Don Florio: «La Vara in argento meccato è unica nella Diocesi»
Il Dr. Nicola Mazzitelli: «Il programma degli interventi di restauro si è articolato seguendo una progettazione del restauro approvata sia dagli uffici dei beni culturali della Diocesi sia dalla soprintendenza di Reggio Calabria. È un lavoro complesso, difficile e lungo»
Il 22 dicembre 2018 nel Santuario della Madonna di Portosalvo a Parghelia il Dr. Nicola Mazzitelli, specializzato in conservazione e restauro dei beni artistici e accreditato sia dagli uffici della Diocesi sia dalla soprintendenza, ha relazionato sulla prima fase del restauro della Vara processionale della Madonna di Portosalvo. Presenti all’incontro – prima e fondamentale iniziativa in preparazione del Centenario 1919-2019 dell’incoronazione della Beata Vergine – l’Arciprete di Parghelia, Don Giuseppe Florio, che ha presentato ai cittadini il Dr. Mazzitelli, il primo cittadino, Antonio Landro, il Comitato “Festa della Madonna Santissima di Portosalvo” formato da Franco Crigna, Antonino Accorinti, Giuseppe Mazzitelli e Michele Scordamaglia e i cittadini che hanno potuto ammirare, dopo la prima fase di restauro, la Vara, pregevole opera Settecentesca di alto valore storico-artistico.
«Il nostro dr. Nicola Mazzitelli – ha spiegato Don Florio presentando l’esperto – ha una grande esperienza di restauro in diversi musei e lavora con la soprintendenza ormai da diversi anni. Ha già restaurato nella nostra Diocesi diverse opere molto belle e molto importanti. Ha esperienza di lettura storica, di lettura artistica ma anche del manufatto». Don Florio ha poi voluto ringraziare la soprintendenza «attenta a tutti i particolari, segue l’iter di questo lavoro in modo puntuale e scrupoloso».
«Noi abbiamo dato inizio ai lavori con la dottoressa Maria Cristina Schiavone della soprintendenza – ha spiegato Mazzitelli nella sua relazione. – e abbiamo concordato un programma di interventi. La prima fase – ha detto l’esperto – è stata di pulitura, cioè abbiamo eliminato tutto ciò che non faceva parte dell’opera, comprese le 4 piastrine in cui erano stati inseriti i quattro candelabri. Quelli non fanno parte dell’opera. La responsabile del procedimento, la dottoressa Schiavone, è attenta e il mio lavoro dipende dal programma stilato dalla soprintendenza». Il Dr. Mazzitelli ha voluto ringraziare l’Arciprete di Parghelia, Don Florio, per avergli affidato l’incarico e poi è subito passato a relazionare sul programma degli interventi di restauro.
«Il programma degli interventi di restauro – ha chiarito Mazzitelli – si è articolato seguendo una progettazione del restauro approvata sia dagli uffici dei beni culturali della Diocesi sia dalla soprintendenza di Reggio Calabria, e tenendo presenti i punti fondamentali del restauro: riconoscibilità, reversibilità, compatibilità, intervento minimo e pratico. Si è orientati ad un restauro conservativo e funzionale in quanto l’opera vive della sua funzione (come statua processionale)».
L’esperto ha poi spiegato che «nella Vara in legno sono scolpiti degli elementi floreali decorati in argento. Sembra oro (perché l’argento si ossida ed è stata passata una protezione, un colore che ha poi acquisito il colore dell’oro) ma in realtà la Vara è tutta argentata. Ad un attento esame a luce naturale abbiamo notato che la Vara era stata restaurata, o per meglio dire ridipinta – ha sottolineato Mazzitelli -. Vi era inoltre della cera gocciolata perché nella prima metà del Novecento sulla parte anteriore sono stati inseriti altri candelabri che purtroppo hanno compromesso la Vara, perché la cera che gocciolava andava a finire sopra la Vara stessa e abbiamo dovuto fare un lavoro complicatissimo per eliminarla. Vi era inoltre dello sporco di vario genere».
Poi il Dr. Mazzitelli ha illustrato altri punti tecnici” del lavoro svolto e che si dovrà svolgere.
«La cosa più importante che si può vedere sono le lacune. Le lacune sono ( la parte bianca dove si perde tutto). Le lacune – ha spiegato – sono venute fuori per diversi motivi: gli sbalzi termici (nei secoli il luogo deve veniva custodita la Vara non era idoneo) hanno creato un movimento del legno e in alcuni punti abbiamo individuato dei dislivelli. Il legno ha assunto una forma non idonea».
L’esperto ha inoltre chiarito che «l’umidità dei fiori posti alla base della Vara ha creato problemi alla protezione fatta di gesso e colla e così si è verificato il distacco del supporto ligneo. È importante che i fiori in futuro non siano a contatto con l’opera».
La seconda parte del lavoro, molto difficile, ha riguardato l’eliminazione dello stucco. Dove era stato inserito lo stucco, Mazzitelli ha spiegato che sono state ricostruite le parti mancanti sia per quanto riguarda gli elementi decorativi intagliati sia le lesioni del legno. Queste parti, prima consolidate da stucco (da carrozziere) ora sono state consolidate con il legno.
«Dopo la pulitura sono state ricostruite le cosiddette lacune. È stato necessario fare uno studio ed esami per capire la compatibilità con il prodotto che c’era prima – ha raccontato l’esperto. – Deve essere lo stesso stucco nei minimi particolare con una preparazione e rifinitura di gesso e colla e poi, come si faceva nel Settecento napoletano, viene intagliata la preparazione stessa per dare la finezza settecentesca napoletana».
Questa la prima parte del restauro. «Nella seconda parte ci occuperemo della cromia. Sotto il colore verde che vediamo c’è l’argento. Quindi dobbiamo stabilire qual è la cromia originaria, oppure la cromia più storica conservata». Mazzitelli ha concluso la sua relazione dicendo che «sarà un lavoro molto complesso, difficile e lungo». Intanto a Parghelia fervono i preparativi in vista di questo importantissimo evento. «Il nuovo anno, il 2019, – come ha ricordato Don Florio a conclusione della serata – sarà per la comunità di Parghelia un anno giubilare per il Centenario dell’incoronazione della Madonna di Portosalvo».