amore”.
Le Ceneri, poste sul capo dei fedeli, sono state un monito severo, ma di speranza: “L’uomo è polvere e in polvere ritornerà, ma è polvere preziosa agli occhi di Dio, perché Dio ha creato l’uomo destinandolo all’immortalità”. Anche Gesù ha liberamente voluto condividere con ogni uomo la sorte della fragilità, in particolare attraverso la sua morte in croce. Compito finale della quaresima è portare il credente all’evento supremo della morte di Gesù, massima espressione del suo amore per il Padre e per l’umanità: una morte che è stata la via per la gloriosa risurrezione, attraverso la quale Cristo è diventato sorgente di una grazia donata a quanti credono in Lui e vengono resi partecipi della stessa vita divina”.
Ecco allora che “il piccolo gesto dell’imposizione delle ceneri ci svela la singolare ricchezza del suo significato”: l’invito a immergerci più consapevolmente nel mistero pasquale di Gesù, nella sua morte e risurrezione “mediante la partecipazione all’Eucaristia e alla vita di carità.
La carità: via concreta di una vera conversione e il periodo quaresimale è tempo propizio per le iniziative di solidarietà a favore di poveri, abbandonati e disastrati.