Rubrica quotidiana a cura di P. Salvatore Brugnano
Storie belle… per vivere meglio
Cadute e ricadute nella vita.
– Nel cammino “tradizionale” della Via Crucis incontriamo tre cadute di Gesù che sta portando la sua croce verso il Calvario. – Gesù ha voluto provare la debolezza di cadere sotto il peso della sofferenza; ma egli si è alzato per andare decisamente incontro al suo destino: la morte in croce. –
A Gesù non era il peso della croce, ma quello dei nostri peccati a procurargli le tante sofferenze ed anche le nostre tante ricadute volontarie nel peccato.
– Anche per noi, che spesso cadiamo sotto le prove della vita, si mostrano più pesanti e insopportabili le ingratitudini di chi chi abbiamo vicino (parenti, amici…) che le sofferenze stesse, al punto che siamo tentati di scrollare dalle nostre spalle il peso della croce e della volontà di Dio.
– E’ il momento di rivolgersi a Colui che è rimasto fedele: “Gesù mio, quante volte mi hai perdonato ed io son tornato a cadere e ad offenderti. Per il merito delle tue cadute, dammi l’aiuto a perseverare in grazia tua sino alla morte; e nelle prove della vita mi raccomandi sempre a te”.
VII stazione: Gesù cade per la seconda volta.
Si fanno beffe di me quelli che mi vedono, storcono le labbra, scuotono il capo. Non stare lontano da me, perché l’angoscia è vicina e non c’è chi mi aiuti. (Sal 22, 8.12).
Le sofferenze del signor Alberto.
♥ Sono in ospedale. La mia sofferenza è molto più grande del mio dolore. Le pene del corpo non sono nulla rispetto alle pene dell’anima.
♥ Mia moglie non c’è più e i miei figli sono in lotta tra loro: questa è la mia malattia più grave, la solitudine.
♦ Almeno in ospedale ho qualcuno con cui parlare.
Il compagno di stanza si diletta con me a parlare di calcio e mi fa tanto bene.
Poi c’è l’infermiere, Gabriele, che è proprio un bravo ragazzo, sempre con la battuta pronta, soprattutto per tirarmi su il morale.
♦ La mia vita è stata piena di tante esperienze belle, eppure ora vedo solo cadute.
Mentre sento di avvicinarmi alla fine, mi sembra che questa esistenza sia volata in un soffio. Ho raggiunto ottanta anni… in pochi giorni.
♥ Perché, Signore, ci perdiamo i doni più belli?
Perché ci aggrappiamo a tante illusioni che portano via il cuore?
♥ Perché i figli non imparano dalle nostre virtù, ma prendono solo i nostri difetti?
♦ L’infermiere mi ha detto che presto si sposerà e — per farmi sorridere, credo — mi ha detto che mi vuole invitare. Vorrei potere arrivare almeno a quel giorno, fargli almeno un regalo.
♥ Che strano, mi sento familiare di un estraneo e sento estranei i miei familiari.
♥ Forse posso rimediare alle cadute dei miei figli. Magari approfitto di questo tempo per scrivere loro parole di pace, di affetto, di amore, come farebbe mia moglie.
♥ Magari, se da questo letto mi rialzo, forse saremo migliori.
♥ O Dio, che hai rivelato il mistero della tua sapienza nella follia della Croce, donaci di riconoscere nella passione la gloria del tuo Figlio, perché la sua Croce sia sempre per noi fonte di speranza e di pace. Per Cristo nostro Signore. Amen.
+Paolo Ricciardi, vescovo ausiliare di Roma
(in L’Osservatore Romano, 9 marzo 2021).