Rubrica quotidiana a cura di P. Salvatore Brugnano
Storie belle… per vivere meglio
Beati e felici con Dio.
Solo con Dio siamo pienamente felici. Il mondo ci tenta continuamente con la sua crudele mentalità: beati i ricchi, i potenti, chi comanda e dispone della vita degli altri… Ma non è così. L’uomo è stato creato da Dio per la vera e piena felicità nella condivisione dell’Amore che è Dio stesso e pertanto esige un appropriato stile di vita.
– Le Beatitudini sono appunto la proclamazione della possibilità di realizzare il Regno di Dio tra gli uomini. Perciò diventano anche impegni di vita mentre danno particolare rilievo alla dimensione sociale, privilegiando i poveri, che sono invitati alla speranza, mentre i ricchi sono invitati alla conversione.
– Le Beatitudini ci rivelano il volto di Gesù Cristo, indicano una sorprendente via alla felicità e sono luce ai passi del nostro cammino. Perciò occorre pregare e chiedere con fiducia a Dio di poter affrontare nello spirito delle Beatitudini le responsabilità personali, familiari e sociali e così compiere la sua volontà.
– Anche l’amore per i nemici, così umanamente difficile da comprendere, diventa possibile, perché in essi scorgiamo il riflesso di Cristo che si è incarnato ed è morto per salvarci tutti. In lui si può giungere ad amare chi ci odia.
Dal Vangelo di questa domenica (Lc 6,17.20-26).
In quel tempo, Gesù, disceso con i Dodici, si fermò in un luogo pianeggiante. C’era gran folla di suoi discepoli e gran moltitudine di gente da tutta la Giudea, da Gerusalemme e dal litorale di Tiro e di Sidòne.
Ed egli, alzàti gli occhi verso i suoi discepoli, diceva:
«Beati voi, poveri, perché vostro è il regno di Dio.
Beati voi, che ora avete fame, perché sarete saziati.
Beati voi, che ora piangete, perché riderete.
Beati voi, quando gli uomini vi odieranno e quando vi metteranno al bando e vi insulteranno e disprezzeranno il vostro nome come infame, a causa del Figlio dell’uomo. Rallegratevi in quel giorno ed esultate perché, ecco, la vostra ricompensa è grande nel cielo. Allo stesso modo infatti agivano i loro padri con i profeti.
Ma guai a voi, ricchi, perché avete già ricevuto la vostra consolazione.
Guai a voi, che ora siete sazi, perché avrete fame.
Guai a voi, che ora ridete, perché sarete nel dolore e piangerete.
Guai, quando tutti gli uomini diranno bene di voi. Allo stesso modo infatti agivano i loro padri con i falsi profeti».
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♦ Qual è la nostra speranza? Dove si fonda? La liturgia oggi ci interroga su questi temi, proponendoci due modi opposti di impostare la vita:
– possiamo confidare in noi stessi (prima Lettura), condannandoci a una sterilità, come quella di un tamarisco nella steppa;
– oppure possiamo riporre la nostra fiducia in Dio: saremo allora come un albero che non smette di produrre frutti.
♥ La nostra felicità o la nostra infelicità dipendono da questa scelta fondamentale. Sarà Dio a comunicare all’uomo la beatitudine.
♥ Le Beatitudini ci parlano di una felicità che è generata dalla nostra relazione con Dio, anziché venire inseguita con le proprie forze e progetti.
In modo ancora più stringente san Paolo (seconda Lettura) ci ricorda che la nostra speranza è ancorata a ciò che Dio ha fatto per noi risuscitando il Figlio dai morti, perché tutti potessimo avere vita in lui. (Fr Luca Fallica, Comunità SS. Trinità di Dumenza).
♥ Don Tonino Bello confidava di non poter mai dimenticare lo stupore presente in Mons. Gasparini, vescovo missionario nel Sidamo (Sud Etiopia), quando un giorno, indicandogli un gruppo di bambini etiopi, dagli occhi sgranati per fame, dalle gambe filiformi, devastati dalle mosche sul corpo scheletrito, gli disse quasi sottovoce: “Vedi: che questi bambini siano figli di Dio non mi sorprende più di tanto. E neppure che siano fratelli di Gesù Cristo. Ma ciò che mi sconcerta e mi esalta è che questi poveri siano eredi del paradiso! Sembra un assurdo. Ma è proprio per annunciare quest’assurdo, che sono felice di aver speso tutta la mia vita in mezzo a questa gente”.
“Beati… perché di essi…” “Venite, benedetti, nel regno preparato per voi…”.
♥ Gesù iniziò la sua missione dicendo: «Convertitevi e credete nel Vangelo» (Mc 1, 15).
Convertirsi e confessare i propri peccati, per mettersi decisamente nella strada di Dio aiuta tantissimo, e permette di far emergere sempre più dai nostri cuori ciò che in essi vi è di bello, di vero, di giusto e di buono; cioè l’immagine che Dio ha impresso di sé in ogni essere umano.