Fede e dintorni

Avevo fame, ero ammalato

Rubrica quotidiana a cura di P. Salvatore Brugnano

Storie belle… per vivere meglio

Avevo fame, ero ammalato…

Un modo concreto per ripartire dalla situazione in cui ci ha messo il coronavirus è certamente quella della solidarietà con i più bisognosi. E’ prendendosi cura concretamente di essi che noi possiamo mantenere solidi contatti con la realtà umana.
– “I poveri li avrete sempre con voi”, ha detto Gesù (Marco 14, 7). Ed essi diventano per noi l’occasione per tenerci ancorati e solidali con l’umanità sofferente.
– Saremo quindi più disponibili a lasciarci inquietare dalle mille situazioni che veniamo a conoscere. Altrimenti anche le notizie più brutte, che ci arriveranno all’orecchio o all’occhio attraverso i numerosi social media, potranno non farci più impressione. – L’empatia con i più bisognosi, cioè il rendersi concretamente vicini ad essi, dovrà essere il nostro vaccino contro il virus della indifferenza, che, purtroppo, non se ne andrà via col Codiv-19. – Il concreto esercizio nelle opere di misericordia (corporali e spirituali) riveleranno il grado della nostra indifferenza, virus che è ben radicato in noi..

Un catechista al ristorante rinomato.
♦ Una volta, un giovane catechista fu invitato da una compagna di scuola a pranzare con lei e la sua famiglia in un ristorante rinomato.  Il catechista accettò l’invito.
♦ Finito il pranzo, nell’uscire, il catechista vide una scena che lo fece inquietare: fuori la porta c’erano diversi bambini poveri, mal vestiti, malnutriti e affamati, che annusavano perfino l’odore del cibo che veniva dal di dentro.
Il catechista diede dei soldi ai bambini.
♦ Vedendo il gesto, un cliente del ristorante, che stava anche lui lasciando il locale, gli disse: “Queste persone vengono qui ogni giorno. Questo è un caso di polizia”.
Il catechista, già irritato, rispose: “Sì, è davvero un caso di polizia. Dovrebbero arrestare il proprietario del ristorante e tutti noi, per non aver prestato attenzione a questo problema”.

Ciò che accadde tra il catechista e quell’uomo è lo scontro di due mentalità opposte: quella del mondo egoista e quella dei discepoli di Gesù. – Il cristiano fa attenzione a non rifiutare di aiutare chi sta nel bisogno. C’è il rischio che si sentirà dire l’ultimo giorno: “Andate via da me, maledetti, nel fuoco eterno, preparato per il diavolo e per i suoi angeli! Perché ebbi fame e non mi deste da mangiare…” (Mt 25: 41-42).

Quando arriva la tempesta e cerchi un rifugio sicuro, lo troverai in Maria Santissima: con lei non ci sarà pericolo di smarrirsi.

(Fonte: Historinhas do Padre Queiroz, redentorista brasiliano).

Un modo concreto per ripartire dalla situazione in cui ci ha messo il coronavirus è certamente quella della solidarietà con i più bisognosi. E’ prendendosi cura concretamente di essi che noi possiamo mantenere solidi contatti con la realtà umana. L’empatia con i più bisognosi, cioè il rendersi concretamente vicini ad essi, dovrà essere il nostro vaccino contro il virus della indifferenza, che, purtroppo, non se ne andrà via col Codiv-19, perché è ben radicato in noi.

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