Rubrica quotidiana a cura di P. Salvatore Brugnano
Storie belle… per vivere meglio
Beati nove seminaristi martiri spagnoli.
A Oviedo, Spagna, nella mattina di sabato 9 marzo 2019, è avvenuta la beatificazione dei seminaristi Ángel Cuartas Cristóbal e otto compagni martiri: una santità di nove giovani che parla alla Chiesa e alla società di oggi.
– Ma sembra che l’avvenimento non abbia suscitato molto interesse. Perché, forse l’attenzione pubblica sembra indirizzarsi con una certa ostinazione sugli scandali, sulle contese politiche, sulle crisi nazionali e internazionali.
– Eppure il mondo, la società e la stessa Chiesa hanno bisogno delle testimonianze di chi ha vissuto con fedeltà e amore; e la memoria collettiva ha bisogno di purificarsi ancora dinanzi alla tragedia delle persecuzioni e delle morti violenti inferte a causa di ideologie che negano all’uomo la uguale dignità per tutti.
– E mentre giovani studenti di tutto il mondo si muovono a fare sciopero per attirare l’attenzione sul riscaldamento del nostro pianeta, nove giovani seminaristi, morti martiri per la fede, possono suggerirci qualcosa di bello ancora oggi.
Oviedo, Spagna, sabato 9 marzo.
♦ Nella mattina di sabato 9 marzo, il cardinale Becciu, prefetto della Congregazione delle cause dei santi, ha celebrato nella cattedrale di Oviedo, a nome di Papa Francesco, la messa per la beatificazione dei seminaristi Ángel Cuartas Cristóbal e otto compagni martiri nelle circostanze tragiche verificatesi sotto la Seconda repubblica spagnola (1931-1939), specie nella rivoluzione di ottobre 1934 e nella guerra civile spagnola nelle Asturie negli anni 1936-1937.
♥ Davanti a duemila fedeli, tra cui 130 familiari, dei nuovi beati, il cardinale ha ricordato nell’omelia:
“Oggi la Chiesa riconosce in questi nove beati, provenienti da famiglie cristiane semplici e di un ceto sociale basso quella luce che ha brillato nell’oscurità della notte e continua a illuminare la strada dei credenti di oggi”.
♥ La loro testimonianza “è di grande attualità: essi non fuggirono di fronte alle difficoltà, bensì scelsero la fedeltà a Cristo e furono martirizzati tra il 1934 e il 1939, durante la guerra civile spagnola. Il più anziano aveva 25 anni, il più giovane 18.
♥ Non negarono «la loro identità di chierici in formazione», anche se sapevano bene che «l’affermazione della condizione di essere chierici equivaleva ad una sentenza di morte».
♦ Il messaggio di questi seminaristi martiri parla alla Spagna e parla all’Europa con le sue comuni radici cristiane. Essi ci ricordano che l’amore per Cristo prevale su ogni altra scelta e che la coerenza della vita può portare fino alla morte.
♦Ci ricordano che non si possono accettare compromessi con la propria coscienza e che non vi è altra autorità umana che possa competere con il primato di Dio”.
Non solo scandali
♥ ♥ E soprattutto: “Con la santità della loro vita, i nuovi beati parlano alla Chiesa di oggi. Essi, con il loro sangue, hanno fatto grande la Chiesa e hanno dato splendore al sacerdozio. – Oggi siamo tutti turbati dagli scandali che sembrano non avere fine e che sfigurano il volto della Sposa di Cristo.
♥ Abbiamo bisogno di seminaristi, di preti, di persone consacrate, di pastori generosi come questi martiri di Oviedo.
Abbiamo bisogno di preti onesti e irreprensibili che portino le anime a Dio e non causino sofferenze alla Chiesa e turbamento al popolo di Dio.
♥ I nuovi beati con il loro messaggio e il loro martirio, parlano a noi tutti e ricordano che morire per la fede è un dono concesso solo ad alcuni; ma vivere la fede è una chiamata rivolta a tutti”.
(fonte: cf Osservatore Romano, 9 marzo 2019).