Rubrica quotidiana a cura di P. Salvatore Brugnano
Storie belle… per vivere meglio
Calabria. Lilli, Carlo e un successo della pet therapy con cane.
A parlarne è il giornale della Santa Sede, l’Osservatore Romano facendo ricorso al bel libro di Giuseppe Pontiggia (193-2003) “Nati due volte” scritto nel 2000 sul tema di come vivere con un figlio disabile.
– La storia di Lilli e del piccolo Carlo ha messo in luce un “miracolo” di pet therapy, il cui progetto viene portato avanti da una giovane coppia che lavora a Castrolibero (CS), Luca Indrieri e Carmela Di Nardo.
– Carlo Paldino è un bimbo autistico di quattro anni e mezzo. Da quando ha conosciuto Lilli, cucciola di labrador, la sua vita è cambiata. È rinato o meglio, volendo citare il bel libro di Giuseppe Pontiggia, è nato per la seconda volta. Raccontano papà Lorenzo, 37 anni, e mamma Maria Carmela, 35: «Nostro figlio è autistico. Prima di incontrare Lilli, non riusciva a comunicare col mondo esterno, ad approcciarsi con i bambini della sua età, non sapeva neanche cosa fosse una carezza».
– Il piccolo Carlo, grazie a Lilli, adesso ha atteggiamenti positivi verso gli altri. Tramite la cagnolina, è cambiato il suo rapporto con i compagni dell’asilo: prima li strattonava, ora usa modi gentili nei loro confronti, è rispettoso. Si è davvero sbloccato. Papà Lorenzo confida commosso: «Mio figlio per la prima volta in vita sua ha pronunciato una parola».
I giovani genitori di Carlo sono di Bisignano, paesino in provincia di Cosenza, e fino a quel momento le prova tutte.
♦ Decine e decine di terapie non apportano i risultati sperati, ma poi incontrano Luca Indrieri e Carmela Di Nardo.
Anche loro sono una giovane coppia calabrese, e di mestiere fanno gli addestratori cinofili. Una passione diventata col tempo un vero e proprio lavoro che non a caso, insieme, svolgono a Castrolibero, sempre nel cosentino. Allenano i cani al loro campo secondo tecniche aggiornate e comprovate, li fanno interagire pure coi più piccoli nell’ambito di progetti scolastici volti a prevenire incidenti e infortuni e, in sinergia con diversi psicologi, si dedicano anche a chi è disabile.
Perché, sì, dalla relazione con gli amici a quattro zampe, possono trarsi straordinari benefici.
♦ «Io e Carmela seguiamo numerose famiglie — dice Luca a proposito della sua professione — Si sono tutte rivolte a noi perché ritengono che le attività assistite con i cani rappresentino un’ottima terapia di recupero.
Nella maggior parte dei casi — aggiunge — ci rivolgiamo a bambini e ragazzi autistici fino ai 15 anni d’età e li facciamo interagire con razze di cani docili, ben disposte, non impetuose, che sappiano, anche grazie a certe caratteristiche fisiche, relazionarsi con l’esterno. I risultati ottenuti finora sono decisamente buoni».
♥ E a dimostrare la fondatezza, in termini di benefici, di queste attività non sono solo gli studi scientifici riguardanti la “pet therapy” e altre tipologie similari di terapie. È proprio l’esperienza del piccolo Carlo e dei suoi genitori, dapprima restii ad adottare un cane e a portarlo nella loro casa, a sottolineare i miglioramenti nei comportamenti di chi non riesce a relazionarsi normalmente col mondo al di fuori di se stesso.
♥ «Dall’incontro con professionisti come Luca e Carmela — rende ancora noto papà Lorenzo —, grazie ai quali Lilli è stata addestrata, Carlo adesso ha atteggiamenti positivi verso gli altri. Tramite la cagnolina, è cambiato il suo rapporto con i compagni dell’asilo: prima li strattonava, ora usa modi gentili nei loro confronti, è rispettoso.
♥ Si è davvero sbloccato e — prosegue — se dovessi quantificare su una scala da 1 a 10 il beneficio tratto, direi 8. Abbiamo ottime prospettive davanti a noi. Ce lo dicono Luca e Carmela, ce lo dicono gli altri professionisti e terapisti e lo dimostra, nondimeno, il fatto che mio figlio per la prima volta in vita sua abbia pronunciato una parola».
Probabilmente è superfluo dire che la prima parola che Carlo ha pronunciato sia Lilli; non lo è, invece, testimoniare con forza quanto sia importante abbattere i pregiudizi. Pregiudizi contro le nuove terapie, le nuove frontiere di ricerca, e pregiudizi contro a qualsiasi forma di disabilità.
Si nasce due volte, d’altronde. «La prima — scrive sempre Giuseppe Pontiggia nel libro — quando si è impreparati al mondo; la seconda, invece, è una rinascita affidata all’amore e all’intelligenza degli altri».
(fonte: L’Osservatore Romano, 21 settembre 2019).