“Bella Storia”. La missione dell’associazione, guidata da Maria Rosaria Cortese
Anche quest’anno l’oratorio estivo organizzato dal Centro di solidarietà “don Mottola”
Anche quest’anno, come ormai avviene da diverso tempo e in coincidenza con la chiusura delle scuola Primarie, ha preso vita l’oratorio estivo organizzato dal Centro di solidarietà “don Francesco Mottola”, presso i locali dell’ex Seminario di Tropea.
Da trent’anni circa l’associazione che porta avanti il centro di aggregazione è attiva sul territorio a favore dei ragazzi portatori di handicap e non solo, ed in particolare nei mesi estivi vede circa una cinquantina
di bambini e ragazzi darsi appuntamento, ogni mattina, per trascorrere momenti di spensieratezza ed impegno diversificato.
L’oratorio estivo completa la missione dell’associazione, guidata da Maria Rosaria Cortese, voluto anche per sopperire alla mancanza di strutture e servizi di aggregazione sociale, un luogo in cui i bambini possono fare esperienze di confronto, fratellanza, educazione alla solidarietà e nuove amicizie, oltre che essere accuditi in un periodo in cui molti genitori sono occupati in lavori stagionali.
Tanti i volontari e gli operatori che si prendono cura dei ragazzi con spirito di dedizione e sacrificio senza lesinare tempo ed impegno, molti i bambini e giovani che frequentano i locali con entusiasmo e partecipazione emotiva forte.
Un tuffo nella vita di grandi donne e uomini rammentati dalla Chiesa come persone giuste e degne di assurgere agli onori degli altari ha fatto da collante nel racconto di “Belle Storie”, la tematica a cui il Centro ha aderito per sviluppare i contenuti e le attività proposte agli utenti, rappresentati anche in un piccolo spettacolo musicale: Piergiorgio Frassati, Chiare Luce Badano, don Puglisi, Madre Teresa di Calcutta ect, sono state figura di riferimento con le loro opere e i modi di vivere il Vangelo, ed il “nostro” don Francesco Mottola con il suo carisma, a cui è stato dedicato l’Oratorio di questa’anno nel cinquantesimo anniversario dalla sua morte, ha suggellato un cammino di conoscenza ed ammirazione per queste “Sante” persone che hanno saputo fare della loro vita prodigi concreti del Verbo di Dio.
Questo piccolo “miracolo” tutto tropeano si è ripetuto anche quest’anno, sapendo scalfire e superare le comuni difficoltà, problematicità, limiti, paure, debolezze per costruire “comunità”, che spesso inchiodano i “bravi” cristiani nella comoda posizione del “non mettersi in gioco”.