Cultura e Società

“Calabria Sociale” per limitare i danni del federalismo

Il comitato indipendente fondato dal Dr. Cortese, Dr. Purita, Simonelli e Bonello

Quello che il comitato denuncia è che dal 2011 i servizi di Amministrazione, Istruzione, Polizia Locale, Viabilità, Rifiuti, Servizi Sociali e Asili Nido non ricevono dallo Stato la copertura adeguata, prevista dalla Costituzione (art. 119) e dalla Legge n. 42 del 2009, per sopperire alla differenza tra fabbisogno – calcolato dallo stesso Ministero – e capacità fiscale

Si è costituito a Tropea il comitato indipendente “Calabria Sociale”, avente come scopo principale ed immediato la denuncia politica della mancata applicazione della Costituzione e della legge dello Stato in riferimento all’allocazione dei fondi di solidarietà comunale. A tale fine, un primo incontro si svolgerà a Tropea sabato 20 luglio alle ore 17, nella sala dell’ex monastero di S. Chiara, con presenti diversi consiglieri comunali di Tropea e dei comuni limitrofi, i consiglieri provinciali Antonella Grillo, Antonio Zinnà e Daniele Vasinton, diverse realtà sociali e l’assessore al bilancio del Comune di Cinquefrondi Flavio Loria, primo Comune calabrese a presentare ricorso contro la distorta perequazione dei fondi. Il comitato invita la cittadinanza tutta a partecipare al tavolo tecnico in cui si discuterà del gravoso problema.
Quello che il comitato denuncia è che dal 2011 i servizi di Amministrazione, Istruzione, Polizia Locale, Viabilità, Rifiuti, Servizi Sociali e Asili Nido non ricevono dallo Stato la copertura adeguata, prevista dalla Costituzione (art. 119) e dalla Legge n. 42 del 2009, per sopperire alla differenza tra fabbisogno – calcolato dallo stesso Ministero – e capacità fiscale. Per mantenere i servizi esistenti in tutti i Comuni delle regioni a statuto ordinario il Ministero stesso dichiara che occorrerebbero 33 miliardi di euro, ma ne mette sul piatto solo 25. Questo perché lo Stato ricava questi soldi solo dalle tasse dei Comuni stessi (“solidarietà orizzontale”), mettendo in conflitto i comuni più ricchi con i più poveri. Inoltre se un Comune, per esempio, non ha asili nido, secondo le regole contabili attuali non ne ha diritto. Infatti, per le regole che usa il Ministero, una città contabilizza come fabbisogno solo i servizi che possiede già. Non vengono assicurati i Livelli Essenziali delle Prestazioni, come Costituzione e legge invece indicano.
Rispetto a ciò che indicherebbe la Costituzione, solo nel 2018 Tropea ha avuto un ammanco di 1.397.601 (1 milione e 397mila) euro, Ricadi di 1.298.551 (1 milione e 298mila) euro, Drapia di 318.319 euro, Parghelia di 318.941 euro, Rende di 5.803.889 (5 milioni e 803mila) euro, Lamezia Terme 11.007.439 (11 milioni) di euro, Montalto Uffugo 4.495.982 (4 milioni e 495mila), Cosenza 889.333 euro, fino ad arrivare a Crotone che si stima abbia un ammanco di 10 milioni, Catanzaro di 9 milioni, Vibo Valentia di più di 4 milioni e Reggio Calabria addirittura di 31 milioni. Molti Comuni hanno presentato ricorso al Presidente della Repubblica. Tra quelli calabresi: Cinquefrondi, Marcellinara, Amaroni, Melicuccà, Petilia Policastro, Cicala, Mormanno, San Giorgio Albanese e San Demetrio Corone. Una cosa simile è accaduta con il federalismo nel finanziamento delle province e nella Sanità, con i fondi che dovrebbero servire a bilanciare le disuguaglianze (compartecipazione Iva) calcolati secondo quanto si è speso storicamente (di più al Nord e di meno al Sud) e non secondo il reale bisogno.
Uno degli scopi del comitato, fondato dal Dr. Domenico Cortese, dal Dr. Michele Purita, da Antonio Simonelli e da Alessio Bonello, è far sì che i consigli comunali deliberino delle mozioni congiunte che chiedano alle istituzioni governative iniziative decise per limitare i danni economici già provocati dal federalismo, nonché quelli che occorreranno in caso di attuazione dei pre-accordi sull’autonomismo differenziato di Veneto, Lombardia ed Emilia Romagna.

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Redazione
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