L’aumento di delitti che avvengono in famiglia pone l’inquietante interrogativo: “Ma Dio li perdonerà questi delitti?” – E la risposta: «Su, venite e discutiamo» dice il Signore. «Anche se i vostri peccati fossero come scarlatto, diventeranno bianchi come neve. Se fossero rossi come porpora, diventeranno come lana. – Il perdono di Dio non finisce di stupire; ma più grande è il perdono del Signore, più grande deve essere il nostro amore per Lui e per il prossimo. – Dio vuole sempre perdonare… ma l’uomo vuole essere perdonato? – La bella storia di Don Orione invita ad avere fiducia ed a pregare per chi si macchia di colpe “imperdonabili”.
Autore: Salvatore Brugnano
Parroco italiano porta in salvo 47 profughi ucraini
Il parroco di Molfetta don Gino Samarelli con un bus è andato in Ucraina, a Leopoli, per portare in salvo famiglie e disabili. – Seguendo lo spirito e l’esempio del vescovo servo di Dio Don Tonino Bello don Gino ha scelto di salire lui stesso su un pullman della ditta “Fiorebus” per andare a prendere famiglie con bambini nella Ucraina sotto assedio e portarle in salvo in Italia. Il risultato è stato esaltante.
Il volto bello dell’umanità
La luce sfolgorante che irradia dal volto umano di Cristo trasfigurato restituisce all’uomo l’immagine divina a somiglianza della quale è stato creato. Finalmente l’uomo, figlio di Adamo, non deve più nascondere a Dio il suo volto deturpato dal peccato, che continua a tenerlo schiavo, come ci sta mostrando l’inaspettata e atroce guerra della Russia contro l’Ucraina. Ma nello stesso tempo si sta manifesta un movimento di forte solidarietà. Due facce della stessa medaglia della vita. L’uomo ha avuto in dono la vita perché la trasfiguri nella sua dignità più alta e ami e rispetti il suo prossimo e il creato e consegnare il tutto alle future generazioni nel modo migliore. Anche questa è Quaresima. Anzi, senza questo impegno non c’è quaresima che valga.
Le guerre non risparmiano i bambini
Le guerre colpiscono tutti, ma le vittime principali sono sempre i bambini. Il bombardamento dell’ospedale pediatrico di Mariupol è uno dei tanti esempi della disumanità della guerra. L’innocenza sgomenta dei piccoli, di fronte al mistero del male conosciuto troppo presto, rivela tutta l’atrocità dei conflitti. Di fronte a certe efferatezze anche la fede sembra vacillare. Solo l’amore può guarire i traumi e l’odio e farci tornare a pregare con l’innocenza e la fiducia dei bambini: “Signore, liberaci dal male, liberaci dalla guerra. Dona la pace al mondo!”.
Tempo di miericordia e di accoglienza
In questa atroce guerra tra Russia e Ucraina le Opere di misericordia (corporali e spirituali) possono essere la palestra in cui esercitare concretamente il senso della “misericordia” verso gli altri, specialmente verso i profughi. – Bisognerà amare con i fatti e non solo con le parole. E quando le compiamo, riusciremo a sentire le parole di Gesù, il quale ha detto: “Ogni volta che avrete fatto una di queste opere al più piccolo dei fratelli, l’avrete fatta a me!”
Vincere la guerra facendo la pace
Tutti stiamo vedendo, a volte anche in diretta la guerra che sta devastando l’Ucraina: ci sono tante vittime, di cui molti bambini e tanta distruzione. Se continua così resteranno solo macerie dell’Ucraina, ma anche la Russia pagherà a caro prezzo le conseguenze di questo crudele conflitto.- Ma se i russi trovassero il coraggio di “arrendersi alla pace” sarebbe una grande vittoria per loro e per tutta l’umanità. – Allora: l’appello di tutto il mondo ai russi è questo: deponete le armi, arrendetevi alla pace, perché solo questa sarà la vittoria del vostro Paese.
Tempo di Quarantore
Tradizionalmente, la devozione alla Quarantore si colloca subito prima dell’inizio della Quaresima o in sua concomitanza, ma può essere celebrata in ogni momento dell’anno. Oggi esiste in forme assai varie, come per esempio l’adorazione perpetua. – A Tropea è in corso il turno delle Quarantore, già iniziato prima dell’inizio della Quaresima. Prevede tre giorni per turno (domenica-lunedì-martedì) fino alla Settimana Santa. – Anche al tempo del Venerabile P. Vito Michele Di Netta duravano 3 giorni; ma il Venerabile propose la pratica per quattro giorni e con grande solennità. – Ancora oggi nella chiesa del Gesù si ammirano il magnifico il tronetto dell’epoca e il prezioso Ostensorio.
Solo il perdono vero rende liberi
Il tempo di Quaresima prepara il cuore al perdono di Dio e a perdonare a nostra volta come Lui: come? “dimenticando” le colpe altrui. Perdonare come perdona Dio: perdonare senza limiti, chiedendo al Signore che ci aiuti a dimenticare l’offesa ricevuta. – Come sarà possibile perdonare tutto il male che già si è accumulato in questi 10 giorni di guerra tra Russia e Ucraina e anche quello che verrà? – Papa Francesco raccomanda: “Nel Padre Nostro noi preghiamo: ‘Perdona i nostri debiti come noi perdoniamo ai nostri debitori” – Solo il perdono vero rende liberi e così, perdonando, liberiamo quel prigioniero che sta dentro ciascuno di noi.
Madonna Odigitria invita alla speranza
L’icona storica della Madonna Odigitria in Ucraina “parla” di speranza in questo contesto di insensata guerra. – Essa diventa come il simbolo della situazione dolorosa di oggi. Alla Vergine e al suo Figlio Bambino, rimasto senza volto nella icona danneggiata, gli uomini e le donne della Ucraina affidano con speranza il loro destino, e soprattutto quello dei loro bambini, costretti a migrare sotto le bombe.
Gesù viene tentato, ma vince
Nelle tentazioni subite è rivelata l’autenticità dell’umanità di Cristo, che, in completa solidarietà con l’uomo. Egli subisce tutte le tentazioni attraverso le quali il Nemico cerca di distoglierlo dalla sua completa sottomissione al Padre. “Cristo tentato dal demonio! Ma in Cristo sei tu che sei tentato” (sant’Agostino). – In esse viene anticipata la vittoria finale di Cristo nella risurrezione. Cristo inaugura un cammino che è l’itinerario di ogni essere umano: in esso si manifesta il disegno di Dio e la sua volontà di riscattare e recuperare l’uomo, offrendogli la possibilità di vincere e superare il male. E quando cediamo alle tentazioni, Dio non ci abbandoni alle conseguenze del male, ma ce ne liberi con il suo amore di Padre: «Liberaci dal male o dal Maligno: cioè dal diavolo tentatore.
L’importanza dell’elemosina
Gesù: “Quando tu fai l’elemosina, non sappia la tua sinistra ciò che fa la tua destra, perché la tua elemosina resti segreta; e il Padre tuo, che vede nel segreto, ti ricompenserà… Date e vi sarà dato, una buona misura pigiata e traboccante vi sarà versata in grembo”. – Senza dubbio, noi beneficiamo la nostra anima ogni volta che soccorriamo per misericordia l’indigenza altrui. L’elemosina, fatta bene, ci santifica. – L’elemosina educa alla generosità dell’amore.
Sacerdoti ortodossi russi per la pace
In merito alla guerra scoppiata tra Russia e Ucraina, un gruppo di 233 chierici della Chiesa ortodossa russa ha fatto un appello pubblico nel quale essi chiedono che “nessun appello alla pace dovrebbe essere respinto”. E sottolineano la necessità della riconciliazione, del perdono, del dialogo e la piena consapevolezza che non può esserci spazio per la violenza. Nel loro appello per la pace c’è anche l’augurio a tutti i soldati, russi e ucraini, di tornare illesi a casa. Pressante l’invito al dialogo, perché “solo la capacità di ascoltare l’altro può dare la speranza di una via d’uscita dall’abisso in cui i nostri Paesi sono stati gettati in pochi giorni”.
Cosa possiamo dire a Dio?
Dio ci ha creati per conoscerlo, amarlo e servirlo in questa vita, e per goderlo poi nell’altra, in Paradiso. – ” Amerai il Signore Dio tuo con tutto il tuo cuore, con tutta la tua mente e con tutta la tua forza”. L’uomo è privilegiato rispetto alle altre creature: può dichiarare a Dio tutto il suo amore!
Un Mercoledì delle Ceneri per la pace
L’ invito Papa Francesco a vivere questa giornata con la preghiera e il digiuno per ottenere da Dio la Pace. -È «con il cuore straziato per quanto accade in Ucraina». Il Papa ha rinnovato ai fedeli presenti in piazza San Pietro il 27 febbraio e a quanti lo seguivano attraverso i media l’invito a unirsi a lui il mercoledì delle Ceneri, per una Giornata di digiuno e di preghiera per la pace. – Intanto, mentre proseguono le trattative tra Russia e Ucraina, colonne di carri armati russi continuano l’invasione. E la pace sta a guardare…
Il dovere di raccontare la guerra
La guerra in Ucraina sta suscitando forti emozioni in tutti i popoli. Le dolorose immagini di missili, carri armati, scoppi di bombe e militari di varia appartenenza si accompagnano a file interminabili di civili che fuggono, o si rifugiano nei sotterranei, mentre i bambini guardano con occhi impauriti… – Bisogna guardare (e se possibile “toccare”) le ferite di questa guerra. – I sentimenti di compassione, pietà verso tanto dolore è il minimo che noi possiamo affrontare, perché la guerra (e non solo questa) è un attentato alla umanità. – Resta quindi il dovere di raccontare la guerra a chi fa la professione di infornare e a noi il dovere di documentarci, per non restare estranei all’umanità che soffre.
Educare all’umanità innanzitutto
Essere umani, la prima cosa – La fondamentale educazione: aiutare i ragazzi a diventare esseri umani. La vera educazione e la vera istruzione non dovranno mai produrre dei mostri educati, degli psicopatici qualificati o degli aguzzini istruiti.- A che cosa deve mirare soprattutto un insegnante e in genere ogni educatore? Principalmente all’umanità.
Correzione fraterna, senza prevaricare
– La guerra scoppiata in Ucraina resterà per sempre una ammonizione per la politica mondiale, invitandola, purtroppo dolorosamente, al rispetto delle condizioni del vivere nella giustizia e nel dialogo le relazioni tra i popoli. La guerra si riveste pertanto, al di là dei morti e distruzioni, del ruolo di ambasciatrice per la pace da promuovere sempre e comunque.
– Correzione fraterna. L’ammonizione del fratello che pecca è una forma sublime di carità e ci fa simili a Cristo che, per salvarci, ha donato tutto sé stesso. – Bisogna perdonare sempre al proprio fratello. Ma questo perdono va dato nella carità, attraverso la correzione fraterna che ha come primo obiettivo non l’umiliazione del peccatore ma la sua riabilitazione. Perciò ognuno deve lasciarsi guidare dalla sensibilità a salvaguardare, con ogni cura, la dignità della persona del fratello che si intende ammonire o correggere. Quindi correzione fraterna, senza prevaricare.
Chi ha ragione?
Di fronte alla angosciante situazione della guerra in Ucraina, proviamo ad immaginare quanti litigi non risolti sono intorno a noi. E quanti ci hanno avuto come protagonisti. – Forse li abbiamo dimenticati, perché alla fine non erano così importanti. – E il lato doloroso è che hanno lasciato in noi sospetti e divisioni: a volte, presi dalla voglia di avere ragione, abbiamo dimenticato di riconoscere il nostro torto. E’ triste vedere popoli cristiani che si vedono come nemici e pensano alla guerra. Gesù dice ai suoi discepoli di vincere il male col bene, anche se questo richiederà tanto sacrificio.
I tre angeli di Ponte Chiasso
Un giardino, una rete metallica e tre angeli, via di salvezza. Sollevando nottetempo la rete metallica che segnava il confine con la Svizzera permisero a ebrei, perseguitati politici e partigiani di mettersi in salvo e scampare alle deportazioni nei campi di concentramento. Gli angeli sono una giovane madre di famiglia di origini siciliane, Giuseppina Panzica e due militari della Guardia di Finanza, il finanziere Tolis (morto nel campo di Mauthausen il 28 dicembre 1944) e il Maresciallo Boetti, che collaborarono con le organizzazioni anti-fasciste perché i perseguitati fossero fatti espatriare clandestinamente.
Salvezza nel braccio della morte
“Dio vuole salvare tutti?”… O c’è un limite alla sua volontà di salvezza? – Davvero tutti hanno diritto a salvarsi, anche se hanno commesso crimini orrendi? – A queste domande risponde il racconto di oggi, fatto da Dale Recinella, cappellano laico di un carcere della Florida (USA), nel braccio della morte. Da avvocato finanziario di Wall Street passò all’apostolato nelle carceri estreme: ha accompagnato alla morte oltre 18 condannati, e ora gira il mondo per raccontare la sua storia che è diventata anche un libro.