Rubrica quotidiana a cura di P. Salvatore Brugnano
Storie belle… per vivere meglio
Budapest 2021-Alla scuola dell’Eucaristia e della Croce.
– 12 settembre – Al Congresso Eucaristico di Budapest Papa Francesco ha sottolineato che l’Eucaristia ci ricorda chi è Dio: è amore crocifisso e donato.
– Davanti ad oltre centomila fedeli, Papa Francesco ha celebrato la Statio Orbis per concludere il 52.mo Congresso eucaristico internazionale di Budapest, che si è tenuto per la seconda volta in Ungheria dopo il 1938.
– Nell’omelia ha invitato ad aprirsi “alla novità scandalosa” di Dio, “servo crocifisso” e non “messia potente”.
– Contemplando la fragilità di Dio “Gesù ci scuote, non si accontenta delle dichiarazioni di fede, ci chiede di purificare la nostra religiosità davanti alla sua croce, davanti all’Eucaristia”. Ci chiede di adorarlo.
– Gesù spiega “che la sua missione sarebbe culminata, sì, nella gloria della risurrezione, ma passando attraverso l’umiliazione della croce”.
– E il cammino del cristiano non è una rincorsa al successo ma comincia con un passo indietro, offrendo la propria vita come Gesù. – Ecco alcuni passaggi dell’Omelia del Papa che illuminano il cammino verso il futuro.
Budapest 12 settembre 2021.
♦ Il Danubio, il fiume più grande d’Europa, divide Budapest in due ma i ponti di questa città le ridonano l’unità che è il segno della sua innata vocazione: essere un collegamento tra Oriente e Occidente. Una vocazione che si è respirata in questa settimana dall’avvio del 52.mo Congresso eucaristico internazionale e che oggi passa il testimone a Quito in Ecuador.
♦ Papa Francesco giunge a bordo della papamobile in Piazza degli Eroi, luogo simbolo della capitale ungherese, della sua storia, della sua fede, dove spiccano le statue, tra le quali quella di Santo Stefano, il re che si impegnò a diffondere il cristianesimo in Ungheria e al quale oggi si guarda per rinnovare l’annuncio cristiano.
♦ Qui il Papa, tra gli applausi, i saluti dei fedeli, una breve sosta per baciare un bimbo, arriva dopo circa 30 minuti di giro per concludere un evento che ha le sue radici nel 1881 a Lille, in Francia.
Chi sono per te?
♦ Domina il bianco delle vesti dei concelebranti, dei copricapi del coro di mille elementi guidato dal maestro Marco Frisina, rettore della Basilica di Santa Maria in Trastevere e fondatore del coro della diocesi di Roma. Il dono di partecipare alla celebrazione è l’indulgenza plenaria con la remissione dei peccati impartita al termine della Statio Orbis.
♦ Il Papa parla dall’altare alla cristianità intera per rinnovare il discepolato attraverso tre momenti che vanno dall’annuncio di Gesù al discernimento fino al camminare dietro a Lui.
♦ L’omelia inizia con una domanda diretta, la stessa che Gesù fa ai discepoli e che Francesco invita a porsi.
Anche oggi il Signore, fissando lo sguardo su ognuno di noi, ci interpella personalmente: “Ma io chi sono davvero per te?”. Chi sono per te? È una domanda che, rivolta a ciascuno di noi, non chiede solo una risposta esatta, da catechismo, ma una risposta personale, una risposta di vita.
♦ Si risponde dunque con la vita, non con le formule anche se giuste e corrette. Replica infatti bene Pietro, quando afferma che il Signore è il Cristo, ma nel discepolo manca “il passaggio decisivo, quello dall’ammirazione per Gesù all’imitazione di Gesù”.
♦ E’ un Messia che rivela la sua identità, quella pasquale, nell’Eucaristia. Gesù spiega “che la sua missione sarebbe culminata, sì, nella gloria della risurrezione, ma passando attraverso l’umiliazione della croce”. Un annuncio “sconvolgente” che cambia la storia.
♥ Anche noi vorremmo un messia potente anziché un servo crocifisso. L’Eucaristia sta davanti a noi per ricordarci chi è Dio. Non lo fa a parole, ma concretamente, mostrandoci Dio come Pane spezzato, come Amore crocifisso e donato.
♥ Possiamo aggiungere tante cerimonie, ma il Signore rimane lì, nella semplicità di un Pane che si lascia spezzare, distribuire e mangiare. E’ lì per salvarci, si fa servo; per darci vita, muore.
La croce fuori-moda.
♦ Pietro si scandalizza, rifiuta il dolore della croce che è la via di Dio “sempre protesa al bene altrui, fino al sacrificio di sé”. Una via che si contrappone alla logica del mondo, della mondanità “attaccata all’onore e ai privilegi, rivolta al prestigio e al successo”.
♥ La croce non è mai di moda: oggi come in passato. Ma guarisce dentro. È davanti al Crocifisso che sperimentiamo una benefica lotta interiore, l’aspro conflitto tra il “pensare secondo Dio” e il “pensare secondo gli uomini”.
♦ In quella lotta Gesù non ci lascia soli, desidera che “come gli apostoli scegliamo la sua parte”. E’ accanto a Pietro quando viene rimproverato, quando viene messo “in disparte” come capita a molti che lasciano Gesù “in un angolo del cuore”, credendo così di essere “religiosi e perbene” e continuando ad andare avanti “per la nostra strada senza lasciarci conquistare dalla logica di Gesù”.
La differenza cruciale è tra il vero Dio e il dio del nostro io.
♥ Quanto è distante Colui che regna in silenzio sulla croce dal falso dio che vorremmo regnasse con la forza e riducesse al silenzio i nostri nemici! Quanto è diverso Cristo, che si propone solo con amore, dai messia potenti e vincenti adulati dal mondo!
Contemplando la fragilità di Dio.
♥ “Gesù ci scuote, non si accontenta delle dichiarazioni di fede, ci chiede di purificare la nostra religiosità davanti alla sua croce, davanti all’Eucaristia”. Ci chiede di adorarlo.
♥ Ci fa bene stare in adorazione davanti all’Eucaristia per contemplare la fragilità di Dio.
Dedichiamo tempo all’adorazione, un modo di pregare che si dimentica troppo. Dedichiamo tempo all’adorazione.
♥ Lasciamo che Gesù Pane vivo risani le nostre chiusure e ci apra alla condivisione, ci guarisca dalle rigidità e dal ripiegamento su noi stessi; ci liberi dalla schiavitù paralizzante del difendere la nostra immagine, ci ispiri a seguirlo dove Lui vuole condurci non dove voglio io.
Il cammino cristiano non è una rincorsa al successo.
♥ Gesù messo da una parte, con una parola riconduce Pietro a sé. Il discepolo fa un passo indietro, riconoscendo il centro che “non è il suo Gesù ma il vero Gesù”.
♥ Il cammino cristiano non è una rincorsa al successo, ma comincia con un passo indietro, con un decentramento liberatorio, con il togliersi dal centro della vita. Stare indietro ma camminare con Gesù, andando avanti “con la sua stessa fiducia, quella di essere figli amati di Dio”, incontro al fratello. Lì ci spinge l’Eucaristia: a sentirci un solo Corpo, a spezzarci per gli altri”.
♥ ♥ Cari fratelli e sorelle, non rassegniamoci a una fede che vive di riti e di ripetizioni, apriamoci alla novità scandalosa del Dio crocifisso e risorto, Pane spezzato per dare vita al mondo. Saremo nella gioia; e porteremo gioia.
(fonte: cf vaticannews.va/it, 12 settembre 2021).