Rubrica quotidiana a cura di P. Salvatore Brugnano
Storie belle… per vivere meglio
Avvocato a sedici anni, poi Santo per l’umanità.
Il Santo che la Chiesa celebra oggi, primo agosto, è S. Alfonso Maria de Liguori: missionario, vescovo, scrittore di oltre 100 opere e Dottore della Chiesa universale. Ma forse non tutti sanno che la sua santità e la sua preparazione intellettuale e morale erano già mature a 16 anni. Doni di Dio, da una parte e frutto dell’impegno con cui il papà Don Giuseppe de Liguori, militare di carriera, seguì la crescita del suo figlio primogenito. Ecco un rapido spaccato della giovinezza del Santo.
♥ A Don Giuseppe de Liguori stava molto a cuore che suo figlio Alfonso imparasse dai migliori maestri. E doveva imparare tutto. Imparò la lingua italiana e latina dal celebre G.B. Vico, insieme a filosofia, scienze (geografia e cosmografia), poesia.
♥ Imparò la musica col valente maestro Greco. E nella musica il ragazzo mostrava una straordinaria versatilità. Nella annuale rappresentazione di S. Alessio organizzata dai Padri Girolamini e recitata dai giovani cavalieri napoletani, Alfonso sostenne la parte del demonio che suona il clavicembalo. Lo fece con tale maestria che tutti gli spettatori rimasero stupiti. Più tardi egli metterà queste doti a servizio della pietà popolare (quante Canzoncine scriverà!).
♥ Il papà don Giuseppe, lo seguiva con simpatia, ma anche con severo controllo. Ad Alfonso non concedeva molti svaghi, e la giornata del figlio divenne veramente piena. Ma gli dava il permesso di giocare a carte con alcuni coetanei di nobile famiglia: un’ora di gioco alla sera ed egli aspettava con impazienza il ritorno del figlio a casa. Alfonso qualche volta faceva ritardo. Una sera, vedendo don Giuseppe che Alfonso ritardava e volendo dargli una lezione, tolse dal tavolo del figlio tutti i libri e lo ricoprì di mazzetti di carte da gioco. Alfonso ascoltò con umiltà la sfuriata: “Questo è il tuo studio, e questi sono gli autori che ti fo’ ritrovare!”
♥ Il papà era di carattere esigente ed alquanto duro. Una volta c’era stata una serata di conversazione di gala con dame e cavalieri in casa De Liguori. Quando gli ospiti lasciarono il palazzo, il servo di casa non fu pronto a far luce con la torcia. Questa distrazione mandò don Giuseppe su tutte le furie. Alfonso, volendo proteggere il malcapitato servo, intervenne: “Cos’è, signor padre, quando cominciate non la finite più!” – Don Giuseppe non ci vide più: mollò un sonoro schiaffo al figlio. Confuso e umiliato Alfonso (che era già avvocato) si ritirò nella sua stanza… Alla madre, Donna Anna Cavalieri, che più tardi salì a consolarlo, Alfonso chiese di intercedere presso il padre perché lo perdonasse. E cosi la vicenda si chiuse tra lacrime di tenerezza e abbracci di pace!
♥ Il versatile ingegno del giovane Alfonso, stimolato dalla severa esigenza paterna, ottenne clamorosi frutti: a soli sedici anni e mezzo di età, il 21 gennaio 1713, Alfonso fu proclamato dottore in legge. Un fatto di alto prestigio per la casa De Liguori. Non potendo per divieto di legge esercitare prima dei vent’anni l’ufficio di avvocato, il giovane Alfonso si dedicò alla vita sociale e religiosa con intensità.
♥ ♥ ♥ E Dio lo aspettava al varco, per prenderlo al suo servizio.